Inaugurazione: venerdì 15 settembre 2006 ore 18.00.
Durata della mostra: dal 15 al 30 settembre.

La rassegna prende avvio dagli anni ‘70, da quando cioè Joe Tilson ha ormai eletto l’Italia come sua seconda patria, abbandonando ogni retaggio pop, ogni richiamo alle immagini dell’iconografia urbana e dei segni massmediali, in favore di un’immersione dentro un repertorio formale che attinge direttamente alle sorgenti magiche e al mondo dei miti.

Le relazioni non sono più da rintracciare nell’ambito del quotidiano, ma nelle aree della mistica orientale, nelle idee sciamaniche, tantriche, nel pensiero indiano, cinese, ecc. Solo che questo “regressus ad uterum”, questo ritorno al corpo della Grande Madre, come lo chiama lo stesso Joe Tilson, non scade in giochi illusionistici o emotivi, ma si realizza sempre dentro dei diagrammi precisi, razionali, a delle forme schematiche, quasi primarie (molto vicine a quelle che l’artista “costruiva” anche negli anni ‘60).

Immagini di Labirinti, Spirali, Ziggurat, emblemi di divinità elleniche: il tutto dentro un equilibrio compositivo che richiama anche il senso del gioco, lo spirito artigianale, il legame inscindibile tra opera e “creazione del mondo”. Fino alle Crete Senesi, veri paesaggi in terra nuda e colorata che mettono in contatto natura e storia, fisicità e cultura; fino agli estremi dipinti dal titolo Conjunctions, tavole e tele, segni verbali e segni iconici che si accostano in paradossali abbecedari. “Quello che cerco di fare con il mio lavoro è di individuare i fatti primari (della vita) e proporli di nuovo in arte”. - ribadisce sempre Tilson. Un po’ come dire che i suoi sono “occhi antichi per osservare la realtà contemporanea e insieme occhi contemporanei per rileggere le civiltà antiche”.

Testo in catalogo di Luigi Meneghelli.




Data inizio: 01-09-2006
Data fine: 30-09-2006
Orario: 10-12.30 15.30-19.30
Luogo: Galleria d'Arte "Piazza Erbe"
Indirizzo: Piazza Erbe, 31 - 37121 Verona
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