"Le porte di Babilonia"
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ho sentito russi bestemmiare in italiano
neri gialli e rossi bestemmiare in italiano
li ho sentiti parlare tra loro nella loro lingua
ma bestemmiare in italiano
il papa ce l’abbiamo noi e la bestemmia pure
è come l’inglese per il rock o la sigaretta dopo il caffè
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Valeria. Parlando di Made in italy si fermano tutti all’argomento. “E’ un teatro civile, contro il Nord-Est…” No! La riflessione più grossa che facciamo è quella invece sul teatro.
Enrico. Non facciamo altro che riportare ciò che incontriamo fuori.
- Una sorta di termometro? Non si cura dei motivi della febbre, registra una temperatura.
Enrico. Quest’immagine rende. Non c'è giudizio. Non ce ne chiamiamo fuori.
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giuro su la testa de me mare de me pare de me fiol
giuro sulla bibbia
giuro fedeltà
all’alleanza atlantica
giuro che no lo savea che no volea che no gh’ero mia
giuro che smetto
giuro che ghe proo
ti giuro amore
un amore eterno
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Enrico. In questo sforzo contro la chiusura che si genera col giudizio, scegliere le immagini diventa un lavoro molto delicato.
Valeria. Nei tubi luminosi volevamo mettere molti più disegni. Ad esempio il simbolo dalla Lega Nord. Ma nel momento in cui senti un nostro testo e vedi quell'immagine il rischio è cadere nella retorica.
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coparli col napalm
coparli tuti
fame ‘na bira
marochini de merda
froci de merda
pioe ho pena lavà la machina
ebreo mori
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Enrico. E' chiaro che noi abbiamo una sguardo. Non siamo le stesse persone che al bar dicono queste cose.
Valeria. Ma siamo le stesse persone che non reagiscono.
- Che tipo di ribellione non sarebbe ridicola?
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io ho provato a smettere di bestemmiare ma non ce l’ho fatta
chi mi conosce distingue chiaramente
che ogni tanto in chiusura di frase mi scappa un dioc
qualcosa che è rimasto e che non se ne va
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Enrico. Da alcune persone ci viene criticato che lo spettacolo è privo di soluzione.
Valeria. Assoluzione! Questa è la critica che ci fa più piacere. "Io non sono un postino, non ho nessun messaggio da consegnare". Diciamo le cose che abbiamo voglia di dire, quelle che ci pungono sulla pelle.
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offro
100 black block per ogni g8
30 vu cumprà 50 lavavetri 100 puttane 1000 rom a gentilini & co
10000 albanesi par catar su pomodori
1000 marocchini alla guardia costiera
100 pedofili alla pubblica piazza
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- Il nome Babilonia nasce da un progetto sulla guerra in Iraq. La vostra idea di teatro si è spostata da una concezione in cui è necessario il riferimento attuale ad una in cui la forza politica è insita nel lavoro sul linguaggio?
Enrico. L'angolazione non è mai stata ideologica, e rimane l'idea di raccontare cose che ci sono vicine. Comunque ora è più importante la ricerca nel linguaggio.
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siamo tre
come i tre dell’ave maria
i tre porcellini
i tre moschettieri
un trio
trino di fatto
uno d’intenti
tre come i re magi
come i sette nani meno i magici quattro
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- Lavorate in carcere?
Enrico. A Montorio, da cinque anni. Sono dei figli di puttana e comunque ti ci affezioni. Ci credi, ci caschi. Però non hai nessuno da salvare, da educare. Probabilmente se li conoscessi fuori li considereresti dei pezzi di merda.
Valeria. La retorica del povero detenuto ti passa completamente quando incontri persone che ti raccontano che hanno scelto di fare la vita che fanno e considerano te un coglione. "Io 800 euro le spendevo in una cena! Mi faccio un po' di galera, però quando esco…"
Enrico. E per ora il mondo non ha nessun potere di cambiarli, anzi nessuna volontà.
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Cerco compagna
che beva birra ma analcolica
caffè ma decaffeinato
latte ma scremato
sia per le bombe ma senza vittime
per la tortura ma come ultima spiaggia
piena di soldi ma con un bilancio sociale
credente ma non invasata
politica ma non politica in una parola tecnica
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testi tratti da Made in Italy di V. Raimondi e E. Castellani
intervista di Tommaso Rossi