L'uso di QR-code in questa mostra è efficace perchè le 40 opere contemporanee della Collezione AGI sono disseminate nelle sale del museo, tra i numerosi "oggetti" dell'esposizione permanente. Alcune sono visibili, altre sono da scoprire e da cercare come in una "caccia al tesoro".
Il museo Miniscalchi Erizzo, proprietà dell'omonima Fondazione, è la dimora gentilizia trasformata in museo per volontà dell'ultimo rappresentante del casato, il conte Mario, nella prima metà degli anni Cinquanta per evitare la dispersione delle collezioni in essa conservate. Quindi l'inserimento delle opere della Collezione AGI (frontman il veronese Giorgio Fasol) è particolarmente "simbiotica" e "simbolica": un po' per il contesto (l'opposto del "white cube" museale) un po' per la tipologia delle stesse opere che solo esperti di arte contemporanea potrebbero individuare, riconoscere e interpretare al volo.
Presumo sia stato difficile (se non impossibile) anche solo collocare le abituali etichette che normalmente forniscono il nome dell'autore, il titolo e i dati tecnici delle opere esposte. Ecco allora che il manifesto della mostra e le 7 paginette (semplici fotocopie) che funzionano come mappa del Museo (Atrio scale, Sala degli Antenati e Sala del Procuratore, Sala delle bifore e Sala dei bronzi 1 e 2, Sala del camino ...) aiutano non poco. Ma ancora più utile è il QR-code stampato su ogni pagina che rimanda alle opere presenti con una foto e una breve didascalia.
Così, dopo un primo percorso libero tra le sale, se qualcosa scappa o se si vuol approfondire la conoscenza di qualche autore, basta rifare il giro utilizzando i vari QR-code.
Buona "passeggiata"