da giovedi 13 settembre a  Martedi 18 settembre
Arena di Verona  ore 21

 Ritorna  Riccardo Cocciante con la  la sua nuova opera ispirata a "Romeo e Giulietta" di Shakespeare che ha debuttato a Verona in anteprima mondiale nel giugno 2007. Con la sua genialità creativa ha preso spunto dalla più celebre, appassionata, tragica ed insieme romantica, storia d'amore di tutti i tempi:
L'opera popolare, con musica di Riccardo Cocciante e i versi di Pasquale Pannella,  fa rivivere la storia dei due innamorati di Verona  con sorprendenti effetti di luci e  straordinari movimenti di scena

Ed ulteriore motivo per regalars di queste serate in Arena è la connotazione di impegno sociale che lo stesso Riccardo Cocciante ha voluto assegnare all'intera programmazione di questo suo nuovo spettacolo: per ogni biglietto venduto per i prossimi dieci anni, in qualunque città del mondo venga rappresentata, un euro verrà devoluto all' AIRC, partecipando così alla raccolta fondi per la Ricerca sul Cancro.


http://www.giuliettaeromeo.net/main.html

 qui di seguito uno stralcio della lunga intervista raccolta da Michele Bongiovanni.

 

   Riccardo Cocciante - Noi la chiamiamo opera perché non sappiamo  in realtà come chiamarla… Dramma in musica? Che tipologia di opera sarebbe Notre dame ed il nascituro Giulietta e Romeo?  Forse un’opera come se ne facevano nell’Ottocento, ma è impossibile oggi ritrovare quello stesso tipo di pubblico. Il mondo stesso è molto cambiato da allora. È un musical allora?

No, sarebbe comunque datato. La soluzione per noi è stata quella di unire la musica popolare con la grande musica lirica del passato. Abbiamo visto che il pubblico, risulta impressionato da questa espressione  vocale  ravvicinata, ottenuta dal canto operistico fatto col microfono tenuto vicino alla bocca. Dà l’idea di intimità con lo spettatore, come se si cantasse solo per lui.

Giulietta e Romeo: va ricordato che è una trama di origine italiana… Viene dal Bandello, novellista del cinquecento che scriveva in cortese, quindi  prima di Shakespeare,  che anzi ne è  stato influenzato. “Giulietta e Romeo” e non “Romeo e Giulietta”, sarà - è il titolo…

Sarò fiero di lasciarla in italiano (senza nulla togliere alla ri-scrittura celeberrima shakespeariana). Colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente Pasquale Panella (ultimo paroliere di Battisti, n.d.a) che ha scritto i testi dello spettacolo. Bellissimi come suo solito… La più bella versione di Notre Dame è quella italiana curata da Panella.

La sua scrittura mi stupisce  ogni volta e credo che la stessa cosa accada a lui  quando ascolta la mia musica… Mi ritengo fortunato perché penso  proprio di aver trovato l’autore ideale.

 

   Michele Bongiovanni - Entrambe le opere narrano di un amore tragico… C’è forse un’evoluzione verso un orizzonte più sereno in Giulietta? E questa evoluzione nei contenuti è in parallelo con quella stilistica?

 

   R.C. - Mi sono semplicemente chiesto come si possa raccontare una storia in musica al giorno d’oggi, e pensare ad un seguito di un grande successo che contemplasse anche una maturazione nello stile e nei contenuti. La risposta è sì. Giulietta e Romeo rappresenta un’evoluzione in positivo, anche nella trama. Abbiamo cambiato anche il finale, poco, ma in modo significativo. I due muoiono insieme, si danno la morte insieme. Stilisticamente, spero che si vedrà una maggiore scioltezza narrativa rispetto a Notre Dame.

 

   M. B. - Qual è il ruolo della città di Verona in questa nuova opera?

 

   R.C. - Amo molto questa città e la gente mi accoglie sempre con grande affetto… Non c’era scelta più facile e naturale che partire con la tournée proprio da Verona, città dotata di una cornice architettonica e naturale unica. E poi l’Arena…

 

Non  si tratta solo dell’ambientazione della storia ma anche di un luogo reale-irreale, l’anfiteatro Arena, il tempio della lirica dove avverrà la prima mondiale dello spettacolo.

 

   M. B. - Ci sono compositori contemporanei che lei ammira particolarmente? Può fare dei nomi?

 

R.C. - Ritengo che oggi la musica sia in forte crisi, soprattutto in Italia. Nelle scuole manca la più elementare educazione all’ascolto. Oggi i giovani non comprendono più la bellezza di un’aria, di un’opera. Ma occorre anche che ci siano autori capaci di captare i desideri repressi del pubblico, e questo non è facile. In Francia, assieme a Notre Dame, è uscito un musical ispirato alla Bibbia, che ha anche raccolto numerosi consensi ma non ha varcato i confini nazionali. Notre Dame è stato un successo anche in Cina (sottotitolato!) ed in Russia (in cartellone per due anni consecutivi).

 

 

   M. B. In che cosa si sente più italiano e più francese?

R.C. - Ogni lingua ha la sua musicalità, la sua specificità… E l’italiano non ha nulla da invidiare al francese. Si tratta di trovare quelle minime inflessioni che suggeriscono un’emozione intraducibile… Questo mi spinge a fare più versioni di un brano.

 

 

M. B. - Crede nel superamento delle barriere di genere?

R.C. - Più che altro credo che i generi si rinnovino e mutino costantemente per rispondere in modo adeguato ai cambiamenti e alle attese del pubblico. Notre Dame mi pare abbia risposto bene.

 

 M. B. - Quanto tempo dedica alla composizione?

R.C. -  Gli ultimi anni per me hanno significato soprattutto comporre… Ogni momento della mia giornata, ogni evento mi stimola. Ed i risultati mi hanno appagato.

 

 

Cocciante è un compositore multi-lingue, in grado di cantare con pari espressività (anzi, assecondando le specifiche curvature espressive delle lingue adottate) in italiano, spagnolo, francese  ed inglese. Molti suoi brani e album sono “personalizzati”, per così dire, per il paese in cui vengono pubblicati. Questa sua abilità “linguistica” è probabilmente dovuta alla sua personale storia. E’ nato infatti a Saigon (Vietnam) da madre francese e padre italiano, musicista autodidatta, ha studiato al liceo francese di Roma (dove si era trasferito all’età di tredici anni), manifestando in musica una  predilezione per l’opera classica e la musica classica in generale.

 

    Michele Bongiovanni

Da un'intervista pubblicata su VERONAlive n. 36

 foto Antonella Anti Studio Click




Data inizio: 27-08-2007
Data fine: 18-09-2007
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