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La rassegna musicale della Fondazione Centro Studi Campostrini “2005-2015 Un lungo viaggio tra migrazioni e contaminazioni” celebra la ricerca di contaminazioni del globo sonoro con quattro concerti i venerdì di giugno alle 21. Ritornano alla Fondazione Hosoo Transmongolia, Il mare di mezzo, I liguriani e Zambra Mora.

La Rassegna musicale “La Valigia dei suoni” curata da Meri Palvarini e Max Marmiroli è arrivata alla sua decima edizione. Durante i venerdì di giugno alle 21 in via Santa Maria in Organo, 4, a Verona, si esibiranno quattro formazioni già ospiti nelle passate edizioni.

Un modo per celebrare la ricerca di contaminazioni tra culture, suoni, strumenti, tradizioni e innovazioni, costumi e modi di affrontare linguaggi musicali tra mondi apparentemente molto diversi. Per la decima edizione la scelta dei gruppi musicali non segue un filo conduttore omogeneo come nei precedenti anni ma, per celebrare in modo coerente la vocazione multiculturale della Valigia dei suoni, la proposta si presenta eterogenea attraverso quattro passaggi sonori nel grande mondo della migrazione e della contaminazione. Ritornano alla Fondazione HosooTransmongolia, Il mare di mezzo, I liguriani e Zambra Mora. I concerti si terranno anche in caso di pioggia. Ingresso intero 15 euro, 10 euro ridotto.

La decima edizione “2005-2015 Un lungo viaggio tra migrazioni e contaminazioni” sarà inaugurata da Hosoo Trasmongolia venerdì 5 giugno alle 21. Hosoo è solista di fama internazionale del canto höömii, armonico e di gola, sviluppatosi a partire dall’intimo amore che i nomadi della Mongolia provavano per la natura. Gli animali, in particolare cammelli e cavalli, i fiumi e le montagne, i venti della steppa e del deserto vengono vocalizzati e imitati dai cantori. Hosoo impara sin da piccolo l’arte del canto tipicamente polifonico, cioè quando una singola persona riesce a cantare in modo polifonico, ovvero con più voci. I musicisti e i cantanti dell’ensemble provengono dai monti Altai della Mongolia occidentale e si sono formati al collegio musicale di stato di Ulaanbaatar. Il solista si esibirà con i tamburi e il banjo, accompagnato dalle voci del suo ensamble: Uuganbaatar Tsend-Ochir, contrabbasso, Tumursaikhan Janlav, primo violino mongolo, e Amartuvschin Baasandorj, secondo violino mongolo.

Il secondo concerto si tiene venerdì 12 giugno alle 21 con Il Mare di Mezzo, viaggio tra le culture musicali dei popoli del mare, con la voce di Sabrina Gasparini, la fisarmonica di Claudio Ughetti, Gen Llukaci al violino, Pablo Del Carlo al contrabbasso, e il supporto coreografico delle ballerine Chiara Guerra e Silvia Melotti. Un eterno movimento attraverso i Paesi affacciati all’oceano al Mediterraneo, avvicinandosi alle sonorità dell’Argentina, Messico, Spagna, Francia, Italia fino ai Balcani, con una parentesi dedicata alla cultura ebraica. Ad accompagnare l’ensamble due ballerine che con movimenti sinuosi arricchiscono l’atmosfera.

Si continua venerdì 19 giugno alle 21 con I Liguriani, suoni dai mondi liguri fra melodie e ballate, con la voce e il violino di Fabio Biale, il flauto traverso di Michel Balatti, Fabio Rinaudo alla cornamusa, Filippo Gambetta all’organetto diatonico, e Claudio De Angeli alla chitarra. I Liguriani raccontano la gente che canta quando lavora in mare e che balla la sera sull’Appennino, uomini e donne che intonano le storie della propria quotidianità e quelle imparate chissà dove, forse da qualcuno sbarcato dal mare o in fuga sulle “Vie del sale” della montagna. Dipingono l’universo multiforme della tradizione, raccogliendolo in un sound personale e inconfondibile, arricchendolo con propri arrangiamenti e alcune originali composizioni. Ciascuno dei componenti della formazione è un importante individualità nell’ambito della musica tradizionale italiana e contribuisce con la propria abilità alla riuscita di un suono tanto dirompente nelle danze quanto evocativo nei brani più intimi o cantati.

La Valigia dei suoni si chiude venerdì 26 giugno alle 21con Zambra Mora, esplorazioni e contaminazioni tra le musiche d’Oriente, con Luca Cacciatore al sax soprano, sax alto, flauto traverso e clarinetto, Paolo Bedini alla chitarra classica e oud, Lucio Forghieri alle percussioni, Mario Sehtl al violino, Igino Luigi Caselgrandi alla batteria, e Gianluca Lione al basso. Zambra Mora significa letteralmente "camera araba" e al tempo stesso è il nome di un preciso stile del flamenco caratterizzato da una forte influenza orientale, nome che ben si adatta a rappresentare un progetto di occidentali sulla musica d'Oriente. I componenti del gruppo, infatti, provengono da esperienze e collaborazioni comuni sulla musica etnica e sono legati da una profonda passione per la cultura spagnola e medio orientale. Il gruppo propone sia una rilettura di brani tradizionali che composizioni originali, dalla musica orientale al flamenco vissuto nei suoi stili più immediati come rumba e tango, dalla musica ebraica klezmer allo swing manouche, il tutto colorato da ispirate sonorità balcaniche e zingare.


I concerti si terranno alle 21 nella sede della Fondazione in via Santa Maria ni Organo, 2, anche in caso di pioggia. Ingresso intero 15 euro, 10 euro ridotto. Per informazioni e prenotazione dei posti rivolgersi a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o visitare il sito dedicato http://www.valigiadeisuoni.it/
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