Dal 10 al 15 dicembre 2013
di Giuseppe Patroni Griffi
con LEO GULLOTTA
con EUGENIO FRANCESCHINI e le apparizioni di SERGIO MASCHERPA e ANDREA GIULIANO
Teatro Eliseo
Dopo due “classici”, rispettivamente di Eduardo De Filippo e di Henrik Ibsen, il terzo appuntamento del Grande Teatro è con Giuseppe Patroni Griffi, una delle personalità più versatili del panorama culturale italiano del secondo Novecento. Del drammaturgo, scrittore, regista teatrale e cinematografico napoletano scomparso nel 2005, viene rappresentata al Nuovo – da martedì 10 dicembre (alle 20.45) a domenica 15 dicembre – Prima del silenzio nell’allestimento del Teatro Eliseo. Ne è protagonista Leo Gullotta che torna a recitare per il Grande Teatro a due anni di distanza dalla coinvolgente interpretazione del Piacere dell’onestà di Pirandello. Di famiglia nobile, Patroni Griffi fa parte di quel gruppo di giovanissimi intellettuali partenopei che, subito dopo la Liberazione, abbandonarono la città natale per raggiungere Roma. Qui l’incontro con il regista Luchino Visconti e, successivamente, con l’attore-regista Giorgio De Lullo risultarono fondamentali per la sua carriera che, negli anni, lo portò a occuparsi sempre più attivamente del Teatro Eliseo di cui fu direttore artistico dal 2002 al 2005. Nel contempo fu tra i fautori della “rinascita” del Piccolo Teatro Eliseo che ora è dedicato alla sua memoria. Il grande pubblico associa il nome di Patroni Griffi soprattutto a un suo testo, Metti, una sera a cena, che, nato come pièce teatrale, ottenne grande successo anche nella trasposizione cinematografica con protagonisti Florinda Bolkan e Tony Musante, l’attore scomparso poche settimane fa. Tra gli altri film da lui diretti, Addio fratello crudele (1971) con Charlotte Rampling e Fabio Testi e Divina creatura (1975) con Laura Antonelli, Marcello Mastroianni e Terence Stamp. Patroni Griffi si dedicò anche alla scrittura con romanzi e racconti aspri e carichi di passione come Scendeva giù per Toledo o La morte della bellezza e con diverse commedie concepite per la Compagnia dei Giovani (composta da Giorgio De Lullo, Romolo Valli e Rossella Falk) come D’amore si muore, Anima nera e Metti una sera a cena. A testimoniare la sua versatilità anche importanti regie liriche come Così fan tutte alla Scala, Il Trovatore all’Arena di Verona e La Traviata per la tivù.
Datata 1979 e rappresentata per la prima volta in quell’anno, Prima del silenzio fu scritta per Romolo Valli e fu l’ultima interpretazione del celebre attore che morì di lì a poco. Al centro della commedia un intellettuale che, superata la mezza età, sembra aver perduto ogni stimolo vitale. Il bilancio della sua vita è cupo, per non dire fallimentare: non salva nulla né nulla pare interessargli, neppure le poesie scritte negli anni precedenti o le traduzioni di Elliot che tanto lo avevano interessato. A scuoterlo dal suo pessimismo è solo la vicinanza con un ragazzo, momentaneamente ospite nella sua casa, con il quale avvia un dialogo che gli servirà anche per ricordare il passato e quelle figure – la moglie, il figlio, il maggiordomo – che gli hanno procurato tanto dolore. Nello spettacolo questi personaggi appaiono come fantasmi del passato che non si materializzano sul palcoscenico ma vengono evocati mediante videoproiezioni digitali cui il regista fa ricorso. Alla fine, in mezzo a tanta desolazione cosa resta a quest’uomo prima del silenzio? Forse solo la parola, unica consolazione di fronte alla superficialità della realtà che lo circonda.
«Prima del silenzio – sottolinea il regista Fabio Grossi – è un testo raffinato e ricercato e, per quanto risalga alla fine degli anni Settanta, risulta ancora vivo per tematiche e concetti. Racconta – prosegue – le scelte di un uomo del quale non ci viene fornito il nome… L’unica vicenda che realizza e tranquillizza il protagonista è quella che vive al presente con il ragazzo. Questa vicenda è per lui linfa pura e vivificante…. Ma anch’essa terminerà e l’uomo si richiuderà nella sfera della parola come ultima spiaggia di un inevitabile tramonto».
A interpretare quest’uomo tormentato è Leo Gullotta, attore di grande talento. Nella sua lunga carriera l’artista catanese si è diviso tra teatro, cinema e televisione ottenendo sempre grandi apprezzamenti da parte di critica e pubblico. Al cinema ha lavorato, tra gli altri, con Giuseppe Tornatore (Nuovo cinema Paradiso, Il camorrista, L’uomo delle stelle e Baarìa), con Maurizio Zaccaro (Il carniere, Un uomo perbene), con Ricky Tognazzi (La scorta) e con Renzo Martinelli (Vajont-La diga del disonore). In televisione, a partire dagli anni Ottanta, si è affermato come attore della compagnia del Bagaglino. Intensa anche la sua attività di doppiatore. In particolare dallo scorso anno, è – col film To Rome with love – il doppiatore ufficiale di Woody Allen che in passato era doppiato da Oreste Lionello.
Accanto a Gullotta, nella parte del ragazzo, il ventiduenne attore veronese Eugenio Franceschini, allievo del Centro sperimentale di Cinematografia e figlio di Gianni Franceschini. Gli altri ruoli prendono forma attraverso immagini videoproiettate. La moglie è Paola Gassman, il figlio è Andrea Giuliano e il maggiordomo è Sergio Mascherpa.
Dopo la “prima” di martedì, lo spettacolo replica tutte le sere alle 20.45 sino a sabato. L’ultima recita, domenica 15 dicembre, è alle 16. Giovedì 12 dicembre alle 17 al Teatro Nuovo Leo Gullotta ed Eugenio Franceschini incontreranno il pubblico. L’incontro sarà condotto dal giornalista Lorenzo Reggiani. Un quarto d’ora prima, alle 16.45, è previsto un approfondimento del testo, un “invito alla visione” a cura di Simone Azzoni che parlerà, riferendosi alla pièce di Patroni Griffi in programma, di “drammatizzazione dell’incomunicabilità”. Entrambi gli appuntamenti sono a ingresso libero.