New! - Sabato 13 aprile dalle ore 19-00 presentazione al pubblico del catalogo della mostra “Beyond Painting” e dell'inedita performance dal magnetico titolo “Silk” (seta) e ultima occasione per vedere la mostra.
Il secondo appuntamento, a cura di Luigi Meneghelli, del progetto “Beyond painting” con la proposta dei lavori di Bardino, Pllana, Bassu conferma come la pittura sia un linguaggio aperto, in movimento, in tensione, al di là di ogni retaggio e di ogni modello classico. E come araba fenice, la pittura non esce mai di scena. Nemmeno quando l'impiego sempre più spregiudicato e accelerato delle moderne tecniche di comunicazione sembra confinarla nel ghetto della tradizione, del limite del quadro, della funzione rappresentativa.
Essa ancora sa attingere a piene mani alle strategie estetiche della contemporaneità: allo spaesamento, all'ironia, alla citazione meta-linguistica. È come se la poetica antica del pennello reinventasse in continuazione il proprio vocabolario, facendo della pittura un linguaggio che è influenzato (e, al contempo, influenza) altri media, che assorbe disinvoltamente culture e sottoculture, che sposta sempre più in là i propri limiti. Non si tratta di dire addio alle convenzioni, ma di sperimentare nuovi racconti, capaci di combinare e far dialogare tra loro epoche, storie, mondi.
Lo possono testimoniare le “esplorazioni naturali” di Antonio Bardino (Alghero, 1973): paesaggi che sono grumi visionari di materia. Toccamenti, contaminazioni, impurità o segni radianti nello spazio, come se l'artista cercasse un approccio vitalistico a una dimensione divenuta ormai inafferrabile: in questo modo l'immagine sembra letteralmente nascere sotto gli occhi e farsi infinita, coagulo e insieme dispersione.
Le figure di Greta Pllana (Durazzo, 1992), portano invece sulla scena una sorta di umanità altra in cui domina il senso di una malcelata inquietudine esistenziale. È difficile dire se si tratti di immagini che sorgono da esperienze personali o da suggestioni letterarie e cinematografiche. Comunque sia, è sempre il mondo (anche se mediato) che viene proposto: un mondo con tutte le sue distorsioni, assurdità, paradossi.
Con Romina Bassu (Roma, 1982) è ancora la figura femminile ad essere protagonista. E anche nel suo caso si tratta di recuperare dei modelli che vengono da epoche lontane. La distanza storica permette all'artista di affrontare con sottile causticità i cliché della donna oggetto. Tanto che le sue protagoniste appaiono come animate da una irrequitezza nervosa, nascosta dietro l'apparenza di maschere sociali da squarciare, strappare, capovolgere.
foto: particolare dell'opera di Romina Bassu, I'm lost my Xanax, 2018, acrilico su tela, 40x30 cm
Inizio evento | 26-01-2019 00:00 |
Termine evento | 13-04-2019 00:00 |
Luogo | Galleria la Giarina |
Categorie degli eventi | ARTE E MOSTRE |