martedì 15 dicembre 2009 alle ore 17.00

Sala Farinati la Biblioteca Civica

Il libro parte dall’interrogativo se gli abitanti del Nordest siano davvero così antipatici come si dice: freddi, spenti, saccenti e poco affabili, intolleranti e chiusi nei loro pregiudizi, ossessionati “dai schèi", facili al lamento e incapaci di lasciarsi andare alla gioia di vivere. Si tratta di un luogo comune o c'è un fondo di verità in tutto questo? Gian Mario Villalta, che in questa terra ci è nato e non ha mai smesso di viverci, dopo aver scoperto con sorpresa e rammarico che la cattiva fama dei "nordestini" si è ormai diffusa anche tra amici insospettabili, ammette a denti stretti che gli interessati hanno le loro responsabilità. E dà così vita a una riflessione rigorosa e leggera al tempo stesso sulle ragioni storiche che hanno alimentato il malessere in quest'area del Paese, così vitale per l'economia. L'anomalia del Nordest, suggerisce Villalta, si può forse riassumere nel contrasto tra la sua centralità economica e la sua marginalità rispetto alla politica nazionale e al sistema dei media. Una marginalità che genera insoddisfazione, una certa diffidenza e una bella dose di autoreferenzialità della cultura locale. Ma alla base di questo disagio c'è una storia complessa. Quella di un mondo contadino, povero e angusto - ma dotato dei suoi punti di riferimento e del suo rassicurante buonsenso (la vocazione ai "sacrifici", l'etica del "debito" e della "colpa") - brutalmente travolto da uno sviluppo economico tanto impetuoso quanto tardivo, dispensatore di benessere e di opportunità, ma attraversato da zone d'ombra.




Data inizio: 14-12-2009
Data fine: 15-12-2009
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