La Musée 2 è il titolo della mostra collettiva curata da Azad Asifovich che apre la stagione espositiva alla Galleria Studio la Città. L'idea del curatore è di ribaltare la proporzione tra artisti uomini e artiste donne (rispettivamente 80 e 20%) che accomuna le collezioni museali ma anche, più in generale, il sistema dell'arte e della cultura. In mostra le opere di 16 gli artisti internazionali (13 donne e 3 uomini): Sylvie Auvray | Joseph Beuys | Gianni Caravaggio | Anne Deguelle | Helen Frankenthaler | Muriel Gallardo Weinstein | Anna Galtarossa | Ghazel | Francesca Grilli | Sofie Muller | Lulù Nuti | Kiki Smith | Tracey Snelling | Ettore Spalletti | Jessica Stockholder | Hema Upadhyay .
La prima edizione di questa rassegna, che si propone come itinerante, è stata allestita negli spazi di Galerie Italienne a Parigi. Ogni tappa, variando la location, potrà vedere l'elenco degli artisti diversificato o incrementato, mantenendo intatto il proprio obiettivo. Per il secondo appuntamento del tour espositivo nella mia galleria - racconta Hélène de Franchis - (...) quindi ho scelto alcune artiste Anna Galtarossa, Tracey Snelling, Jessica Stockholder, Muriel Gallardo Weinstein, modificando parzialmente la composizione parigina e integrando la presenza maschile di Joseph Beuys con Gianni Caravaggio Jessica Stockholder e Ettore Spalletti. Così è nata La Musée 2. Non ne faccio una questione di genere, semmai una questione di gusto: mi piacerebbe scombinare un sistema che ora guarda all’arte con troppa attenzione al mercato che, come disse Kounellis, “fa diventare l’artista quello che non è”.
Le opere sono realizzate con tecniche e materiali volutamente eterogenei e inscenano una narrazione fluida, quasi come in un ipotetico percorso espositivo museale, mettendo in discussione il contenuto semantico dei codici attualmente utilizzati nei musei. Il termine “museo” corrisponde in greco antico ad un luogo divino consacrato delle Muse, che onora le personificazioni delle Arti, spirituali e invisibili. Tradizionalmente sacro e prestigioso, il museo istituisce un pantheon
di artisti che hanno ottenuto un riconoscimento nel corso della loro carriera ma, paradossalmente, il museo moderno vuole essere popolare e accessibile. Alla fine del XVII secolo e per tutto il XVIII, in Europa furono aperti musei pubblici per consentire ai cittadini di accedere alla Bellezza, fino a quel momento riservata alle élite. L’obiettivo era quindi quello di mettere a disposizione della popolazione il concetto di “buon gusto”, in modo che le Belle Arti ne fossero intrise e che
la Virtù ispirata alla Bellezza guidasse le persone.
Qui, la galleria che diventa “museo” compie un’autocritica: uno studio sociologico rivela che le donne, una volta concluso il loro ciclo di studi d’arte, spesso abbandonano le loro ambizioni e rinunciano alla carriera artistica a causa di una maggiore selettività e di valutazioni economiche meno vantaggiose del loro lavoro. Una mostra così strutturata invita a una riflessione anche le gallerie, che essendo il primo canale di contatto tra i giovani artisti e la scena contemporanea,
sovente svolgono un ruolo chiave in questo ambito.
Inizio evento | 13-10-2020 00:00 |
Termine evento | 21-11-2020 00:00 |
Luogo | Studio la Città |
Categorie degli eventi | ARTE E MOSTRE |