1) EXPLODED VIEW

Primo appuntamento (a cura di Maria Rosa Sossai) di un ciclo di mostre che si svilupperà lungo l'arco della stagione espositiva 2007-08. Le opere video indagheranno di volta in volta i modi in cui la pratica contemporanea delle immagini in movimento è entrata dentro i complessi meccanismi della visione, in relazione con altri ambiti espressivi, quali il cinema, il teatro, il musical. La serie prende il nome dall'opera “Exploded View” di Alexander Gutke, con un chiaro riferimento all'attuale frammentazione visuale e alla varietà dei dispositivi, dislocati lungo i luoghi di passaggio pubblici ma presenti anche ! nella vita privata di ciascuno di noi. Se l'interazione con le tecnologie ha dato vita a nuove forme di comunicazione che hanno comportato un'intensificazione del controllo sociale, al tempo stesso esse hanno diretto la pratica artistica verso la ricerca di una singolarità dell'immagine, quasi un atto di resistenza nei confronti del consumo veloce e in tempo reale della comunicazione mediatica. I due artisti invitati per il primo appuntamento sono gli svedesi Johanna Billing e Alexander Gutke.


Il video “Another Album” (2006, 12') di Johanna Billing, girato nell'isola Krapanj, di fronte la costa croata, descrive l'incontro di alcuni amici musicisti che si riuniscono regolarmente per cantare e suonare insieme, in un clima informale e piacevole. Nei video dell'artista la vita semplicemente scorre, le cose accadono naturalmente, in un'atmosfera di magica armonia con l'ambiente circostante. “How to Fold the Best Paper Air Plane in theWorld” (2005) di Alexander Gutke è una doppia video installazione che mette in scena in modo elementare ma concettualmente sofisticato i diversi passaggi necessari per costruire un semplice aeroplano di carta, pubblicizzato come il migliore del mondo. Le sue opere esplorano i meccanismi interni e i processi creativi, rivelando! ne aspetti inconsueti e inaspettati.





2) VINCENZO CASTELLA 

Sospetto che non siano tanto le persone a cambiare le città, ma che esse, quasi automaticamente, riescano a comunicare tra loro e ad assomigliarsi sempre di più, quasi come una migrazione di elementi solidi, un trasferimento di spazi.
Gli uomini non colgono tutte le immagini contenute e non si accorgono completamente di quello che accade nelle e alle città: il mio lavoro degli edifici è uno strumento e la città stessa è diventata una forma di linguaggio.

MA LO SGUARDO VEDE?
(omaggio a Fischli & Weiss)

Il carattere più strabiliante dell'arte della fotografia è la sua specifica proprietà di captare la totalità delle figure e dei momenti, degli spazi e degli eventi. Sempre e comunque.
A volte ci si accorge che è difficile distinguere il contenitore dal contenuto. Le scelte, i gesti - apparentemente più periferici - contribuiscono a formare il lavoro dal profondo. E' allora che non c'è differenza tra teoria e tecnica, tra orizzonte e palo piantato nel suolo.


2) UN'OPERA di ETTORE SPALLETTI 

Per la sua esposizione personale nelle nuove stanze della galleria Ettore Spalletti ha pensato una serie di lavori – alcuni già realizzati, altri compiuti per l’occasione – che instaurino un dialogo interno a loro stessi, tra loro e lo spazio, tra loro e l’atmosfera. Ogni lavoro, infatti, può essere considerato singolarmente, oppure in relazione con gli altri lavori, o in correlazione con le geometrie spaziali dei luoghi o, ancora, con l’aspetto atmosferico e sensibile della luce e dell’aria entro cui sono immersi.

Così, il silenzio percettivo che l’opera di Spalletti impone a qualsiasi osservatore, si carica di molteplici piani di “ascolto”, derivati dalle relazioni che in quel momento l’osservatore intende privilegiare: in una combinazione di poche, rarefatte opere, il sistema di relazioni possibili è però incommensurabile, a partire dall’idea che, come scrive in catalogo Marco Meneguzzo “l’aspetto concettuale o, meglio, il movente sensuale e sentimentale che lo ha fatto arrivare a questa rarefatta sensibilità va cercato senz’altro in un’attitudine contemplativa nei confronti del mondo”.

Il silenzio è dunque il presupposto per ascoltare e per vedere, ed è dal raggiungimento di questo stato che inizia il viaggio nelle opere di Spalletti, una delle cui prerogative più salienti si trova nella loro capacità di porre l’osservatore in questa condizione in maniera assolutamente naturale, senza costringerlo cioè a percorsi concettualmente contorti o meramente intellettuali.






Data inizio: 04-10-2007
Data fine: 20-11-2007
Orario: da Ma. a Sa. 9-13; 15.30-19.30
Luogo: Studio la Città
Indirizzo: Lungadige Galtarossa 21, 37133 verona
Link: http://www.studiolacitta.it/
Telefono: 045 597549
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