16
dicembre 2007 – 20 aprile 2008
Il
pensiero e l’opera di Pietro Consagra, nato nel 1920 e scomparso
nel 2005, per la complessità dei temi affrontati, alla ricerca
di un nuovo rapporto tra l’uomo, lo spazio e la scultura, e per
l’originalità delle soluzioni prospettate, contro il
concetto di tridimensionalità da lui definita “matrice
monumentale di un linguaggio estinto”, rivestono un ruolo davvero
speciale nell’ambito della riflessione estetica della seconda metà
del ‘900.
Dopo
le grandi mostre personali all’Accademia di Brera a Milano nel
1996, al Mathildenhöhe Institut a Darmstadt l’anno dopo e alla
Biennale del Cairo nel 2001, che hanno documentato, a partire dalla
fine degli anni ’40, le “forme” molteplici di un fare arte con
sapienza e provocazione, si ritiene di estremo interesse una rassegna
dal taglio inedito che pone al centro del dibattito alcuni aspetti
peculiari di una lunga stagione creativa e intende sottolineare
quanto radicale e innovativa sia la svolta nel linguaggio dell’autore
attorno alla metà degli anni ‘60.
L’esposizione
di Verona, dal carattere strettamente scientifico, realizzata in
collaborazione con l’Archivio Pietro Consagra e aperta al pubblico
dal 16 dicembre 2007 al 30 marzo 2008 alla Galleria dello Scudo e al
Museo di Castelvecchio, dove nel 1977 fu allestita da Carlo Scarpa
l’indimenticabile mostra voluta da Giovanni Carandente e Licisco
Magagnato, percorre infatti, con cinquanta opere di pittura e
scultura, l’arco di quarant’anni di lavoro, a far data dal 1964,
quando il principio dell’immagine frontale si amplia nella
teorizzazione della “bifrontalità”, e nel felice uso del
colore.
Dalla
“necessità della scultura” alla “necessità del
colore”: un tragitto che l’artista percorre sino agli ultimi
anni, a partire dai Piani
sospesi,
concepiti tra il 1964 e il 1965, cui seguono poco dopo i Ferri
trasparenti,
fantastiche presenze dal profilo curvilineo e dagli spessori ancor
più assottigliati, ben rappresentati nella rassegna da Ferro
trasparente blu “addio Cimabue”
e da Ferro
trasparente rosa,
entrambi
del 1966, e, ancora, i Piani
appesi e
i Giardini,
tutti lavori esposti nelle personali tenutesi tra il 1966 e il 1967
nelle sedi della Galleria Marlborough a Roma e New York, e al Museum
Boymans-van Beuningen di Rotterdam.
L’itinerario
della sezione presso il Museo di Castelvecchio si apre, nella superba
Galleria delle Sculture, con Trama,
l’imponente installazione di sette sculture bifrontali di legno da
considerare uno degli esempi più significativi del nuovo
indirizzo della ricerca di Consagra. Progettata per la Biennale di
Venezia del 1972, era allestita all’ingresso del Padiglione Italia
in uno spazio volutamente ristretto, per indurre il visitatore a un
attraversamento coinvolgente.
Trama
è realizzata l’anno in cui l’artista scopre il fascino
delle “pietre” e delle infinite varianti della policromia in
natura: nascono allora sculture di forte impatto, per l’enfasi dei
marmi preziosi da cui sono ricavate e, soprattutto, per la modalità
di approccio del tutto nuova richiesta allo spettatore. Prove di
questo sperimentare sono, nelle sale della Galleria dello Scudo, la
Bifrontale
pietra della Versilia giallo di Siena
del 1973 e la Bifrontale
onice giallo
del 1975, che anticipano di poco le due imponenti Muraglia
“Cangrande”, marmo rosso Magnaboschi
e Muraglia,
giallo Mori e verde Alpi,
innalzate nel giardino di Castelvecchio dopo un accurato restauro,
proprio dove Scarpa le aveva collocate nella mostra del 1977.
Una
particolare attenzione viene dedicata all’attività
pittorica, documentata da numerose tele di grande formato. Così,
il coloratissimo Fondo
giallo dipinto
nel 1981, o la moltiplicazione delle immagini che occupa l’intero
campo di Fondo
rosa del
1984, sottolineano quanto stretto sia il dialogo con i coevi lavori
di pietra o di legno, quasi un cortocircuito che assesta la pittura
di Consagra in una posizione per nulla secondaria rispetto alla
scultura.
Chiude
l’esposizione la Doppia
bifrontale,
un ferro bianco di cinque metri di lunghezza eseguito nel 2000,
successivamente ingrandito in ancor più monumentali dimensioni
per la sede del Parlamento Europeo di Strasburgo. Per la consueta e
sapiente distribuzione dei pieni e dei vuoti, messa in risalto dalla
purezza di una cromia quasi stridente nel contrasto con
l’architettura di Castelvecchio, l’opera è l’ennesima
formulazione di un pensiero estetico rigoroso.
La
rassegna è ordinata da Gabriella Di Milia, storica dell’arte
e Direttore dell’Archivio Pietro Consagra di Milano, e da Luca
Massimo Barbero, Associate Curator della Peggy Guggenheim Collection
di Venezia, autore di un saggio che, in apertura del ricco catalogo
edito da Skira, traccia uno stimolante itinerario attraverso le opere
presenti nella mostra.
Il
volume è arricchito da un contributo di Fabrizio D’Amico,
docente di storia dell’arte contemporanea all’Università
di Pisa, centrato sulla valenza autonoma della pittura, e da un testo
inedito di Abraham M. Hammacher, tra le voci più autorevoli
della critica specialistica del secondo dopoguerra, che analizza
l’intera ricerca di Consagra con una interpretazione di
sorprendente attualità. Fotografati da Claudio Abate, i lavori
proposti per l’occasione, sono commentati da Francesco Tedeschi,
suddivisi in quattro sezioni; nell’ultima, Paola Marini, Direttore
del Museo di Castelvecchio, introduce i saggi di Giovanni Carandente
e Licisco Magagnato, datati 1977, come prologo allo studio
approfondito delle sculture ubicate nella prestigiosa sede museale.
Il
racconto biografico, con la pubblicazione di numerosi documenti
inediti, è di Francesca Pola, mentre Rosemary Ramsey e Lia
Durante ricostruiscono, rispettivamente, la fortuna critica
d’oltreoceano e le partecipazioni alle Biennali di Venezia. Chiude
il catalogo la ricerca di Laura Lorenzoni che, attraverso un ricco
epistolario, mette in luce i legami di Consagra con gli amici artisti
e i rapporti con critici, storici dell’arte, collezionisti e
direttori di musei europei e americani.
Data inizio: 01-05-2008
Data fine: 01-06-2008
Luogo: Galleria dello Scudo -Arte Moderna e Contemporanea
Indirizzo: via Scudo di Francia 2
Link: www.galleriadelloscudo.com
Telefono: 045 590144