mercoledì 29 aprile 2009

Dopo Oliver Twist, con il secondo adattamento dickensiano presentato a Schermi d’Amore si chiude la retrospettiva dedicata a David Lean. Il cineasta inglese, a proposito della trasposizione sul grande schermo delle opere dello scrittore, sottolineava: «Dickens va assaporato fino in fondo per poterlo apprezzare. Non lo puoi stenografare. Ci vuole una fotografia forte, con le ombre nere e le luci scintillanti». Grandi Speranze conferma questo approccio: non solo la fotografia plastica di Guy Green è stata premiata con l’Oscar, ma un Academy Award è stato conferito anche alla scenografia gotica di John Bryan e Alfred Shingleton.

Proiezione al Cinema Kappadue alle 10.30.

Ben quattro premi Goya hanno sancito il successo di un film che rispecchia nel mare l’isolamento geografico e umano: La vita segreta delle parole conclude l’omaggio al cinema di Isabel Coixet. Alle 15.30 la regista catalana affronta il trauma della guerra dei Balcani mettendo a confronto le esistenze solitarie di Hanna e Josef, destini che si incrociano su una piattaforma petrolifera nel bel mezzo dell’oceano.

Sul personaggio femminile Coixet precisa: «Il personaggio di Hanna in La vita segreta delle parole nasce dalle testimonianze di molte donne. Hanna è una ragazza normale che, ascoltando La dolce vita con un’amica, sta andando a trovare i genitori. Improvvisamente l’auto viene fermata, lei viene trascinata fuori e portata in un posto dove viene violentata da trenta uomini ogni giorno e per un anno e mezzo. Nel momento in cui Hanna comincia ad occuparsi di un altro essere umano e intravvede una possibilità reale di relazionarsi con qualcuno, inizia e essere meno sola e a poter sopportare il suo passato in un altro modo. Il passato è lì, è una stanza che si visita. La puoi visitare fermandoti per sempre o sapendo che hai la chiave per uscirne. Tutta la storia di Hanna è la dimostrazione che esiste la possibilità di un’altra vita».

In Panorama due pellicole molto diverse tra loro per temi e atmosfere. The Stranger in me, in programma alle 18, affronta un tema delicato e spesso al centro di tragici episodi di cronaca: le conseguenze della depressione post parto. Diretto da Emily Atef e interpretato da un’intensa Susanne Wolff, il film è il secondo lungometraggio della regista tedesca, autrice in precedenza del premiato Molly’s Way e attualmente al lavoro sul terzo progetto.

Alle 20.15 il ritmo della samba accompagna la rivisitazione della tragedia di Romeo e Giulietta: dopo Baz Luhrmann, in Maré, nossa história de amor gli innamorati veronesi vengono trascinati nel quartiere malfamato di Maré, tra due gang rivali di narcotrafficanti. Dirige la brasiliana Lúcia Murat, arrestata e torturata in prigione durante la dittatura militare che ha sconvolto il suo paese dal 1968 al 1969, esperienza dalla quale è nato il suo esordio alla regia Que bom te ver viva (1989).

Dopo le premiazioni alle ore 22, replica del film vincitore.







Per ulteriori informazioni: www.schermidamore.it





Data inizio: 28-04-2009
Data fine: 29-04-2009
powered by social2s