Federico Chiecchi nasce a Verona il 12 novembre 1925. Diplomato all'I.T.C., nel 1943 lascia l'università per la resistenza. Nel 1955 anno della sua entrata nella fabbrica dell'arte, si è posta la classica domanda: " che cos'è l'arte?". A partire dal 1956/57 la sua ricerca si sviluppa illimitatamente, in diverse direzioni.
Da un lato all'interno dei concetti primari di spazio e di tempo per modificare le idee di quadro (pittura) che da oggetto unico, finito, si trasforma in spazio-tempo a più dimensioni psicofisiche.
Dall'altro verso i dogmi e le chiusure storiche del movimento Moderno, tipiche anche degli anni Cinquanta e Sessanta, per determinare la loro trasformazione in pensiero aperto e antidogmatico, cioè PLURMODERNO.
Tale insieme di concetti e riferimenti l'ha riunito in un sistema di relazioni aperte- legato alle sue personali necessità di ricerca che ha denominato: saggio di estetica quantistica (catalogo 1/1960, galleria Ferrari).
Alcuni dei più importanti scritti della sua visione quantistica della realtà sono pubblicati sui cataloghi della Galleria Ferrari dal 1960 al 1966 (cataloghi dal n. 1 al n.75). ..."Attraverso questi cataloghi, in Italia (e fuori), si sono conosciute le esplosive intemperanze culturali (dovute ad una carica psicologica a dir poco prodigiosa) di Federico Chiecchi, un artista su cui un giorno, per debito di onestà, bisognerà che ognuno di noi, con sincerità, si soffermi a lungo, affinché la sua opera e la sua attività vengano poste in una luce non deformata come l'attuale"... (G.Politi 1964 su "La Fiera Letteraria")
Nel 1968, entra nel mondo della scuola ottenendo "per meriti artistici" la cattedra di discipline pittoriche presso il Liceo Artistico di Verona. Adorato lavoro che lo accompagnerà per tutta la vita.
Precursore dei PLURIMI, scrive di Lui l'artista Baj nel saggio Chiecchi=Plurimo: "A Verona ci sono due cose fantastiche. C'è l'albergo Due Torri...... c'è l'Arena e San Zeno ecc. ecc. A Verona soprattutto c'è il Chiecchi creatore di plurimi, scrittore e teorico irrefrenabile, personaggio veramente incredibile nello spazio-tempo attuale.......".
Dopo tanto lavoro tra opere, scritti, convegni, mostre personali e collettive nel 1996 la Galleria d'Arte Moderna di Verona- Palazzo Forti gli dedica una mostra antologica personale che rappresenta per Federico una sorta di punto d'arrivo ripagandolo a pieno di qualche delusione (ovvero la questione Chiecchi-Vedova-Argan a proposito di pluralità e plurimi).
La sua ricerca ha raccolto sicuramente meno di quello che meritava, la sua biografia lo dimostra, ma l'entusiasmo e la sua onestà/coerenza intellettuale non l'hanno mai lasciato neanche quando logorato proprio nella mente dalla malattia riuscì, vedendo un suo quadro, a trovare lucidità per dire "per me questa è una storia passata, finita, chiusa" sono le ultime sue parole. Muore 10 ore dopo il 26 dicembre 2005.