Antonio_Salfilippo_pp12 dicembre 2015 - 1 marzo 2016, Galleria Dello Scudo, Verona

Il percorso della mostra, suddiviso in tre sezioni, testimonia quel periodo decisivo della ricerca di Antonio Sanfilippo che va dalle aspirazioni giovanili a un rinnovamento formale all'espansione pluriforme del segno negli anni '60. Si apre con tre lavori del 1951 in cui si riconosce il progressivo allontanamento dal linguaggio neocubista e lo spostamento verso un'astrazione più radicale, di stampo neoconcreto. Un cambio di direzione documentato da Azzurro, uno dei primissimi dipinti del 1951.

Influenzato dall'opera matura di Kandinsky e di Hartung, nel 1953 Sanfilippo libera la struttura dei suoi quadri dalla rigidità delle forme geometriche, lasciando spazio a una gestualità più accesa che anima improvvisamente la superficie delle sue tele, come nel primo Senza titolo del 1953 trovando un suo modo del tutto originale.

La mostra, a cura di Fabrizio D'Amico e Francesco Tedeschi, e organizzata in collaborazione con l'Archivio Accardi Sanfilippo di Roma,  presenta trentasei selezionati dipinti (realizzati tra il 1951 e il 1960) che illustrano il percorso dell'artista che, dopo i primi lavori astratto-geometrici, giunge all'elaborazione di quel suo 'segno' inconfondibile, proliferante e sorvegliato al tempo stesso, che alla metà degli anni '50 si manifesta in stretta sintonia con la cultura d'immagine dell'art autre di Michel Tapié, poetica allora dominante nella scena artistica internazionale.

Il titolo "segno e immagine" è la citazione del noto saggio di Cesare Brandi del 1960 che evidenzia i due elementi che costituiscono il perno della sua ricerca, sempre in profonda e indissolubile relazione tra loro.

info: www.galleriadelloscudo.com

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