
«Bean – sottolinea Favino – riprende la tipologia della maschera di Goldoni e ne comprende l’importanza riportandola in un contesto moderno. Noi abbiamo italianizzato i personaggi e le situazioni, portando sotto i riflettori i comportamenti dell’italiano dinanzi alle vicende della vita, comportamenti che sembrano reiterati anche con il passare delle epoche e degli anni. La nostra è una commedia comica, con personaggi in fuga da comportamenti maldestri, tipicamente italiani».
Diplomato all’Accademia d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” dove ha avuto come maestri, tra gli altri, Luca Ronconi e Orazio Costa, Favino si è ben presto affermato anche al cinema e in televisione. Sul grande schermo molti lo ricorderanno nei due film di Gabriele Muccino L’ultimo bacio e Baciami oltre a Romanzo criminale (regista Michele Placido) dove interpretava il ruolo del Libanese, il capo della feroce banda della Magliana. Tra gli altri, ha lavorato con Giuseppe Tornatore (La sconosciuta), Ferzan Ozpetek (Saturno contro), Giuliano Montaldo (L’industriale) sino ai più recenti ACAB (Stefano Sollima), Posti in piedi in Paradiso (Carlo Verdone), Marco Tullio Giordana (Romanzo di una strage sui fatti di piazza Fontana

I soggetti esposti variano dal paesaggio cittadino alle aperte vedute naturali; le nature morte si alternano ai motivi floreali. Filo conduttore il colore ad olio che i tredici artisti veronesi hanno
diversamente utilizzato con risultati di notevole qualità.
Espongono:
Isabella Bartolomeo
Simone Casagrande
Luciano Cristofori
Giuseppe De Berti
Albino Finotti
Edvige Franchini
Antonio Ghedin
Lucio Marchi
Alberto Marcotto
Franca Puglisi
Andrea Sambugaro
Aldo Soresini
Orari:

Martedì 4 febbraio ore 21.00, cinema Kappadue, Via Rosmini 1
Martedì del festival:
opera seconda del regista americano J.C. Chandor con Robert Redford
Il film, che rientra nella sezione “Visioni contemporanee”, è in anteprima ad inviti, ritirabili al cinema Kappadue in orario di spettacolo e presso gli uffici del Verona Film Festival (via Leoncino 6, Verona), da lunedì a venerdì dalle 8.30 alle 13.00, martedì e giovedì anche dalle 14.30 alle 17.30.
Un navigatore solitario e le insidie del mare. Uno yacht di dodici metri, l’Oceano Indiano, una tempesta terribile. In mezzo a tutto questo, un uomo che cerca di sopravvivere e che, per ritrovare la giusta rotta, si affida alla sua esperienza e alle mappe.
Il “marinaio” ha il volto segnato dalle rughe - eppure ancora affascinante - di Robert Redford, unico protagonista di “All is lost”, opera seconda del regista americano J.C. Chandor, in programma il 4 febbraio al cinema Kappadue all’interno della rassegna I martedì del festival, organizzata dall’Ufficio Cinema del Comune di Verona con il sostegno della Banca Popolare di Verona.
Il film, che rientra nella sezione “Visioni contemporanee”, è un’anteprima ad inviti.
Pur non avendo una trama di per sé originalissima (l’uomo contrapposto alla natura, in questo caso il mare), il film ha uno svolgimento del tutto particolare e non
giovedì 6 febbraio ore 20.45
Teatro Scientifico - Teatro/Laboratorio
liberamente tratto da 4:48 Psychosis di Sarah Kane
regia di Stefano Cenci
Il Teatro Scientifico-Teatro Laboratorio presenta: “Ofelia 4e48”, uno spettacolo di Stefano Cenci liberamente tratto da “4:48 Psycosis” di Sarah Kane, ultima opera teatrale della drammaturga britannica morta suicida nel 1999. “Ofelia 4e48” è uno spettacolo in cui mondi paralleli si incontrano di tanto in tanto, come in uno zapping televisivo repentino di canale in canale, così repentino che il programma sembra sempre lo stesso e lo spettatore ha l’impressione di assistere ad un impazzito gioco di ruoli, inquietante e divertente nello stesso tempo. Sulla scena si alternano Ofelia e Amleto, Sarah e il suo medico, l’attrice e il regista, la follia e il raziocinio, l’arte e il sociale, l’inafferrabile delicata violenza della poesia e la pesantezza conservatrice, cinica e onnisciente del pragmatismo umano. Ofelia 4e48 è una corsa sul filo dell'inesprimibile. E sulla scena attrice e regista sono i corpi attraversati dall'impeto della forza auto-distruttrice di Sarah. “Tutto ciò che si può dire di questo spettacolo –si legge nelle note di regia- è che è nato per caso, che ci è scoppiato tra le mani come un petardo che doveva fare una sola innocua scintilla e che invece ha ustionato i nostri
Domenica 2 febbraio 2014 alle ore 15.30 teatro Filarmonico
Repliche martedì 4 febbraio, ore 20.00 - giovedì 6 febbraio, ore 20.00 - domenica 9 febbraio, ore 15.30
Dramma giocoso in 2 atti di Gioachino Rossini Libretto di Angelo Anelli
Direttore d'orchestra Francesco Lanzillotta
Regia, scene e costumi Pier Luigi Pizzi
Debutta L’Italiana in Algeri di Gioachino Rossini, secondo titolo operistico in cartellone per la Stagione Opera e Balletto 2013-2014 della Fondazione Arena di Verona al Teatro Filarmonico.
L’opera rossiniana viene proposta al Filarmonico, dopo 16 anni di assenza, per la prima volta nell’allestimento del Circuito Lirico Lombardo per il quale il M° Pier Luigi Pizzi ha ideato regia, scene e costumi. Sul podio dell’Orchestra areniana torna il M° Francesco Lanzillotta.
Biglietteria del Teatro Filarmonico - via dei Mutilati 4/k, 37122 Verona
tel. (+39) 045 8002880 - fax 045 8013266 - Call center (+39) 045 8005151 - www.arena.it
per maggiori informazioni cliccare qui
nell'immagine il direttore d'orchestra Francesco Lanzillotta
Giovedì 30 gennaio al Teatro Filippini di Verona ore 21,00
progetto: Renato Morelli
voce recitante: Denis Fontanari
musiche dal vivo: T.T.T. klezmer band
produzione: Fondazione AIDA, Verona
Un toccante racconto, tra musica e parole, degli orrori della Shoah e dell’Holodomor (olocausto ucraino) che alterna il pensiero di Grossman alla musica klezmer.
La Treblinka di V. Grossman da appuntamento al Teatro Filippini di Verona giovedì 30 gennaio (ore 21.00) per raccontare gli orrori della Shoah e dell’Holodomor (olocausto ucraino) in concomitanza con le celebrazioni per la GIORNATA DELLA MEMORIA 2014.
L’appuntamento sarà preceduto alle ore 18.00 da una conferenza presso la Libreria IL MINOTAURO (via Cappello, 35 VR), ad ingresso libero e gratuito, condotta da Renato Morelli e il Prof. Pietro Tosco (Centro Studi Vasilij Grossman) per introdurre il pubblico alla figura di Grossman nell’anno che celebra il cinquantenario dalla sua morte (1964-2014).La Treblinka di V. Grossman è uno spettacolo monografico frutto di uno studio sui testi dello straordinario scrittore e reporter di guerra ucraino, che ha portato ad individuare brani da L’inferno di Treblinka, Tutto scorre e Vita e destino (il suo capolavoro, considerato il “Guerra e pace” del ‘900) per raccontare il suo pensiero sulla più terribile fabbrica della morte nazista di Treblinka, sull’Holodomor, sul male e sulla storia russa. Sul palco si alterneranno

Da lunedì 20 gennaio 2014 nella sala del CTG a Santa Maria in Chiavica per 10 lunedì consecutivi ore 20,30 a cura di Ugo Brusaporco La quinta edizione della rassegna di Cinema Russo organizzata da Conoscereeurasia e patrocinata dal Consolato russo di Verona e dal Comune di Verona, si apre questo lunedì 20 gennaio nella sala del CTG a Santa Maria in Chiavica, nell'omonima via della più medievale Verona.
Lunedi 17 febbraio ore 20.30 a Santa Maria in Chiavica
Commedia scoppietante in programma questo lunedì 17 febbraio per la rassegna di cinema russo al CTG a Santa Maria in Chiavica, sui vedrà infatti « Correndo dietro due lepri » un film del 1961 firmato da Viktor Ivanov e prodotto negli storici studi Dovženko quando l’Ucraina era il granaio dell’Unione Sovietica. Il film è ambientato a Kiev all’inizio del 1900 e ha per protagonista uno sfortunato barbiere interpretato da Oleg Borisov (8 Novembre 1929 – 28 Aprile 1994), uno dei pi’u grandi attori russi, vinse anche la Coppa Volpi per la miglior interpretazione a Venezia. Le due lepri del titolo sono le due donne che il giovane barbiere insegue : una brutta e piena di soldi, l’altra bella ma che non ne vuol sapere di lui. Il dubbio lo opprime e alla fine,


venerdì 31 gennaio ore 20.45 Teatro Camploy
Teatro dell’Archivolto
L'invenzione della solitudine
di Paul Benjamin Auster
con Giuseppe Battiston
regia Giorgio Gallione
Quarto degli otto appuntamenti in abbonamento della rassegna L'altro teatro, il 31 gennaio, è lo spettacolo L’invenzione della solitudine dello statunitense Paul Benjamin Auster (1947) con Giuseppe Battiston e con la regia di Giorgio Gallione. Prodotto dal Teatro dell’Archivolto.
Dopo l’inattesa morte del padre, il protagonista si ritrova nella grande casa di un genitore che gli è estraneo, che ha abbandonato da anni la famiglia per ritirarsi da tutto e da tutti. Ripercorrendo attraverso oggetti e carte la vita di un padre semisconosciuto e assente, riscopre i frammenti di un’esistenza che in parte è anche la propria: anche lui sta infatti per abbandonare la moglie e l’amatissimo figlio.
Di Stefano Bollani le musiche di questo spettacolo dove il protagonista è alla fin fine lo stesso Auster: L’invenzione della solitudine è infatti un romanzo autobiografico del 1979, scritto prima di raggiungere la fama nel 1985 con La trilogia di New York .
Per maggiori informazioni cliccare qui

Con l'inizio del nuovo anno, VeronaLive ha incontrato Nicola Gastaldo, Federica Collato e Michele Pistaffa di Reverse. Un nuovo appuntamento dell'inchiesta sulle realtà associative in città, per esplorare questa volta il mondo dell'autoproduzione e della sostenibilità.
"Reverse promuove la ricerca di un pensiero alternativo, da declinare negli ambiti sociale, culturale, economico ed ambientale, ponendo al centro l'uomo e la qualità della vita, le relazioni interpersonali ed il rispetto dell'ambiente". In questi quattro anni di attività, come avete tradotto in "azione" questa vostra "filosofia"?
Sin dall'inizio ci interessa dimostrare che quando si parla di temi di sostenibilità, in senso ampio come descritto, si parla soprattutto del vivere quotidiano e delle scelte o dei gesti che esprimono il nostro modo di pensare e vedere il mondo. Come associazione culturale abbiamo sempre cercato di proporre delle alternative: un modo diverso di utilizzare gli scarti di produzione, un'attenzione differente a come arrediamo i nostri spazi di vita, un senso critico che aiuta a giudicare meglio un oggetto se lo facciamo da noi e comprendiamo quali sono i processi, i materiali, il lavoro che si mettono in gioco. Tra eventi, installazioni, laboratori abbiamo sempre cercato di dare spazio a questi temi a noi cari. Il sito www.reverselab.it contiene anche i dettagli di tutte le nostre attività negli anni.
Reverse