3 spazi, 183 serate di spettacolo, 18 compagnie.
Come di consueto ritorna la rassegna teatrale nei cortili con le compagnie amatoriali veronesi.
Verona, come noto, è una delle città italiane con maggiore sviluppo del teatro amatoriale: non solo è alto il numero delle compagnie presenti, ma anche per il livello qualitativo raggiunto, testimoniato dai molti riconoscimenti ricevuti nei vari festival.
L’attenzione dell’Amministrazione Comunale nei confronti del teatro amatoriale è molto viva e si è concretizzata con la messa a disposizione di spazi attrezzati per la realizzazione di questa rassegna da circa venticinque anni, con l’istituzione del Premio Totola dedicato all’autore italiano contemporaneo, nonché con la scelta di introdurre una nutrita presenza di compagnie nel cartellone del Teatro Camploy.
Cartellone molto eterogeneo, con opere di autori italiani e stranieri, e con alcuni liberi adattamenti. Emerge chiara la preferenza verso il contemporaneo e verso commedie ironiche, anche se capaci di offrire spunto per intelligenti riflessioni.
CHIOSTRO di S. EUFEMIA
Apre la stagione dei cortili la compagnia Teatro Armathan che dal 17 al 24 giugno è in scena con il testo di David Conati “Cercasi suicida disperatamente”. Dopo una banale lite con la moglie il protagonista, un disoccupato, lascia la famiglia, ma da un gesto così semplice che racconta le quotidiane vicissitudini di una persona normale, nasce un caso straordinario. La consorte teme che l’uomo si voglia suicidare, la voce corre e provoca il materializzarsi sulla scena di tutta una serie di personaggi che pretendono “il gesto estremo” per i loro meschini interessi. Spettacolo grottesco, forte, divertente e drammatico che tratta un tema insieme attuale e senza tempo.
Dal 25 al 28 giugno è in scena la compagni Quarta Parete con “Ritratto di un pianeta” di Friedrich Dürrenmatt. Sei creature, tre maschi e altrettante femmine, dai nomi evocanti la genesi biblica, osservano distrattamente un sole nell’universo che sta per esplodere… ed ecco che il lampo di luce del sole esploso appare come il flash di una macchina fotografica che ritrae la nostra terra per l’ultima volta. Gli attori diventano personaggi di una quotidianità fatta di azioni momentanee; la regia ci riporta ad osservare la nostra esistenza, spesso fatta di scene banali, assurde, monotone o grottesche in cui si odia, si ama, si muore di fame, si sfrutta l’altro, si uccide, si gozzoviglia, si dispera o … si spera.
Prosegue la rassegna la compagnia La Pocostabile dal 1 al 10 luglio con “Il medico per forza” di Molière, brillante divertimento dove un taglialegna diventa, suo malgrado, un acclamato medico in grado di guarire la giovane donna muta. Il testo deve la sua originalità alla tradizione della farsa e della commedia dell’arte sapientemente evocate dalla genialità teatrale dell’autore. La regia sottolinea la gestualità comica, costantemente presente, ma mai gratuita, la fantasia verbale calata dalle vulgate francesi alle cadenze dialettali italiane, i detti giocosi, il latino maccheronico del protagonista, affiancando insolitamente una messinscena tradizionale all’utilizzo del multimediale.
Continua la compagnia G.T.V. Niù con “L’anfora” di Achille Campanile dal 12 al 19 luglio. L’azione prende vita davanti ad una bottega d’anticaglie e ruota attorno ad una vecchia anfora portata in bottega da un giovane e squattrinato avvocato innamorato delle figlia dell’antiquario. L’azione si ingarbuglia tra vari equivoci e giochi di coppie, più o meno clandestine e un vecchio testamento, il tutto servito da un’improbabile cameriera che si scopre essere una e trina… Il divertente testo anche se non raggiunge i vertici di surrealismo che caratterizzano molta della produzione dell’autore, appare molto ritmico, con situazioni in continua evoluzione e colpi di scena.
Dal 20 luglio al 2 agosto andrà in scena “Un esilarante giorno di follia” di Donato De Silvestri a cura della compagnia Gli Insoliti Noti. Demetrio, esperto d’arte, accetta di fingersi psichiatra per aiutare una giovane madre rimasta disoccupata e con una causa di separazione in corso. In un’escalation incontrollata di eventi si trova a dover fare i conti con un buffo operaio, un’assistente sociale, matti, funzionari di polizia veri e fasulli, nonché con un misterioso quadro. Equivoci e gags si alternano in un ritmo irresistibile coinvolgendo gli spettatori in un gioco comico che si rinnova incessantemente e che propone anche momenti intensi di riflessione sull’amicizia, la diversità e su una società tecnologica in bilico tra finzione e realtà.
Dal 4 al 12 agosto la compagnia La maschera presenta “Frankenstein Junior” adattamento dall’omonimo film del regista Mel Brooks, che ne firmò anche la sceneggiatura insieme al protagonista Gene Wilder. Non ignorando il testo di Mary Shelley, l'intento è di far rivivere sulla scena la fortunata parodia hollywoodiana riproponendo la storia del dottor Frankenstein e delle sue farsesche disavventure nel tentativo di ripetere il macabro esperimento di rianimazione di un cadavere. Ritroviamo tutti i personaggi di quello che ormai è divenuto un vero e proprio cult movie della comicità surreale: il pasticcione servitore Igor, Frau Blucher, l’avvenente assistente, l’ispettore, la fidanzata ufficiale e ovviamente la Creatura.
La compagnia Lavanteatro si cimenta dal 14 al 23 agosto su un corrosivo testo di Alan Ayckbourn “Festa in famiglia”, nel quale vengono rappresentati, col tipico humor inglese, i rapporti lacerati, la nevrosi, l’infelicità e le difficoltà affettive di una famiglia riunita a festeggiare un anniversario di matrimonio. Lo sforzo interpretativo che la regia richiede agli attori, giocando su battute taglienti, è quello di valorizzare gli aspetti psicologici di ciascun personaggio, riuscendo anche a mettere in relazione i soggetti antitetici che convivono nel nucleo famigliare. Uno spettacolo in cui la risata non manca, pur lasciando quel gusto amaro in bocca che neanche il finale volutamente aperto a differenti interpretazioni riuscirà del tutto a cancellare.
Dal 24 al 31 agosto “Amleto in salsa piccante” di Aldo Nicolaj è la rilettura in chiave comica del grande dramma elisabettiano presentata dalla compagnia Einaudi-Galilei. L’ambientazione, sempre nel castello di Elsinore, non è nelle stanze regali, bensì nella cucina del palazzo tra i manicaretti più prelibati. Il cuoco Froggy e la sua sgangherata famiglia sono costantemente al lavoro tra i fornelli, mentre rivediamo scorrere, nella chiave ilare e scherzosa scelta dalla regia, tutti i personaggi della tragedia dell’Amleto. Gli attori, accompagnati dalle ironiche musiche di Gianantonio Mutto, si destreggiano tra momenti più apertamente comici, altri pseudo-drammatici, altri parodistici, come nel finale dove alla celebre battuta “il resto è silenzio” risponde un collettivo rumor di mascelle intente a sgranocchiare.
CHIOSTRO S. MARIA IN ORGANO
Apre la Compagnia Renato Simoni il 4 luglio fino al 15 con “Le donne di buon umore” di Carlo Goldoni, versione in lingua italiana del suo testo “Le morbinose”. La regista Luciana Ravazzin ha scelto una frizzante commedia tutta centrata su una caratterizzazione elementare ma efficace, il “morbin”, tipica espressione veneziana che significa allegria e caratterizza la simpatia delle donne protagoniste. Giovinezza e vecchiaia, vitalità e malinconia del tramonto si confrontano in un sorridente scambio di battute: il morbin nella sua leggerezza sembra compensare un faticoso vivere quotidiano. La giocosità dell’intreccio e le figure che si prestano a caratterizzazioni d’impatto immediato, conservano una freschezza per nulla appannata dal tempo.
Prosegue dal 17 al 27 luglio Il Teatrino con “Pene d’amor perdute” di William Shakespeare. Il re di Navarra e i suoi fidati amici giurano di digiunare, studiare e non vedere donne per tre anni, ma l’arrivo della Principessa di Francia con le sue damigelle pone complicati obblighi di ospitalità. Nel frattempo nascono idilli amorosi ed equivoci. Commedia di galanteria e scherzo, leggera e graziosa che impone, lontano dagli occhi e dal cuore, pene d’amor perdute! Il tutto intrecciato da un linguaggio truffaldino che travolge con maestria tutti i personaggi: una girandola di bisticci, allusioni, una raffinata schermaglia dove Cupido s’insinua, divertito.
La compagnia La Formica è in scena, dal 29 luglio al 7 agosto con “Il giardino dei ciliegi” di Anton Čechov, dove il mondo surreale della protagonista si dissolve con la perigliosa vendita all’asta del magico giardino qui rappresentato con una bianca gelata. Il testo riflette i grandi cambiamenti economici, sociali e culturali che l’inizio del XX secolo portava con sé e l’impatto di questi sulle persone, quelle stesse persone che l’autore criticava in quanto incapaci di adattarsi alla nuova Russia. Alla ricerca dell’essenza del capolavoro cechoviano, la regia opera una riduzione della vicenda ad una sequenza di quadri che racchiudono e costringono i protagonisti entro i confini del ricordo e della rievocazione.
Dal 9 al 20 agosto è la volta della Compagnia Veronese di Operette che ci propone un frizzante adattamento di David Conati “Il giovane Mozart alle nozze di Figaro” dal celebre libretto di Lorenzo Da Ponte. La trama ripropone la vicenda dell’opera, ma il personaggio di Cherubino viene sostituito dal giovane Mozart che vive nel palazzo del Conte di Almaviva con il compito di comporre un’opera da rappresentare il giorno delle nozze di Figaro. L’ambientazione e i costumi rimangono fedeli all’epoca, l’opera, grazie al libero e giocoso intervento di Conati, si caratterizza come una commedia musicale di linguaggio attuale dove le arie mozartiane sono interpretate con alcuni ritmi moderni.
Chiude dal 22 al 31 agosto la compagnia Tabula Rasa con “Trappola Mortale” di Ira Levin, spettacolo nel quale ci troviamo immersi nella crisi creativa di un autore teatrale. Pur di non perdere il successo il protagonista decide di impossessarsi dell’opera di una giovane scrittrice di talento che gli ha inviato un manoscritto. Il progetto è di uccidere la donna. Ma il gioco perverso non ha soluzioni positive, alla fine la vanità dell’uomo e la mancanza di amore schiacciano i personaggi in un labirinto senza uscita. Puntando su una recitazione ed una scenografia naturalistiche, la regia ha costruito un thriller complesso, ricco di divertimento e suspense, capace di mantenere alta l’attenzione.
CORTILE EDUCANDATO AGLI ANGELI
Apre la rassegna al Cortile dell’Educandato Agli Angeli la compagnia Filodrammatica Partenopea, dal 21 al 28 giugno, con lo spettacolo “La Fortuna con l’effe maiuscola” che porta la firma di Eduardo De Filippo e Armando Curcio. La commedia, ambientata nella Napoli post-bellica, tratta della miseria e dell’arte di arrangiarsi attraverso uno spaccato di vita familiare dove emerge la condizione di bisogno materiale e morale, di ingiustizia sociale ed esistenziale, accanto alla speranza di migliorare. La famiglia in questione versa nella povertà più assoluta, cercando di sopravvivere, come meglio possibile, alla più completa indigenza, fino a che all’improvviso la ricchezza la perseguita, dando l’occasione di approfittare di un benessere fino a quel momento sconosciuto.
La Compagnia Giorgio Totola presenta il 30 giugno e il 1 luglio lo spettacolo “In viaggio verso il sole (Il congresso degli uccelli)” libero adattamento di Carla Totola da Farid Ad-Din Attar. Narra di un viaggio spirituale simbolicamente espresso nel “volo degli uccelli”: l’anima cerca di raggiungere il mistero del divino, ma per fare questo dovrà liberarsi dalla superbia, dall’orgoglio, dall’invidia, dalla violenza, dall’ansia e dalle illusioni dell’esistenza. Ogni uccello viene invitato dall’upupa, guida spirituale, a ripercorrere un doloroso e difficile viaggio interiore teso al solo ascolto delle “ragioni del cuore”. La regia, attraverso l’opera di Attar, ha cercato di sottolineare, nel lavoro di ricerca interiore degli attori, che la ricchezza del cuore è la sola verità che l’uomo possiede.
Prosegue la stessa compagnia dal 3 al 13 luglio con “I pettegolezzi delle donne” di Carlo Goldoni. Il tema del pettegolezzo e dei suoi effetti serve a unificare non solo un mondo popolare e quotidiano di sartine, merciaie, lavandaie, gondolieri, artigiani con l’immancabile Arlecchino, ma coinvolge trasversalmente tutte le classi sociali. Vittime loro malgrado gli uomini e soprattutto il povero Beppo che dovrà decidere se preferire l'amore alla reputazione. Ancora una volta l'autore, per riuscire a modellare un ritmo più arioso e complesso, ha usato i personaggi femminili ottenendo un risultato corale di rilievo affrontando tematiche e analizzando sentimenti che appaiono ancora attualissimi.
Dal 16 luglio al 3 agosto in scena La Barcaccia con “C’era un sacco di gente, soprattutto giovani” da un testo di Umberto Simonetta, adattamento originale e regia di Roberto Puliero. “Un sacco di gente, soprattutto giovani” affolla trepidante provini e concorsi rincorrendo fama, ricchezza, libertà. Ex aspiranti artisti più o meno falliti li sottopongono a giudizio con lo scopo di creare nuovi miti da dare in pasto alle illusioni del pubblico giovanile... Con il trascinante divertimento d’un linguaggio grottesco al limite dell’assurdo, lo spettacolo fotografa in realtà un pittoresco mondo di sogni e ambizioni oggi più che mai sotto la luce dei riflettori.
Prosegue la rassegna dal 7 al 23 agosto la compagnia Estravagario con “L’incredibile storia del medico dei pazzi (suonare pensione stella)” rielaborazione di Alberto Bronzato, Davide Conati e Massimo Meneghini dall’opera O miedico d’è pazze di Eduardo Scarpetta. Il valore della commedia trova la sua peculiarità nella caratterizzazione dei personaggi e la regia di Bronzato agisce valorizzando questa componente e dando spessore allo specifico di ogni “maschera”, con l’aggiunta di componenti che spaziano dall’avanspettacolo, alla commedia dell’arte, al balletto, ad atmosfere clownesche. Esilarante diventa la galleria di personaggi che sfilano in questa antica pochade restituita alla sua vera origine.
La compagnia Trixtragos, dal 25 al 31 agosto, propone “Quattro passi nel delirio”, adattamento di quattro famosi racconti di Edgar Allan Poe, firmato da Stefano Carrera e Pietro Messina. Personaggi strani si alternano in un’ambientazione surreale immersa in un’atmosfera fatta di luci, suoni, rumori ed immagini. Le musiche di Messina sottolineano il clima di sospensione e d’attesa di qualche avvenimento straordinario tra sonno e veglia, in sogni notturni non sempre tranquilli. Gli spettatori verranno abilmente coinvolti in questa dimensione grazie anche alla presenza di filmati e disegni animati.
info:
Teatro
Camploy, Via Cantarane 32 – 37129 Verona
Tel
0458009549 Fax 0458009558
Data inizio: 12-06-2008
Data fine: 00-00-0000