Pietro Ghizzardi 1906-1986

Inaugurazione 13 maggio ore 17

Perché Pietro Ghizzardi quale mostra di esordio della galleria FuoriNorma? Perché Ghizzardi incarna (incharna direbbe lui..) in modo esemplare quello spirito e quell’arte inascoltata e malinterpretata nel nostro Paese a cui ci piacerebbe dare spazio e visibilità.

Un’arte che assai poco si cura delle mode del mercato e che non teme la propria ruvidità espressiva, un’arte che si legittima da sola e che non ammicca al gioco facile di chi primitivo non è ma vorrebbe esserlo. Non quindi un’arte nostalgica ma un’arte assai poco mediata e meditata, che trae forza espressiva dalla sua naturale e per nulla coltivata propensione alla singolarità.

Molti pensano che la follia sia ingrediente necessario e sufficiente per ottenere risultati artistici di valore: niente di più falso. Laddove non c’è l’artista, folle o sano che sia, fiorisce solo la mediocrità. Quando invece la potenza creatrice c’è, la follia, (o la singolarità della personalità) contribuisce a rendere radicale, unica, stupefacente, l’opera d’arte, forse proprio per una minor sudditanza alle maschere del tempo. Ecco, Ghizzardi ci pare interprete esemplare di questo fecondo incrocio di genio e sregolatezza, forse più d’ogni altro in Italia, forse più di altri primitivi e visionari di terra padana e non.
Terra che sembra aver conservato sotto traccia, sotto il solco dell’aratro che ne ha sterilizzato la natura selvaggia (ricordiamo che ancora alla fine dell’800 i lupi arrivavano in inverno fino alle porte di Milano e che la padana era un'immensa foresta) una simbologia arcaica che fiorisce in personaggi come Ghizzardi, dando vita a un bestiario, umano e paesaggistico, di estrema potenza espressiva, per quanto inquietante e animosa.

Le sue donne sono di una bellezza terrificante, hanno insieme la potenza delle donne di Rousseau e il tormento dei corpi di Schiele o di Toulouse Lautrec. Ghizzardi non teme il male, non lo esorcizza con il gesto artistico. Lo accoglie come espressione del mondo, ne esprime la ruvida e potente bellezza, con un amore per i corpi e le loro incarnazioni. Paradossalmente egli pare vedere nella prorompenza delle carni e nella decadenza dei corpi una maggior vicinanza alla madre terra che tecnologie agricole e mode estetiche vorrebbero azzerare. Interessanti da questo punto di vista i collages degli anni ’50 e ’60, in cui egli disegna corpi esuberanti e sfiancati sotto i volti patinati dei rotocalchi. L’operazione è stupefacente, ed è di profonda e commovente umanizzazione.

Un detto spagnolo recita: uccidi un porco e vedrai il tuo corpo. Ghizzardi ha ucciso il porco e si è commosso per la sua traboccante bellezza. E noi con lui.

FUORINORMA




Data inizio: 12-05-2006
Data fine: 03-06-2006
Luogo: ETNIE
Indirizzo: vicolo Cavalletto 4a
Link: http://www.etniearte.com
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Telefono: 045 592502
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