27 aprile - 13 maggio 2007

Una quindicina di sculture (alcune in bronzo, altre in marmo) e una decina di grafiche dalle singolari soluzioni tecniche. Non un’antologica, ma un excursus per tappe sintomatiche lungo quella che è stata una appassionata, paziente, un po’ stregonesca ricerca durata più di cinquant’anni. Quella di Dario Tenuti è l’estetica dell’”oggetto trovato”, dello sguardo a terra, della bellezza archeologica della discarica. Egli percepisce un’anima in quello che può apparire come puro materiale di scarto, coglie un immenso giacimento di possibili bellezze in ciò che è il rifiuto quotidiano. Solo che non si accontenta di una larva: ma mira alla figura perfetta. Ama smontare e rimontare tutto come se le cose della vita fossero un gioco da manipolare. Prende a destra e a manca, creando combinazioni improbabili, coltivando sintassi, di volta in volta, divertenti, ostiche, oscure. G. Verzellesi, in catalogo, allude a un “bricolage” dalla preziosa fisionomia formale. E, in un altro testo, L. Meneghelli parla di “immagini in transito, di mondi possibili, di innesti enigmatici”. L’obiettivo è quello di “sollevare” gli oggetti dal loro stadio di rottami, conferendo loro una nobiltà tra umoristico e sacrale. E poi, ecco le composizioni grafiche, in cui sembra rimanere davvero impressa la memoria dell’oggetto, come una traccia sulla sabbia bagnata o una impronta su una sacra sindone. Motivi che sono fregi, sigle, marchi, svolazzi, dove corpi e indizi si confondono. Il lavoro di Tenuti è un infinito ripensamento o una sorprendente reinterpretazione del banale, del quotidiano, che sotto le sue mani viene liberato dalle scorie che lo soffocano per dar vita a una lingua metamorfica, ambigua, polifonica.


 foto di Antonella Anti (Studio Click)

 




Data inizio: 20-03-2007
Data fine: 13-05-2007
Orario: tutti i giorni dalle 16 alle 19.30 ( chiuso lunedì
Luogo: Spazioarte Pisanello – Fondazione Toniolo
Indirizzo: chiesa di S.Fermo, lato stradone S. Fermo
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