Luca-De-Filippo-Carolina-Rosi_ppfino al 18 gennaio 2015

Se nella scorsa stagione era stato Toni Servillo a portare il grande Eduardo al Nuovo di Verona, quest'anno ci pensa il suo diretto erede Luca De Filippo, nell'interpretazione di un classico del teatro vernacolare. Sogno di una notte di mezza sbornia data infatti al 1936, al seguito di una fortunata linea di adattamenti, che aveva già toccato altri dialetti quali il toscano, il romanesco e il siciliano. Ma la rielaborazione eduardiana della commedia di Athos Setti (datata 1933) è certo quella più nota e fortunata. I motivi sono molteplici, e tutti limpidamente presentati al pubblico nella messa in scena diretta da Armando Pugliese, con una freschezza che fa quasi dimenticare il complesso periodo storico in cui il testo fu concepito.

Le grandi tematiche del teatro di Eduardo sono già presenti (quasi) tutte, seppure ancora in abbozzo – e la ricomparsa del tema del sogno, già centrale nelle Voci di dentro, è un'allusione che non può sfuggire ai frequentatori del Nuovo di Verona. Ma la vena comica è qui quanto mai predominante, e nutrita da una creatività linguistica pressoché inesauribile: non lascia requie allo spettatore la boria crescente di Filomena, che colleziona strafalcioni senza pari, esaltando al contempo il proprio freddo (ma tanto piccolo) cinismo. Il marito Pasquale è invece il più lucido, il più disincantato tra i protagonisti: ma intanto gioca a più riprese con lo scambiarsi tra delirio e sanità; dialoga con il pubblico, ne condivide il distacco da una realtà tanto gretta, ma poi è il primo (e sarà pure l'ultimo) ad abbandonarsi alle paranoie dell'immaginario.

L'interpretazione di Luca De Filippo è sotto molti aspetti ineccepibile, alimentata soprattutto da una grande naturalezza, che non ambisce a raggiungere livelli estremi di realismo, ma si appoggia proprio sulle convenzioni del palcoscenico, ormai fatte proprie. Tra i comprimari, una menzione speciale va certo a Carolina Rosi, con la sua Filomena che è il vero perno comico della pièce, capace a metà spettacolo di una mutazione tanto esilarante, quanto intimamente amara. Il resto del cast si dispone con buon affiatamento, cavalcando forse troppo certe note da farsa, ma riuscendo comunque a costruire un insieme ben organico. Le musiche hanno il sigillo di qualità firmato da Nicola Piovani, la regia è ben curata ma mai troppo invadente, sfruttando appieno le caratteristiche proprie di un allestimento tanto semplice (almeno al principio) quanto determinante. Potrà bastare il sollevarsi di un sipario per scatenare una risata, ma, ci ricorda ancora il sempre attuale Eduardo, si ride proprio per sentir l'amaro in bocca.

       Simone Rebora

Sogno di una notte di mezza sbornia
di Eduardo De Filippo
con Luca De Filippo, Carolina Rosi, Nicola Di Pinto, Massimo De Matteo
e (in ordine alfabetico)
Giovanni Allocca, Carmen Annibale, Gianni Cannavacciuolo, Viola Forestiero, Paola Fulciniti
scene di Bruno Buonincontri
costumi di Silvia Polidori
luci di Stefano Stacchini
musiche di Nicola Piovani
regia di Armando Pugliese
produzione Elledieffe srl
 
 
foto: Federico Riva © 2013
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