La Bohème all’Arena di Verona

Sabato 30 giugno alle ore 21.15 il palcoscenico dell’85a Festival lirico dell’Arena di Verona tornerà ad illuminarsi dei suoni e dei colori della Parigi che pulsano vivaci ne La Bohème, il capolavoro di Giacomo Puccini che ritorna nell’apprezzato allestimento del 2005; La Bohème è alla sua decima presenza nel cartellone areniano con 65 rappresentazioni complessive.

Emblematico dello spirito libero, giovanile, passionale e al contempo corale che Puccini volle far trasparire dall’opera è il fatto che La Bohème sia l’unica opera il cui titolo non è riferito ad un personaggio in particolare ma ad un costume di vita, come un inno alla giovinezza nella migliore cornice ambientale possibile, la Parigi di metà Ottocento.

La storia, che i librettisti Illica e Giacosa hanno tratto dal romanzo di Murger Scénes de la vie de bohéme, narra infatti della vita allegra, scanzonata e piena di sogni di un gruppo di giovani artisti e delle loro fidanzate; ma a turbare storie che appaiono spensierate come queste arriva un dramma indesiderato, la malattia di Mimì che la conduce alla morte e getta nello sconforto tutti i protagonisti; ma in questa morte Puccini ha voluto tracciare un’evidente differenziazione con altre sue eroine: Mimì muore confortata dagli amici che quasi l’accompagnano verso la pace conclusiva, al contrario di Tosca, Butterfly, Liù, che “scelgono” la libertà nella morte autoprocurata.

Molte le arie celebri dell’opera, quelle che il pubblico ricorda con più affetto e che sottolinea con immancabili applausi: dall’incontro fatale tra lo scrittore Rodolfo e la bella Mimì del 1a atto (“Che gelida manina” e “Mi chiamano Mimì”), alla chiassosa e coloratissima festa prenatalizia nel quartiere latino del 2a atto (con il celebre “valzer” della sofisticata Musetta) che si segue tutto d’un fiato; dal tenero duetto tra Rodolfo e Mimì e le aspre dispute tra Marcello e Musetta nei pressi della taverna del 3a atto, fino alla “Vecchia zimarra” che Colline sacrifica nel 4a atto per cercare di dare conforto alla povera Mimì morente, che chiude la sua vita e l’opera con la struggente “Sono andati? Fingevo di dormire”.


La regia verista di Arnaud Bernard (ripresa da Stefano Trespidi) non dimentica la concezione favolistica, mentre le scene essenziali di William Orlandi sono simbolo di quella libertà che si respira in tutta l’opera, offrendo soluzioni di notevole effetto, mentre i bellissimi costumi sono in linea con la tradizione.


In questa edizione il tenore siciliano Marcello Giordani interpreta il ruolo di Rodolfo, affiancato dal soprano georgiano Tamar Iveri - debuttante in Arena - nel ruolo di Mimì; il baritono toscano Gabriele Viviani, anch’egli per la prima volta in Arena, sarà Marcello e il soprano Donata D’Annunzio Lombardi riprenderà il ruolo di Musetta che già ha interpretato in Arena nel 2005; gli altri due bohémiens, Colline e Schaunard saranno interpretati rispettivamente da Vincenzo Taormina e Marco Spotti. Il cast si completa con Graziano Polidori (Benoît), Angelo Nardinocchi (Alcindoro), Carlo Bosi (Parpignol), Federico Longhi (sergente dei doganieri); la direzione è affidata all’attuale direttore musicale della Fondazione Arena, il cinese Lü Jia, mentre il Coro areniano è come di consueto preparato da Marco Faelli.

La Bohème avrà sei repliche tutte in luglio, nei giorni 6, 13, 18, 21, 24 e 27.

Informazioni e prenotazioni sul sito www.arena.it e presso il call center 045 8005151.




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