Un ristorante a Verona
Una colazione ci ha portato recentemente in un ristorante che merita una segnalazione. Non vogliamo parlare della location (in vicolo Cieco S. Pietro Incarnario), della cucina o dell’accoglienza:  il locale è di Guido Morari (già patron del Ristorante Marconi e più recentemente del Caffè Dante) che a Verona è ormai un simbolo e una garanzia. Parliamo del nome che ha dato al suo ristorante: Maria Callas.

Con qualche amico abbiamo cominciato a parlare e a discutere di quanto la Callas abbia portato in giro per il mondo il nome e l’immagine di Verona e di quanto il suo successo personale sia stato strettamente legato al periodo d’oro della Stagione Lirica Areniana.

E’ curioso: se si digita sul motore di ricerca google “Maria Callas”, si evidenziano 754.000 pagine. Se al nome si aggiunge Verona le pagine si riducono a 36.700. Se ancora di aggiunge ristorante si riducono a 1.130. Come dire che, pur con tutte le imprecisioni dovute agli automatismi dei motori di ricerca, il binomio Maria Callas e Verona dice ancora qualcosa!   Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto la segnalazione dei nuovi toponimi cittadini e tra questi c’è quello del nuovo ponte del Pestrino che si chiamerà Tolo da Re, in onore del poeta dialettale scomparso lo scorso anno all’età di 87 anni.

C’è posto per tutti ma non per la Callas, anche se ancora oggi è un nome ben spendibile per la nostra città.   Guido Morari ricorda di quando la Callas (che era di casa al “Tre Corone”) con semplicità e modestia affermava che quel ristorante un giorno avrebbe potuto prendere il suo nome. Nel suo periodo d’oro cioè la Callas pensava che il suo ristorante preferito di Verona avrebbe potuto prendere il suo nome per onorarla più di una via, di una piazza o di un premio. 
Per fortuna Murari non si è dimenticato di quel “desiderio”. E allora vediamoci tutti nei suoi eleganti locali a ricordare il mitico soprano di origine greca.

Una mostra a Padova  
La fotografia come mezzo nostalgico per eccellenza viene utilizzata dal giovane artista ceco Marek Ther per proporci il suggestivo ritratto di una rediviva Maria Callas, ancora una volta immortalata dall’obiettivo del celebre fotografo di star Christian Steiner.

Il personaggio di Maria Callas è centrale nella produzione di Marek Ther: protagonista di altri suoi lavori, come My Pleasure, e in mostra compare tutto il carisma, il mistero e la composta tristezza che l’hanno resa un’icona universalmente riconosciuta.

Sospensione ironica dei significati, paradosso, ambivalenza, sottile tendenza alla sovversione e un’estetica tipicamente anni ottanta, che talvolta sfocia nel kitsch, caratterizzano tutto lo stile di Ther ed emergono significativamente anche in questi ritratti.

Il profondo meccanismo di empatia tra la diva e l’artista lascia spazio al confondersi del ritratto con l’autoritratto, della realtà con la finzione (vedi foto in alto) e crea un clima d’attesa per cui ci si aspetta che da un momento all’altro Maria Callas, dopo una lunga assenza, possa eccezionalmente ricomparire. Marek Ther, 1977, vive e lavora a Praga e con altri due giovani artisti  (Jens Lüstraeten, 1973, che vive e lavora a Berlino, Morten Nilsson, 1967, che vive e lavora a Copenhagen) partecipa alla mostra Portraits (8 aprile - 1 giugno 2006) presso la Galleria Estro in occasione della rassegna Padova Aprile Fotografia evento organizzato dal Centro Nazionale di Fotografia e dal Comune di Padova.




Data inizio: 15-05-2006
Data fine: 30-06-2006
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