5 dicembre 2008 - 30 aprile 2009  ore 20,45

Sedici appuntamenti che nell'arco di cinque mesi proporranno (al Teatro Camploy ma anche al Nuovo e all’Alcione, questi ultimi due messi a disposizione della rassegna dal Teatro Stabile di Verona - Fondazione Atlantide) una selezione di spettacoli di teatro d’innovazione e di danza contemporanea. L’obiettivo è ancora una volta quello di mostrare al pubblico un altro modo d’intendere il teatro e la danza al di là delle concezioni canoniche alle quali si è abituati attraverso i grandi palcoscenici e i circuiti più tradizionali.

Giunto alla sua quinta edizione, L’altro teatro si espande per la prima volta fuori dalla sua “casa” per antonomasia, il palcoscenico del Teatro Camploy, luogo dalla precisa connotazione e identità, votato al teatro di ricerca e che, anche per l’originalità della sua forma architettonica, si presta perfettamente alla danza contemporanea che indaga spesso nuove angolazioni e prospettive asimmetriche. Torna dunque L’altro teatro a raccontare storie emozionanti della contemporaneità e del passato recente, a volte divertenti e a volte drammatiche, attraverso la parola che si fa teatro nel senso più ampio del termine e attraverso la danza e la gestualità, anche quella estrema.

Tra le novità della stagione l’aumento del numero complessivo degli spettacoli: nove (da sei che erano) per la prosa che accoglie alcune tra le più interessanti compagnie che fanno nuovo teatro con la capacità di parlare la lingua del presente, e sette (uno in più dell’anno scorso) per la danza che ospita coreografi che rappresentano, ognuno a suo modo, l’eccellenza della danza contemporanea italiana. Quest’anno sono inoltre previsti due spettacoli fuori abbonamento: uno per la prosa con Lella Costa e uno per la danza con Daniel Ezralow, entrambi al Teatro Nuovo.

La prosa, con i suoi nove spettacoli (8 + 1 fuori abbonamento), offre l’opportunità di scoprire un teatro che soprattutto racconta e interroga il nostro tempo. In apertura, il 5 dicembre al Camploy, l’eccezione che conferma la regola: in scena il mattatore “maestro dell’impossibile” e “lunatico certificato” Tomáš Kubínek, un grande artista di fama internazionale che frequenta da anni i teatri di tutto il mondo affascinando il pubblico con spettacoli esilaranti, poetici, assurdamente buffi. Questo eccezionale artista, capace di unire al fascino di una poetica surreale molteplici qualità grazie alle quali di volta in volta si trasforma in mago (la sua passione giovanile), in equilibrista, in mimo o attore, può essere considerato un autentico poeta visivo, maestro di un umorismo completo e profondo, fatto di poesia e di semplicità. Con l’inusuale serata Certified Lunatic & Master of the Impossibile, si inaugura dunque un cartellone dove la parola e il movimento si inseguono, si incontrano e si separano nelle discipline della prosa e della danza.

Seguirà, il 21 gennaio al Camploy, Tanti saluti, progetto di “teatro civile clownesco” di Giuliana Musso, che indaga il tema del morire ai nostri giorni. In scena tre clown – interpretati da Beatrice Schiros, Gianluigi Meggiorin e Giuliana Musso – alle prese con la morte, con il racconto di paure e desideri, degli smarrimenti, dei dubbi, delle soluzioni paradossali e assurde messe in atto di fronte alla morte. Un racconto che sposta i riflettori sul senso del congedo e sull’importanza del “contenere la morte all’interno del cerchio della vita”. Proposto a Verona in anteprima, Tanti saluti è ispirato da una ricerca di stampo sociologico che ha interrogato i testimoni (medici, infermieri, familiari e morenti), attraversato i luoghi del morire (ospizi, ospedali, case) e indagato i modi del morire (cure palliative, accanimento terapeutico, protocolli di rianimazione, eutanasia).

Il 4 febbraio al Camploy terzo appuntamento con la sezione prosa: in programma Casa di bambola - L’altra Nora da Henrik Ibsen, un testo esemplare della drammaturgia europea calato nella contemporaneità. Allestito nel 2006, nel centenario dalla morte del grande drammaturgo svedese, questo spettacolo di Leo Muscato e interpretato tra gli altri da Lunetta Savino nei panni di Nora, rappresenta la seconda tappa del “progetto ri-scritture” del Leart Teatro. Progetto che intende raccontare storie che già c’erano e che già tutti conoscono (la prima tappa è stata con Romeo e Giulietta) per arrivare ad asserire che “la vita è stare sul filo e tutto il resto è attesa”. L’altra Nora diventa così una donna di oggi, immersa nella dimensione borghese e contemporanea, in un inferno familiare vicino alla nostra cronaca quotidiana.

Il quarto appuntamento, il 13 febbraio al Teatro Alcione, è un viaggio nella doppiezza e nella schizofrenia di un uomo che non ha nulla di speciale. Diario di un pazzo, di Nikolaj Gogol, rappresenta infatti l’iter di un piccolo borghese alle prese con una smisurata ambizione che lo porterà a smarrire identità e ragione. Interpretato da Dario Cantarelli, per la regia di Lino Spadaro, questo dramma racconta la caduta in un abisso delirante, per amore della figlia del principale, di un uomo senza personalità. Un viaggio nella schizofrenia di un uomo qualunque, archetipo di una schiera di “non eroi” protagonisti di tanto teatro e letteratura del ‘900 europeo, con risvolti ironici e comici.

Sarà poi la volta, il 19 febbraio al Camploy, della Notte delle lucciole, spettacolo poetico e politico che immagina una notte di veglia in cui Sciascia dialoga, a distanza, a tratti fraternamente e a tratti disperatamente, con Pasolini. Protagonista è Marco Baliani per cui Roberto Andò ha immaginato questo testo che parte dalla coscienza e da chi in nome della coscienza ha speso la propria vita per la libertà. Le parole di Sciascia e quelle di Pasolini si confondono, a dimostrare quanto entrambi siano stati testimoni del proprio tempo. Il loro dialogo parla della morte e contro la morte. Quella di Pasolini, quella di Moro, quella delle lucciole. Ed è dedicato agli italiani di oggi, “una razza che fa della propria mitezza un’arma che non perdona”. In scena anche Coco Leonardi.

Il 21 febbraio, fuori abbonamento al Teatro Nuovo, va in scena Ragazze di e con Lella Costa, regia di Giorgio Gallione. Lo spettacolo prende avvio dall’”altra” Euridice di Calvino e dalla sua scelta ostinata di abbandonare la sicurezza di una casa per avventurarsi nelle “lande desolate del fuori”. Un racconto di donne, pronte a esplorare, a mettersi in gioco e capire, sfidare, chiedere conto. E pretendere rigore, rispetto, coerenza. Una pièce che ci parla del loro andare, incerto ma inesorabile. Con fatica e leggerezza, con dolore e sgomento, con rabbia o cariche di desideri. Ragazze, parlandoci di violenza e inviolabilità, racconta la loro testardaggine e autoironia, la loro sorellanza, forse perfino più inquieta della fratellanza. «Ragazze di questo e di altri tempi che riescono – sottolinea Lella Costa – a essere straordinariamente creative, e irresistibilmente simpatiche».

Si torna al Teatro Camploy il 18 marzo con il Teatro dell’Archivolto: in programma Il dio bambino di Giorgio Gaber e Sandro Luporini, con Eugenio Allegri e con la regia di Giorgio Gallione. Un monologo (scritto nel 1993 da Gaber e Luporini) che proseguiva e approfondiva, dopo Parlami d’amore Mariù e Il grigio, il particolarissimo percorso teatrale del Gaber di quegli anni, emblematico del “teatro di evocazione”. Una storia d’amore, vista da un’angolazione maschile, che indaga, nell’arco degli anni, quello che dovrebbe essere un uomo: le sue connatazioni, le sue caratteristiche, la sua maturità. Per capire se è compiuto o incompiuto, se è diventato un uomo o se è rimasto un bambino. Per individuare quali siano oggi le differenze tra uomo e donna, e ribadirne la necessità.

Il penultimo appuntamento con la prosa, il 7 aprile al Camploy, vede in scena la commedia di Natalia Ginzburg L’intervista, regia di Valerio Binasco, una produzione del Teatro Eliseo e del Teatro Stabile di Firenze. Una sorta di intervista-fantasma in cui è reale solo il rapporto fra una donna e un uomo, l’intervistata e il giornalista, uniti da un’intimità casuale. Una pièce che non mira tanto a indagare il mondo del giornalismo contemporaneo, ma piuttosto – nelle parole dell’autrice – «l’Italia di oggi dove tutto si dissipa e muore e ciò che resta è il desiderio confuso di mettere in salvo qualcosa che è stato bello e nobile, qualcosa che è degno di sopravvivere alla dissipazione e alla distruzione». Una storia di sconfitti, salvati però da ciò che ciascuno ha cercato di fare.

Chiude la sezione prosa, il 30 aprile al Teatro Alcione, Viaggiatori di pianura. Tre storie di acqua di Gabriele Vacis e Natalino Balasso, regia di Gabriele Vacis. Uno spettacolo carico di suggestioni, a tratti patetico e a tratti ironico, che racconta l’incontro casuale, su un treno che attraversa una pianura, di alcuni viaggiatori interpretati da Natalino Balasso, Laura Curino, Cristian Burruano e Liyu Jin. Tutti condividono un destino di “sopravissuti” a tragedie legate all'acqua: quella del Polesine, dell'uragano Katrina a New Orleans e dello Tsunami in Indonesia. Tra stupori, ricordi dolorosi e colpi di scena.

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Per quanto riguarda la danza i sette spettacoli (6 + 1 fuori abbonamento) spaziano nei diversi generi del contemporaneo e rappresentano il meglio della recente produzione italiana. Questo fa della sezione danza dell’Altro teatro un punto di riferimento regionale per chi vuole conoscere e vedere le ultime tendenze della danza e le migliori creazioni dei coreografi più quotati a livello nazionale e non solo. Il numero degli spettacoli passa quest’anno da sei a sette. Uno di questi – Why…be extraordinary when you can be yourself di Daniel Ezralow – per il successo che ha avuto e richiedendo un palcoscenico più grande, sarà di scena al Teatro Nuovo.

Gli appuntamenti iniziano il 16 gennaio al Camploy col Centro Regionale della Danza del Lazio diretto da Mvula Sungani. In programma, in prima regionale, la nuova produzione Atlantide. Lo spettacolo è un viaggio fantastico su musiche popolari che conduce verso un’isola immaginaria dove tutte le culture si incontrano. In questo percorso multietnico (sorta di discesa in un’interiorità dove i luoghi della mente diventano luoghi reali, fisici, quasi una geografia dell’anima) lo stile coreografico guarda soprattutto all’energia e alla vitalità della danza modern black.

È poi la volta, il 30 gennaio al Camploy, di Ersiliadanza che presenta Shake, l’ultima creazione di Laura Corradi, coreografa veronese che col suo stile e col suo talento ha caratterizzato la coreografia italiana. «Shake – spiega la coreografa – come scossa, trillo di campanello. Il verbo to shake come scrollare, scuotere, agitare, smuovere, miscelare, far crollare, indebolire, tremare, tentennare, far nascere un dubbio. In questo spettacolo Shakespeare viene percorso e “percosso” trasversalmente, le sue parole cadono come intemperie sulla vita quotidiana, a disegnare i sentimenti che oggi come allora – conclude la Corradi – travolgono l’uomo senza nessuna coerenza. In scena tre donne per ricordare che in epoca shakespeariana la donna non era ammessa in palcoscenico e tutti i ruoli femminili erano interpretati da uomini».

A seguire il 12 febbraio al Camploy un altro gradito ritorno, quello della compagnia Abbondanza Bertoni che quest’anno propone Capricci. Sodalizio artistico di grande qualità, Michele Abbondanza e Antonella Bertoni hanno confezionato uno spettacolo sui capricci dell’uomo. L’improvvisazione vi regna sovrana non solo nella coreografia, ma anche nella musica e nella voce della cantante del duo musicale presente in scena. «Uno spettacolo – sottolineano gli autori – su niente, ballato e ballabile, che non contiene messaggi e soprattutto non ha nulla da dire ma lo esprime con grande danza e puro movimento».

Il quarto appuntamento con la danza è il 27 febbraio al Camploy. In programma Codice India – Ineffabile stato di grazia proposto dalla Compagnia Artemis Danza / Monica Casadei. Coreografa e direttrice artistica della compagnia, Monica Casadei propone da anni progetti pensati e creati in paesi lontani (da Cuba al Messico, dalla Turchia al Brasile) dove insieme ai suoi danzatori si immerge completamente nella vita del luogo per assorbirne le essenze e contaminare il suo stile coreografico. Lo spettacolo parla questa volta dell’India e della sua incredibile umanità, di un paese sorprendente, che “disarma per la capacità di integrare gli opposti”.

Il 7 marzo al Camploy è la volta della compagnia Naturalis Labor di Luciano Padovani, coreografo veneto che da alcuni anni ha rivolto la sua attenzione al tango e alla sua fusione con la danza contemporanea. In programma La Catedral, spettacolo che prende il nome da una vecchissima milonga di Buenos Aires dove uomini e donne si aspettano, si osservano e ballano: un universo con le sue regole, i suoi riti e le sue iniziazioni, il tutto espresso da musiche tanghere e da sensuali movenze contemporanee e latine.

Il 13 marzo al Teatro Nuovo penultimo appuntamento con la danza. In programma Why…be extraordinary when you can be yourself di Daniel Ezralow, spettacolo che dopo il debutto dell’aprile 2007, quattro mesi di tournée italiana e un tour in Israele, torna a grande richiesta in Italia. Il titolo dell’ultima creazione di Daniel Ezralow (coreografo americano che a Verona nel 1995 aveva firmato il balletto Salgari su musiche di Ludovico Einaudi) pone una semplicissima questione: perché essere straordinari quando si può (straordinariamente) essere se stessi? «In una società – sottolinea Ezralow – dove lo straordinario diventa regola di vita e imperativo da perseguire ovunque e sempre (e soprattutto nel mondo dello spettacolo dove si va alla continua ricerca dello “strano” e dell’”esotico”) forse è proprio la normalità a diventare oggi straordinaria, insolita, unica, meravigliosa». Danzatore nel nucleo originario dei Momix e fondatore nel 1987 del gruppo degli Iso (acrostico di “I’m so optimist”), Ezralow fa del suo occhio una sorta di lente di ingrandimento per farci vedere ciò che abbiamo dimenticato di guardare perché ogni giorno è sotto i nostri occhi. «In questo modo – sostiene Ezralow – può essere svelata la meraviglia rimasta sepolta sotto la nostra abitudinaria indifferenza».

Il 27 marzo, al Camploy, chiude la sezione dedicata al balletto la Serata giovane danza d’autore veneto, risultato di un progetto di ampio respiro che vede riuniti in un network culturale molti circuiti e festival di più regioni italiane. Un progetto per la promozione della giovane coreografia attraverso concorsi regionali che permettano ai nuovi talenti di emergere. Le quattro creazioni proposte, tutte di una durata di circa venti minuti, sono state le migliori coreografie selezionate al concorso Giovane Danza d’Autore Veneto svoltosi a Padova lo scorso giugno davanti a una giuria internazionale. Il progetto prevede inoltre un lungo percorso formativo dei coreografi con stage, laboratori e lezioni universitarie per avviarli più preparati alla professione.

Chiara Frigo, danzatrice e coreografa veronese, giovane promessa della danza italiana e vincitrice del GDA Veneto 2008, proporrà Takeya, solo di grande effetto con cui sta girando i più importanti festival europei proprio grazie al GDA. Silvia Bugno interpreterà Graffio, una coreografia appassionata che richiama ricordi un incontro passato per viverlo di nuovo nel presente. Silvia Gribaudi proporrà Unattimo dove emozioni diverse si alternano dando vita ad un ritmo “tragicomico” che mette in risalto “opposti” come le risate e il silenzio. Infine Laura Scudella e Juri Roverato, un duo già noto al pubblico per il precedente lavoro, Incontro, e per l’azione didattica svolta nell’ambito della Danceability, saranno gli interpreti di …Sulle case il cielo, coreografia che prende spunto da Hansel e Gretel per sottolineare la difficoltà di crescere.


Particolarmente contenuto il prezzo degli abbonamenti:

32 euro per gli otto spettacoli di prosa (escluso quello di Lella Costa)
25 euro per i sei spettacoli di danza (escluso quello di Ezralow)


TEATRO CAMPLOY e ALCIONE

posto unico euro 9,00
posto unico ridotto euro 7,00


TEATRO NUOVO

spettacoli (fuori abbonamento) di Lella Costa e Daniel Ezralow
platea euro 25,00
balconata euro 22,00
galleria euro 15,00
seconda galleria euro 9,00


Orario d’inizio di tutti gli spettacoli: ore 20.45.
Nei giorni di rappresentazione vendita biglietti nei luoghi di spettacolo dalle ore 20.00.

Prevendita tramite circuito UNITICKET (numero verde sportelli di Unicredit Banca abilitati 800323285) e CALL CENTER (tel. 848002008). Biglietti on line su www.geticket.it

Servizio biglietteria anche presso BOX OFFICE (via Pallone12/a, tel.0458011154).

Informazioni ai numeri 045 / 8008184 - 8009549, sul sito www.comune.verona.it, e scrivendo a spettacolo@comune.verona.it.


 nella foto un momento dello spettacolo di Tomas Kubinek  al Teatro Camploy

foto Antonella Anti





Data inizio: 02-12-2008
Data fine: 30-04-2009
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