Mercoledì 27 giugno alle ore 21.15 al Teatro Romano – prima dell’atteso ritorno in Italia del Berliner Ensemble con Richard II per la regia di Claus Peymann – verrà conferito il 50a Premio Renato Simoni per la fedeltà al teatro di prosa a Paolo Poli.
Una fedeltà, quella di Poli, che passa anche attraverso una vasta conoscenza letteraria. Artista eclettico e di grande cultura, spesso Poli ha preso e prende spunto dalla letteratura per dar vita alle sue raffinate e brillanti drammaturgie. Una prassi, quella di fondere teatro e letteratura, che ha regalato al pubblico spettacoli memorabili come Il coturno e la ciabatta (1990) da Alberto Savinio, L’asino d’oro (1996) da Apuleio e i Viaggi di Gulliver (1997) da Jonathan Swift con scene di Emanuele Luzzati.
Che siano le poesie di Aldo Palazzeschi (è il caso di Aldino mi cali un filino? andato in scena per il Grande Teatro nel dicembre del 2000), o l’opera di un filosofo settecentesco (memorabile il suo Jacques il fatalista tratto dall’omonimo romanzo di Denis Diderot, rappresentato a Verona nel 2003), o ancora un romanzo del Novecento (è il caso del Ponte di San Luis Rey di Thornton Wilder visto a Verona nel gennaio 2006), Paolo Poli riesce sempre a delineare lo spaccato di un’intera società facendo brillare di ironia e di vitalità i personaggi che ricrea sul palcoscenico.
Nato a Firenze nel 1929, dopo essersi laureato in letteratura francese, insegna e lavora per la radio e recita in compagnie vernacolari. Nel 1959 entra a far parte della Borsa di Arlecchino, il piccolo teatro d'avanguardia nato a Genova grazie ad Aldo Trionfo. Il suo primo vero spettacolo è Il Novellino che va in scena nel 1961alla Cometa di Roma. Seguono altri spettacoli, tutti divertentissimi e irriverenti, costituiti in gran parte da montaggi di testi letterari e di cronaca popolare, un vero e proprio “teatro da camera” che rimarrà il carattere distintivo del suo modo di fare spettacolo. È l'inizio di una dirompente carriera: Il diavolo (1964), Rita da Cascia (1967), Giovanni e Paolo (1969), Carolina Invernizio (1969), La vispa Teresa (1970), L'uomo nero (1971), Giallo (1972). A testi suoi alterna classici e parodie di commedie celebri, come l'esilarante interpretazione della Nemica di Dario Niccodemi (1969).
Una lunga carriera che lo porta oggi – pochi mesi prima del ritorno a Verona dove, nell’ambito del Grande Teatro, proporrà dal 26 febbraio al 2 marzo 2008 Sei brillanti, spettacolo su testi di autori vari – a ricevere l’ambito Premio Renato Simoni in quanto, dice la “motivazione” della giuria composta da Giuseppe Brugnoli, Franco Cordelli, Masolino d’Amico, Gastone Geron, Giulio Nascimbeni e Carlo Maria Pensa, «con la sua colta, ironica ed elegantissima irriverenza ha prima inventato, poi sommessamente imposto, infine irresistibilmente continuato a riproporre stagione dopo stagione un tipo di spettacolo originale e giocosamente provocatorio, che ormai da più di quarantacinque anni dissacra i piccoli miti casalinghi dell’Italietta piccoloborghese».
fotografie Antonella Anti Studio Click