L’italo-americano Edward Rozzo è conosciuto soprattutto per la sua
intensa attività didattica, sviluppata attraverso workshops e corsi
riguardanti il linguaggio fotografico. E’ scontato quindi l’imprinting
teorico che attraversa la sua stessa attività professionale. La sua
fotografia non mira a documentare eventi (più o meno pubblici), ma a
cogliere “il perchè delle cose”, il risvolto segreto dei fatti. Anzi,
spesso essa sembra far prospettiva proprio sul “fuori contesto”,
sull’errore, sull’incongruenza, quasi che gli elementi ripresi fuori
dal loro ambito consueto possono assumere un che di stupefacente e di
rivelatorio. Memorabile rimane il servizio realizzato da Rozzo al
vernissage di una mostra d’arte: egli non riprendeva le luci, le mise,
i quadri, ma fotografava da fuori, attraverso i vetri sporchi, mettendo
a soqquadro i codici di qualsiasi reportage. Egli non sporca solo le
pose, i riti, le etichette, ma l’immagine stessa: vuole parlarci delle
vicende abituali, quasi braccandole, stanandole, liberandole dalle
scorie in cui sono invischiate e dando loro un senso, una lingua in
qualche modo originaria. Può trattarsi di “Urban Stories” o di “Tired
Women”: c’è sempre un sottotitolo ombra che fa da filo conduttore a
tutta la ricerca fotografica di Rozzo, ed è lacuna (termine che nel
linguaggio psicanalitico sta ad indicare la mancanza, il lapsus, il
difetto): ebbene è in questa incrinatura della visione del reale che
l’artista spinge il suo sguardo. Niente ricerca della posa, niente
attestazione oggettive, ma interrogazione del marginale,
dell’incidentale, se non addirittura del fortuito, di ciò che capita
sotto l’occhio fotografico per caso o per sbaglio.
Data inizio: 20-07-2005
Data fine: 30-07-2005
Orario: Me. 10.00-12.30; Gi., Ve. e Sa. 16.00-20.00
Luogo: HEART GALLERY
Indirizzo: Via S. Giovanni in Valle, 19 - Verona
Telefono: 0458035290