19 luglio - 2 novembre 2008

Manifesta è una tra le più importanti Biennali Europee di Arte Contemporanea. Si differenzia da manifestazioni come la Biennale di Venezia o Documenta di Kassel per la peculiarità di essere un evento itinerante. Precedentemente la manifestazione è stata organizzata da Rotterdam, Lussemburgo, Ljiubljana, Francoforte, San Sebastian.
Questa edizione non è ospitata da una città, ma da un’intera regione, il Trentino – Alto Adige/Südtirol, scelta per il suo patrimonio storico, le sue strutture artistiche e culturali, per i suggestivi edifici di archeologia industriale, per la sua caratteristica di essere storicamente ponte tra la cultura latina e tedesca.

Manifesta 7 ha trovato spazio in sedi scelte fra alcuni dei più significativi edifici storici e di archeologia industriale posti sull’asse del Brennero, da Rovereto a Trento, da Bolzano al Forte di Fortezza in comunicazione gli uni con gli altri: “100 miglia per 100 giorni”.

Oltre alle singole location sarà lo stesso territorio, nel suo complesso, a fungere da catalizzatore di una serie di iniziative collaterali nello sforzo di una ricerca incentrata sulle questioni relative ai rapporti tra culture diverse.

foto: Adam Budak: curatore

FORTEZZA/FRANZENSFESTE

ADAM BUDAK, ANSELM FRANKE/HILA PELEG, RAQS MEDIA COLLECTIVE: "SCENARIOS"

FORTE ASBURGICO, VALLE ISARCO

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L’ex forte asburgico di Fortezza è situato tra il passo del Brennero e Bolzano su una delle vie di comunicazione più importanti d’Europa e sarà una delle quattro sedi di Manifesta 7 nella Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol. La cittadella fortificata, voluta dall’imperatore d’Austria Francesco I, fu consegnata all’esercito austriaco dal suo successore Ferdinando I nel 1838. Fortezza aveva il compito di sorvegliare l’asse viario tra le province meridionali e settentrionali dell’impero asburgico. La costruzione del forte fu determinata da scenari militari che non si realizzarono nel corso dei decenni seguenti. Anche per questo la sua importanza andò riducendosi presto. I suoi cannoni non spararono mai un colpo. La fortificazione e la sua storia costituiscono il contesto artistico dell’esposizione di Manifesta 7.

Il progetto espositivo è intitolato Scenarios e mira a trasformare lo straordinario sito di Fortezza in uno spazio di scrittura con registrazioni voce, testi, luce e paesaggio per alterare la nostra idea di come scenari immaginari formino la nostra comprensione del passato e del futuro, dei fatti e delle possibilità. Scenarios sarà una mostra “immateriale” che si propone di spostare il luogo d’esposizione nell’immaginazione del pubblico che visiterà la fortezza ascoltando. Scrittori provenienti da differenti parti del mondo forniranno dei testi elaborati appositamente per questo contesto.

Scenarios vuole essere una riflessione critica sul ruolo che svolgono gli scenari nella nostra società e nell’immaginazione individuale e collettiva.

Adam Budak, Anselm Franke/Hila Peleg, Raqs Media Collective

SCENARIOS

Dramaturgy by Ant Hampton, Audio Design by Hannes Hoelzl, Furniture Design by Martino Gamper

AUTORI

Shahid Amin, Hélène Binet, Brave New Alps, Adriana Cavarero, Mladen Dolar, Harun Farocki, Karø Goldt, Larry Gottheim, Renée Green, Timo Kahlen, Karl Kels, Thomas Meinecke, Glen Neath, Margareth Obexer, Philippe Rahm, Arundhati Roy, Saskia Sassen, Michael Snow, Saadi Yousef


BOLZANO/ BOZEN

RAQS MEDIA COLLECTIVE: "THE REST OF NOW"

EX ALUMIX, VIA VOLTA 11, BOLZANO/ BOZEN

"Dsc_7524"

L’estrazione del valore da qualsiasi materiale, luogo, cosa o persona, richiede un processo di raffinamento. Durante questo processo, l’oggetto in questione subisce un cambiamento di stato, scindendosi in almeno due sostanze: un estratto e un residuo.
Il residuo è l’accumulazione di tutto ciò che è lasciato da parte quando il valore viene ricavato… non esistono storie di residui, non ci sono atlanti dell’abbandono o memorie di ciò che una persona era ma non poteva essere.
(Raqs Media Collective: With Respect to Residue, 2005)

Cosa traspare da un secondo sguardo più vicino alla velocità dei nostri tempi e alla narrazione del progresso?

A partire da queste considerazioni, il nostro sforzo consiste nella possibilità di sottoporre tali stati di fatto ad una riappropriazione critica. L’ambiente che raccoglie la mostra è una fabbrica di alluminio in disuso a Bolzano: spazio di abbandono e residuo, l’edificio solleva molte domande sulla vita dopo l’estrazione dal ciclo originario: cosa rimane quando non si trova più nulla? Cosa può essere recuperato e ricordato? Come può il residuo diventare motore di significato?

Siamo interessati a riflettere su che cosa succede quando le cose vengono valutate come elementi preziosi del mondo.

Mentre l’Europa è piena di spazi ed eventi artistici che occupano ex edifici industriali, rimangono delle domande su cosa questa associazione – di ricordo di potenza industriale e di malinconia dell’abbandono – voglia significare oggi. In un certo è sintomatico della riluttanza dell’Europa a fare i conti con alcuni aspetti del suo difficile cammino nel XX secolo.

Raqs Media Collective

THE REST OF NOW
ARTISTI

David Adjaye, Stefano Bernardi, Kristina Braein, Yane Calovski, Candida TV, contemporary culture index, Neil Cummings and Marysia Lewandowska, Harold de Bree, Latifa Echakhch, Marcos Chaves, etoy.CORPORATION, Anna Faroqhi, Ivana Franke, Matthew Fuller, Francesco Gennari, Ranu Ghosh, Rupali Gupte and Prasad Shetty, Anawana Haloba in collaboration with Francesca Grilli, Graham Harwood, Nikolaus Hirsch & Michel Müller, Hiwa K, Emre Hüner, Helen Jilavu, Sanjay Kak, Zilvinas Kempinas, Reinhard Kropf and Siv Helene Stangeland, Anders Krueger, Lawrence Liang, Charles Lim Yi Yong, m-city, Teresa Margolles, Walter Niedermayr, Jorge Otero-Pailos, Martin Pichlmair, Piratbyrån Party (featuring a performance by Jem Noble), Jaime Pitarch, Prof. Bad Trip, Kateřina Šedá, Dayanita Singh, TEUFELSgroup, Meg Stuart, Melati Suryodarmo, Jörgen Svensson, Hansa Thapliyal, Alexander Vaindorf, Judi Werthein, Graham Harwood, Richard Wright, Matsuko Yokokoji,
Darius Ziura

SPECIAL PROJECTS
Hot Desking: Four broadsheets, four cities, four events
A project in collaboration with Konstfack Curator Lab
Hot Desk Paris: J’aime beaucoup ce que vous faites
Hot Desk Istanbul: Muhtelif
Hot Desk Stockholm: Site Magazine
Hot Desk Rome: Nero Magazine

Tabula Rasa: 111 days on a long table
A project by Denis Isaia in conversation with Raqs Media Collective

“The Rest of Now” will be accompanied by a print publication edited by novelist Rana Dasgupta containing texts and images by Irina Aristarkhova, Ursula Biemann, Ingrid Book and Carina Hedén, Espen Sommer Eide, Lakhmi Chand Kohli, Anders Kreuger, Ove Kvavik, J Robert Lennon, Lawrence Liang, Daniel Magnusson, Christien Meindertsma, Naeem Mohaiemen, Jeffrey Schnapp, Ravi Sundaram, Jeet Thayil, Cédric Vincent, and others.


TRENTO

ANSELM FRANKE/HILA PELEG: "THE SOUL (or, Much Trouble in the Transportation of Souls)"

PALAZZO DELLE POSTE, VIA S.S. TRINITA’ 27, TRENTO

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Questo progetto propone di esaminare l’Europa di oggi non come un’entità geopolitica in espansione ma dal punto di vista della sua psiche o della sua anima. Trento, la città storica del Concilio di Trento, fornisce lo sfondo immediato al progetto in questa sezione di Manifesta 7.
Come un’archeologia di rovesciamenti tra il dentro e il fuori, l’io e l’altro, l’individuo e il collettivo, The Soul (l’anima) segue la svolta verso l’interno dei confini espansionistici della modernità europea e indica che la produzione, la mobilizzazione e la rappresentazione del sé interiore costituiscono una frontiera finale, un ultimo fuori.

Qui l’anima non é capita o trattata come un fatto ma come un oggetto culturale, un’allegoria per le relazioni sociali forgiate dalle idee e dalle tecniche del potere. Come nella “scoperta” di un continente, queste tecniche hanno prodotto e inventato un’entità che di certo rilevano oggettivamente.

Fu proprio a Trento che si articolò la dottrina cattolica della relazione tra l’anima e la rappresentazione, circa cinquecento anni fa.

La storia si svolge nel corso della mostra come una serie di musei in miniatura che abbozzano dei racconti incompleti, o alternativi, racconti possibili della psiche e dell’anima.

A lato di questo susseguirsi di musei speculativi, The Soul raccoglie delle nuove, speciali opere di oltre trenta artisti che lavorano in Europa ed altrove. Alcuni contributi si riconnettono con il sito dell’esibizione e con il contesto storico, politico e regionale. Altri prendono la forma di ricerche storiche “profonde” confrontandosi con i contenuti mitici della storia europea, con le tecnologie del potere e il potere delle tecnologie culturali. L’intera mostra si basa sulla ricerca di una lingua capace di identificare ed articolare nuove forme di esclusione e la possibilità di capovolgere le forme del controllo sociale.

Anselm Franke / Hila Peleg

THE SOUL
(or, Much Trouble in the Transportation of Souls)
CONTRIBUTORS

Nader Ahriman, Maria Thereza Alves / Jimmie Durham / Michael Taussig, Tamy Ben-Tor, Attila Bruni, Beth Campbell, Fabio Campolongo, Marcus Coates, Peter Coffin, Keren Cytter, Jos De Gruyter / Harald Thys, Massimiliano & Gianluca De Serio, Brigid Doherty, Omer Fast, Peter Friedl, Stefano Graziani, Tom Holert / Claudia Honecker, Karl Holmqvist, Hannah Hurtzig, Joachim Koester, Andree Korpys / Markus Löffler, Kuehn Malvezzi, Daria Martin, Angela Melitopoulos, Xisco Mensua, Valérie Mréjen, Rabih Mroué, Andreas Müller, Sina Najafi / Christopher Turner, Rosalind Nashashibi, Luigi Ontani, Ria Pacquée, Bernd Ribbeck, Pietro Roccasalva, Roee Rosen, Christoph Ruckhäberle, Natascha Sadr Haghighian, Florian Schneider, Eyal Sivan, Josef Strau, Javier Tellez, Althea Thauberger, Anne-Mie Van Kerckhoven, Barbara Visser, Klaus Weber,
Eyal Weizman

Testi in Pubblicazione:
Franco Berardi, Brigid Doherty, Tom Holert, Maurizio Lazzarato, Eva Meyer, Avi Pitchon, Renata Salecl, Michael Taussig, Anne-Mie Van Kerckhoven, Eyal Weizman, et al.


ROVERETO

ADAM BUDAK: "PRINCIPLE HOPE"

EX PETERLINI, VIA SAVIOLI 20 – MANIFATTURA TABACCHI, PIAZZA MANIFATTURA 1

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Il progetto espositivo sviluppato dall’ equipe curatoriale di Adam Budak per Manifesta 7 (Nina Möntmann, Tobi Maier, Krist Gruijthuijsen, Office for Cognitive Urbanism – Christian Teckert e Andreas Spiegl), si focalizza sulla mappatura e sull’analisi dell’ecologia – sia culturale che politica- dello spazio e del suo carattere pubblico. In quanto tale, mira all’elaborazione di strategie (espositive) provvisorie e allo sviluppo di strumenti di (discussione) critica che conducano verso UN ALTRO (manifesto cortese per lo) spazio pubblico.

Il regionalismo critico – “una vita locale consapevole di se stessa”- viene utilizzato come mezzo per risolvere le tensioni tra globale e locale, modernità e tradizione, costituendo in questo modo una forma di resistenza, ovvero una decisa reazione alla norma, a standard, pratiche e forme – oltre che a condizioni tecnologiche ed economiche – universali.

La regione Trentino Alto Adige (come ospite di Manifesta 7), ed in particolare Rovereto (come la più piccola città nella storia di Manifesta sino ad ora) con le sue location post-industrali (le sedi espositive dell’ex-Peterlini e della Manifattura Tabacchi), diventano casi di studio nel processo di ridefinizione del vernacolare in un ambiente sociale e culturale dove le suddivisioni tra pubblico e privato sembrano essere sempre più sfumate, in precaria oscillazione tra il concetto autonomo, e non ancora costituito, di post-politico, ed una micro-struttura di costruzione di un’identità comune che, emancipandosi, va oltre lo Stato.

Inoltre, la mostra considera l’etnologia dello spazio come riferimento metodologico per analizzare il locale “minore”, concreto, piccolo, apparentemente insignificante e marginale, in un paesaggio dissestato dai ritardi della ristrutturazione e della trasformazione post-industriale. Il progetto mira a condurci attraverso i dilemmi del principio che informa e caratterizza la nostra vita, in una dimensione permanente di passaggio tra una (concreta) utopia e la promessa di un incontro reale. Come cogliere il “non-ancora” dello sviluppo (sociale e politico) dell’Essere? Come riconoscere una traccia di speranza nel frastuono retorico che ci prospetta un futuro (già) corrotto? La speranza è il delinearsi, a livello mentale, di una proiezione (ottimista) verso parametri spazio-temporali non-ancora-definiti (o, per meglio dire, non-ancora-consapevoli); un movimento verso ciò che non è ancora stato rivelato e verso l’ignoto: “uno spazio di apparizione immaginato”, un operatore del vernacolare. Come tale, la speranza risulta essere un concetto ibrido, un mediatore tra teoria e prassi, l’attore di un’identità (anticipatrice).

Adam Budak

PRINCIPLE HOPE – ROVERETO
ARTISTI

Alterazioni Video, Michelangelo Antonioni, Knut Åsdam, Bernadette Corporation, Margrét H. Blöndal, Michal Budny, BURGHARD, Nina Canell, Libia Castro & Ólafur Ólafsson, Claire Fontaine, Oskar Dawicki, Evelina Deicmane, Rä di Martino, Miklós Erhardt and Little Warsaw, Igor Eskinja, Tim Etchells, fabrics interseason, Famed, Didier Fiuza Faustino, João Maria Gusmão + Pedro Paiva, Heide Hinrichs, Heidrun Holzfeind, Runa Islam, Ricardo Jacinto, Ragnar Kjartansson, Barbora Klímová, Daniel Knorr, Adam Leech, Deborah Ligorio, Miks Mitrevics, Christian Philipp Müller, Ewa Partum, Gianni Pettena, Riccardo Previdi, Philippe Rahm, Pamela Rosenkranz, Janek Simon, Luca Trevisani, Tatiana Trouvé, Uqbar Foundation, Guido van der Werve, Nico Vascellari, Danh Vo, Johannes Vogl, Stephen Willats, ZimmerFrei





Data inizio: 19-07-2008
Data fine: 02-11-2008
Luogo: Sedi varie
Link: http://www.manifesta7.it
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