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7 febbraio - 21 marzo 2009

Una decina di nuovi quadri di Timothy Tompkins, accanto ad un autentico “telero” (243x424 cm) che rappresenta una cruda scena di guerriglia urbana. L’artista californiano (nato a Long Beach nel 1967) impiega l’abituale strategia operativa: quella cioè di affrontare le emergenze sociali, personali, culturali, passando attraverso il filtro che viene dalla tradizione delle immagini.

I titoli delle sue opere sono After Friederich, After Corot, After Turner, ecc.: ma in lui non c’è nessuna intenzione citatoria, nessuna assunzione della Storia dell’Arte come dimensione di atemporalità e di eternità. Il suo è solo un modo per attuare una sorta di distanziamento nei confronti dell’incombere della realtà quotidiana. Egli non vuole fermarsi al primo sguardo, al lampo sfrontato della cronaca, ma in qualche modo rielaborare l’urgenza del presente attraverso un’immagine in cui (come scrive Luigi Meneghelli in catalogo) “agiscono catene di gesti impregnati di tempo, rivestiti di tracce memoriali”.

E una testimonianza di questa sorta di interrogazione di ciò che costituisce il nostro abituale orizzonte visivo la si trova già nel lungo processo realizzativo di Tompkins. Egli parte dal prelievo di foto trovate su quotidiani o periodici e mediante l’uso di fotoshop ne altera la forma, il ritmo, la l misura. Poi proietta il tutto su una lastra di alluminio e con un finale intervento di pittura a smalto dà vita a un lavoro fatto di sovrimpressioni, accentuazioni cromatiche, stratificazioni materiche. L’opera così pare “vacillare tra le vaghezze dell’immagine e la fisicità della pittura”, come rileva lo stesso artista: diventa astratta, immaginaria, non più perfettamente riconoscibile.

 E’ come se Tompkins perseguisse una sorta di sconnessione e di sfasatura rispetto all’attualità. La sua idea è che le immagini non finiscano mai o, quantomeno non finiscano qui e ora, ma soprattutto egli pensa che le immagini non siano mai uniche, in quanto si portano dietro (e dentro) gli echi di mille immagini perdute, abbandonate, consumate.


 

 




Data inizio: 29-01-2009
Data fine: 21-03-2009
Orario: da Ma. a Sa. 9-13; 15.30-19.30
Luogo: Studio la Città
Indirizzo: Lungadige Galtarossa 21, 37133 verona
Link: http://www.studiolacitta.it/
Telefono: 045 597549
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