Venerdì 27 marzo 2009  ore 21.00
Teatro Nuovo di Verona

Ultimo ed atteso appuntamento del Festival Atlantide, la rassegna promossa da I Virtuosi Italiani in collaborazione con la Fondazione Atlantide Teatro di Verona. Il concerto, dal titolo “Omaggio ai Beatles”, offrirà una prima assoluta di trascrizioni per voce femminile e orchestra di canzoni del celebrato gruppo di Liverpool, con la straordinaria interpretazione di Cristina Zavalloni, al suo debutto a Verona, insieme ai Virtuosi Italiani diretti da Aldo Sisillo.


Undici dei più importanti titoli della band di Liverpool, da Michelle a Let it be, da Yesterday fino a I want to hold your hand saranno interpretati dalla Zavalloni in perfetto “Beatles style”, con cura e meticolosità tipiche dell’espressione di matrice “colta”.

«La lettura “integrale” dei brani dei Beatles che daremo in quest’occasione, i Virtuosi Italiani ed io, complice il lavoro dei nostri arrangiatori GianAntonio Mutto e Raffaele Tiseo», ha affermato Cristina Zavalloni, «vuol essere un atto di giustizia, da parte nostra, nei confronti della rivoluzione musicale messa in atto dal gruppo, i cui esiti hanno avuto ripercussioni ben al di là dell’ambito della “musica leggera”, e ben oltre il loro tempo. L’irriverenza iconoclasta del loro modo di comporre, guidata dal loro feroce istinto musicale, è stata infatti in grado di stravolgere non solo le regole della musica “colta” di ogni epoca, ma anche quelle “non scritte” della “musica leggera” di allora e, ante litteram, persino quelle che vengono considerate irrinunciabili nella musica rock e pop di oggi.

Al pari di quanto fecero i Beatles quindi, verranno riproposti gli interventi repentini degli strumenti obsoleti o esotici, usati per ottenere effetti di straniamento spazio temporale, come nel caso della tromba barocca in Penny Lane. Allo stesso modo, è stato parimenti “ignorato” –– tra le regole di scrittura ritenute fondamentali tutt’oggi – il precetto di non introdurre strumenti musicali destinati, dopo poche battute, a sparire dagli orizzonti uditivi dell’ascoltatore; cosa che invece i Beatles facevano regolarmente, con beffarda, quanto finta, inconsapevolezza. In sintesi quindi: siamo noi, stavolta, ad andare – pur in veste di musicisti della tradizione “colta” - incontro ai Beatles, come una vera e propria “tribute band”».


Sul suo incontro con il sound della Beat Generation “nudo e crudo”, la Zavalloni, icona mondiale della musica contemporanea e nota per la sua abilità d’improvvisazione jazz precisa: “La generazione musicale di matrice jazz e colta a cui appartengo ricorda forse maggiormente il sound di quanti in questi anni hanno trascritto ma soprattutto reinterpretato le canzoni dei Beatles – per quanto mi riguarda, in testa vi sono le reinterpretazioni di Berberian-Andriessen, da cui questa operazione si discosta definitivamente - e di quanto non ricordi il loro sound originario. La riscoperta e la rilettura in chiave “filologica” dei Beatles, da parte mia, affluisce naturalmente in un periodo di grande riflessione sulla musica degli anni sessanta, da sempre uno dei miei “miti” musicali, da cui sono recentemente nati un nuovo disco contenente mie riletture delle chanson di Aznavour, con i quartetto IDEA (in uscita in maggio per l’etichetta EGEA ndr) e la realizzazione di un video musicale un po’ Twiggy- style ….»


Dietro a questa operazione, non a caso, vi è una “regia intelligente” e corale, che ricongiunge gli intenti, oltre che di un’interprete, di un direttore musicale quale Aldo Sisillo, che già in occasione del Mondo Cane tour di Mike Patton (il band leader dei Faith no more) ha avuto il merito di realizzare progetti che avvicinassero musicisti (hard) rock alla canzone italiana degli anni cinquanta e sessanta. E non in ultimo, delle scelte artistiche del Festival Atlantide diretto da Alberto Martini e de I Virtuosi Italiani, dalla cui attenzione al contemporaneo (ricordiamo a tal proposito le loro collaborazioni con Ludovico Einaudi, Uri Craine, Paolo Fresu, Giovanni Allevi) deriva oggi un successo di pubblico trasversale. Tutti segni ineludibili, questi, che gli universi della musica “colta” e della musica “leggera”, per usare una distinzione oggi forse del tutto archiviabile, abbiano finalmente maturato un rapporto di intensa e complice reciprocità.

Informazioni di biglietteria
Teatro Nuovo, Piazza Viviani 10, tel. 045 8006100
Fnac, Via Cappello 34, tel. 045 8063811
Box Office, Via Pallone 12/a, tel. 899 199057


Biglietti (posto unico numerato)
Platea intero € 24 ridotto € 20
Balconata intero € 20 ridotto € 16
1aGalleria intero € 14 ridotto € 12
2aGalleria intero € 12 ridotto € 10





NOTE BIOGRAFICHE

CRITINA ZAVALLONI - Da molti considerata l'erede naturale di Cathy Berberian, la Zavalloni, alterna un’intensa attività in ambito jazzistico ad una carriera internazione d’interprete di musica contemporanea, in quanto “musa” di Louis Andriessen e interprete delle prime di autori quali McMillan, Nyman, Boccadoro. A queste, grazie ad una peculiare predisposizione vocale – che oltre alla comunanza di “spirito” musicale, le è valsa il lusinghiero paragone con la Berberian - la Zavalloni affianca “a sorpresa” escursioni a ritroso del repertorio lirico, belcantistico e barocco, spaziando da Monteverdi a Stravinsky.

Timothy Brock

Compositore e direttore d’orchestra, lo statunitense Timothy Brock è uno dei più grandi specialisti del nostro tempo della musica per film muti. Nel 1989, all’età di 25 anni, è stato nominato direttore della Olympia Chamber Orchestra, incarico che ha mantenuto per 11 anni, durante i quali ha dato la prima esecuzione moderna di musiche di Copland, Milhaud, Erwin Schulhoff, Shostakovich, Sibelius e Viktor Ullmann.

La sua passione per il film muto ha avuto inizio nel 1985, quando gli è stata commissionata una partitura per accompagnare il film di G.W. Pabst, Il Vaso di Pandora. Da allora ha composto o restaurato delle partiture originali per una trentina di film muti, ricevendo commissioni dall’Orchestra Sinfonica di Berna (2002) per una partitura per Steamboat Bill Jr. di Buster Keaton, dalla BBC Television per un documentario su Charlie Chaplin e dal New Zealand Film Festival (insieme alla casa editrice Boosey & Hawkes) per la restaurazione dell’unica partitura di Dmitri Shostakovich per il cinema muto, New Babylon(1929).

Collabora assiduamente con l’Associazione Chaplin di Parigi dal 1999, anno in cui ha ricevuto una commissione dalla Los Angeles Chamber Orchestra per ricostruire le musiche - dello stesso Chaplin - per il film Tempi Moderni(prima esecuzione a Los Angeles nel 2000). Da allora Brock ha diretto oltre 150 serate per la famiglia Chaplin, restaurando inoltre le partiture musicali per altri celebri film di Chaplin: The Circus, City Lights, A Dog’s Life, Shoulder Arms, The Pilgrim e Pay Day. Ultimamente ha ricostruito la partitura per l’unico dramma romantico di Chaplin, A Woman of Paris (1923), ottenendo un grande successo personale alla sua prima mondiale a Bologna nel luglio 2005.

Timothy Brock ha diretto oltre 50 orchestre in quattro continenti diversi. Tra queste ricordiamo la BBC Concert Orchestra alla Royal Festival Hall di Londra, la Radio-Philharmonie di Hannover, la Filarmonica ‘900 del Teatro Regio di Torino, l’Orchestra della Toscana, l’Orchestra Sinfonica di Yamagata in Giappone, le Orchestre da Camera di Vienna e di Zurigo e l’Orchestra Sinfonica di Stato di Atene. Ultimamente ha diretto alla Lincoln Center di New York e alla Barbican Center di Londra, esibendosi inoltre con l’Orchestra Filarmonica di Rotterdam, le Orchestre Nazionali di Lione e di Lilla e con l’Orchestra Sinfonica di Barcellona. Tra il 2004 e il 2005 ha diretto in Italia, Svizzera, Germania, Francia, Gran Bretagna, Portogallo, Olanda, Repubblica Ceka, Islanda, Nuova Zelanda e Stati Uniti.

Timothy Brock si esibisce anche in programmi puramente sinfonici, con una particolare attenzione alle musiche messe al bando dal regime del Terzo Reich (la cosiddetta Entartete Musik) e alle musiche per il cinema degli anni ‘30, ‘40 e ‘50 (Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma, 2003).

Nel corso della stagione 2005-2006, Timothy Brock dirige per la seconda volta in stagioni consecutive le Orchestre Nazionali sia di Lione che di Lilla e si esibisce alla Cité de la Musique di Parigi con l’Orchestra Sinfonica del Conservatorio parigino con le musiche di Shostakovich per New Babylon.

I VIRTUOSI ITALIANI

I Virtuosi Italiani, complesso nato nel 1989, è una delle formazioni più attive e qualificate nel panorama artistico internazionale. Molteplici sono le collaborazioni con solisti e direttori di fama internazionale: Lazar Berman, Fabio Biondi, Stanislav Bunin, Giuliano Carmignola, Mariella Devia, Enrico Dindo, Patrick Gallois, Bruno Giuranna, Natalia Gutman, Micha Maisky, Barbara Hendricks, Katia e Marielle Labèque, Pierre Amoyal, Krystoph Penderecki, Julian Rachlin, Vadim Repin, Dmitri Sitkovetsky, solo per citarne alcuni.

I Virtuosi Italiani si sono esibiti per i più importanti teatri quali il Teatro alla Scala, il Teatro del Verme, la Sala verdi a Milano, il Maggio Musicale Fiorentino, il Teatro La Fenice di Venezia, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, il Teatro Comunale di Modena, il Teatro Regio di Parma, il Teatro Filarmonico di Verona. Numerose le tournées all’estero: Europa, Russia, Iran, Corea, Stati Uniti d’America, Turchia.

L’attività discografica è ricchissima, con più di 50 cd registrati per le maggiori case discografiche ed oltre 400.000 dischi venduti in tutto il mondo. Nel 2004 hanno conseguito con il suo leader Alberto Martini il prestigioso premio “Choc de la musique” assegnato da Le Monde de la Musique per la superba interpretazione delle opere di F. A. Bonporti. Tra le numerose incisioni per Chandos, Emi, Tactus, Naxos, Arts e Dynamic spicca, nella doppia veste di direttore e solista in prima mondiale, l’integrale dell’opera di F. A. Bonporti, per la quale ha ricevuto vari premi discografici, tra i quali: “Cinque stelle – Premio Goldberg” della omonima rivista tedesca, il “Diapason d’or” della rivista francese Diapason, “Choc de la Musique” della rivista francese Le Monde de la Musique, oltre a vari “5 Stelle” della rivista italiana Musica.


Significativo è anche l’interesse da sempre dimostrato per il repertorio “di confine”, strada che I Virtuosi Italiani hanno seguito al più alto livello collaborando con artisti del calibro di Chick Corea, Goran Bregovic, Michael Nyman, Franco Battiato, Giovanni Allevi e Ludovico Einaudi.


I Virtuosi Italiani sono ideatori ed interpreti di tre stagioni musicali a Verona: il “Festival Atlantide” al Teatro Nuovo, “I Concerti della Domenica” e le “Serate Musicali” in Sala Maffeiana.


Direttore principale ospite dei Virtuosi Italiani è Corrado Rovaris.


ALDO SISILLO


Nato a Napoli, ha compiuto i suoi studi musicali presso i Conservatori di Napoli e Bologna e, nel frattempo, si è laureato all’Università di Bologna in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo, indirizzo musicale. Ha studiato Direzione d’orchestra con i Maestri Massimo de Bernart, Vladimir Delman e Gianluigi Gelmetti.

E’ stato invitato in qualità di direttore ospite da istituzioni sinfoniche italiane ed estere, tra cui l’Orchestra Haydn di Bolzano, l’Orchestra Alessandro Scarlatti della RAI di Napoli, l’Orchestra Regionale Toscana, la Arturo Toscanini dell’Emilia Romagna, l’Orchestra del Regio di Parma, l’Orchestra Sinfonica di Bari, l’Istituzione Sinfonica Abruzzese dell’Aquila, l’Orchestra Sinfonica di Lecce, l’Orchestra Sinfonica di Sanremo, l’Accademia Liszt di Budapest, il Teatro nazionale di Spalato, l’Orchestra Sinfonica della Radiotelevisione di San Pietroburgo, Moscow Radio&TV Symphony Orchestra ed il Festival di Ravello.Ha diretto in enti lirici quali il Teatro Comunale di Bologna, il Teatro Massimo di Palermo, il Teatro dell’Opera di Roma, il Teatro Nazionale di Atene e nei teatri di Modena, Ferrara, Lucca, Livorno, Pisa, Ravenna, Ente Luglio Trapanese, Bergamo e Bolzano. Nel novembre 2007 ha inaugurato le celebrazioni per il Centocinquantenario Pucciniano a Lucca, con una nuova produzione del Trittico. Nel primo anniversario della scomparsa di Luciano Pavarotti ha diretto il Requiem di Verdi al Teatro Comunale di Modena. Nel novembre 2008 ha inaugurato la stagione del Florida Grand Opera di Miami (USA) con una nuova produzione di Traviata. Si è dedicato intensamente alla musica contemporanea: ha diretto numerose prime assolute per il Festival delle Nazioni di Città di Castello, per il Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano, per Nuove Forme Sonore in Roma, per l’Estate Chigiana di Siena, per il Festival Angelica di Bologna e ha partecipato a progetti che hanno spaziato in diversi generi musicali, avendo modo di collaborare con musicisti come Ornette Coleman, Uri Caine, Mike Patton e Eving Kang. Ha inciso per la Fonit Cetra, la Naxos e l’Hermitage e ha registrato numerosi concerti per la RAI. Ha inoltre composto musiche di scena per spettacoli teatrali presentati alla Biennale di Venezia, al Festival Mondiale di Nancy, al Festival di Santarcangelo, alla Rassegna dei Teatri Stabili di Firenze, al Festival della Valle della Marna di Parigi. Ha affiancato l’attività di interprete a quella di organizzazione e direzione artistica. E’ stato fondatore e animatore dal 1984 al 1994 dell’Orchestra Sinfonica Giovanile dell’Emilia Romagna; in qualità di suo direttore principale ha tenuto concerti in Italia e all’estero. Dal 1995 al 2000 è stato Segretario Artistico presso il Teatro Comunale di Bologna. Attualmente è Direttore Artistico della Fondazione Teatro Comunale di Modena e Direttore Artistico del Festival delle Nazioni di Città di Castello. È docente presso il Conservatorio Arrigo Boito di Par




Data inizio: 25-03-2009
Data fine: 27-03-2009
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