Il 22 Giugno 2012 prenderà il via la 90esima edizione del Festival lirico all'Arena di Verona che per la prima metterà in scena il Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart. La stagione lirica di Verona ospiterà presso la romantica e suggestiva cornice dell'anfiteatro, altre celebri opere di grandi compositori: l'Aida di Giuseppe Verdi, la Carmen di Georges Bizet, Roméo et Juliette di Charles Gounod, il Turandot e la Tosca di Giacomo Puccini.
Il nuovo allestimento è affidato al Maestro Franco Zeffirelli per regia e scene, i costumi a Maurizio Millenotti. Sul podio areniano torna l'applauditissima bacchetta del M° Daniel Oren.Coreografia di Maria Grazia Garofoli, lighting designer Paolo Mazzon.
Don Giovanni, titolo e compositore assolutamente inediti per il palcoscenico dell'Arena di Verona, rappresenta una grande sfida per la Fondazione Arena di Verona accolta con entusiasmo dal Maestro Zeffirelli. Il regista si cimenta con questo titolo per la nona volta nella sua lunga carriera, dal 1957: una follia, dice, ma con la consapevolezza che «l'Arena è il luogo dei miracoli teatrali e delle verità rappresentative rare ed inattese».
Del resto «un capolavoro è sempre un'occasione nuova, ogni volta che si alza il sipario», ama citare il Maestro. E per Zeffirelli, come per Goethe, Don Giovanni è la più bella opera mai composta, un mistero insoluto in grado di dare sfogo ad infiniti spunti interpretativi ed emotivi, e che grazie a melodie molto conosciute può rivelarsi un titolo assai popolare, nonostante la partitura difficile per i vasti spazi dell'anfiteatro.
Sono impegnati nel capolavoro mozartiano, dal 22 giugno per 6 serate fino al 25 luglio, grandi artisti del panorama lirico internazionale. Nel ruolo di Don Giovanni vedremo alternarsi voci che hanno fatto di questo titolo il proprio cavallo di battaglia: Ildebrando D'Arcangelo (22 e 29 giugno - 6 e 25 luglio) ed Erwin Schrott (12 e 18 luglio). Le tre donne sedotte saranno interpretate da Anna Samuil per Donna Anna, Carmen Giannattasio (22 e 29 giugno - 6 luglio) e Maria Agresta (12, 18 e 25 luglio) come Donna Elvira, e Geraldine Chauvet (22 e 29 giugno - 12 e 18 luglio) e Christel Lötzsch (6 e 25 luglio) per Zerlina. Nei panni del servo Leporello Bruno de Simone (22 e 29 giugno - 18 e 25 luglio) e Marco Vinco (6 e 12 luglio). Don Ottavio sarà per tutte le recite Saimir Pirgu, il geloso Masetto Vincenzo Taormina (22 e 29 giugno - 6 luglio), che si dà il cambio con Deyan Vatchkov (12, 18 e 25 luglio). Il Commendatore, che alla fine dell'opera tornerà come Convitato di pietra a punire il protagonista, sarà interpretato da Gudjon Oskarsson.
In scena i complessi artistici - Orchestra, Coro e Corpo di ballo - e tecnici dell'Arena di Verona insieme alle numerose comparse. Dirige il Coro il M° Armando Tasso, il Corpo di ballo Maria Grazia Garofoli, Direttore degli Allestimenti scenici Giuseppe De Filippi Venezia.
Si ringrazia Rubelli per la fornitura dei tessuti dei costumi di Don Giovanni.
Il dissoluto punito o sia il Don Giovanni, come recita il titolo originale dell'opera, è un dramma giocoso in due atti su libretto di Lorenzo Da Ponte, composto da Mozart nel 1787 e rappresentato per la prima volta, con intramontabile successo, a Praga il 29 ottobre di quell'anno. Dell'opera buffa ha tutte le caratteristiche, con il suo realismo ed i personaggi popolari, ma con l'aggiunta del sovrannaturale: la statua che, invitata a cena da Don Giovanni, lo trascinerà alla dannazione eterna. E sarà proprio questa commistione di tragico e comico a mostrare due facce della medesima realtà. Don Giovanni è un'opera di grandi verità e immense bugie: basta solo un po' di cuore e sensibilità per venirne travolti. Come, ironia della sorte, ne è stato attirato anche il più celebre avventuriero del Settecento, Giacomo Casanova, che fece una variante della scena di Leporello messo alle strette dagli altri personaggi, nel secondo atto.
Per ambientare la vicenda, che prevede un susseguirsi di scenari sempre diversi, Franco Zeffirelli trasforma l'Arena di Verona in un maestoso palazzo, "teatro del mondo" per l'aristocratico di fine Settecento, di cui vediamo la facciata come struttura scenica unica che cambia aspetto a seconda delle situazioni. La messa in scena ci mostra un Don Giovanni sempre in fuga, che non sembra agire nel presente, ma in una dimensione distante, quasi superiore a quella umana. È un dio dell'amore carnale, un re degli uomini che non può vivere senza esercitare la sua prepotenza maschile. È molto più di un seduttore o della sostantivazione del nome in "dongiovanni". Ma quella rappresentata nell'opera si potrebbe definire una sessualità declinante, raccontata negli ultimi fotogrammi in una serie di insuccessi fino alla dannazione eterna, che fa del protagonista solo un umanissimo «dissoluto punito», un'apoteosi invertita di punizione.
DON GIOVANNI Opera in due atti di W.A. Mozart su libretto di Lorenzo Da Ponte. Il Don Giovanni è la seconda delle tre opere italiane che Mozart scrisse su libretto di Lorenzo Da Ponte, librettista italiano all'epoca al servizio dell'imperatore d'Austria.
Direttore: Daniel Oren - Regista: Franco Zeffirelli - Coreografia: Maria Grazia Garofoli
ATTO I
Leporello si lamenta della sua condizione di servitore mentre attende il suo padrone, Don Giovanni, che si è introdotto mascherato in casa di Donna Anna per sedurla facendosi credere il suo fidanzato. Un grido: Donna Anna ha resistito al seduttore e cerca di riconoscerlo; accorre il padre di lei, il Commendatore, con la spada sguainata. Don Giovanni lo uccide e fugge con Leporello, mentre il sopraggiunto Don Ottavio giura alla fidanzata Donna Anna che il seduttore verrà scoperto e il delitto non resterà impunito.
Nella strada Don Giovanni passeggia in cerca di avventure. Compare una sua vecchia conquista, Donna Elvira, che lo cerca per ricondurlo alla promessa fatta. Don Giovanni evita di rispondere e la lascia con Leporello che, per consolarla, le recita lo sterminato elenco delle conquiste del padrone. Partita Donna Elvira, Don Giovanni si mescola a una allegra brigata di contadini che festeggia le nozze di Zerlina con Masetto. Il seduttore riesce subito a far allontanare Masetto e insidia la sposina, ma sopraggiunge Donna Elvira, che sventa la manovra. Nel frattempo Don Ottavio e Donna Anna arrivano a chiedere aiuto a Don Giovanni per trovare l'assassino del Commendatore. Donna Anna riconosce però nella voce di Don Giovanni l'assassino del padre. Ma egli riesce ad allontanarsi prima che la ragazza riesca a confidarlo al fidanzato. Sconvolta, Donna Anna racconta tutti i particolari del tentativo notturno di seduzione a Don Ottavio, e lo incita di nuovo alla vendetta.
Don Giovanni, per sedurre Zerlina, ordina a Leporello di organizzare una grande festa in onore del matrimonio. Zerlina cerca di farsi perdonare da Masetto ma nel frattempo arriva Don Giovanni che li invita al ballo insieme agli altri paesani. Prima della festa, Donna Anna, Don Ottavio e Donna Elvira vogliono andare mascherati al matrimonio che Don Giovanni ha organizzato per arrestarlo. Arrivano contadini e contadine in festa che iniziano a scherzare e ballare. Il cavaliere balla con Zerlina e la conduce in disparte per farla sua, mentre Leporello intrattiene ancora Masetto. Ma la giovane grida fuori scena e tutti vengono in suo soccorso. Don Giovanni dapprima cerca di accusare della tentata violenza l'innocente Leporello, ma Donna Elvira, Donna Anna e Don Ottavio, gettate le maschere, lo accusano apertamente e cercano di arrestarlo insieme a Masetto, Zerlina e agli altri paesani. Don Giovanni e Leporello, però, riescono a fuggire.
ATTO II
In strada Don Giovanni scambia gli abiti con Leporello per dedicarsi con miglior agio alla conquista della cameriera di Donna Elvira; ma alla finestra si affaccia proprio Donna Elvira e Don Giovanni le fa credere di essere ancora innamorato di lei. Donna Elvira scende in strada e nel buio scambia Leporello, che ne indossa gli abiti, per Don Giovanni il quale poi fa in modo che si allontanino per poter proseguire indisturbato nel tentativo di conquista della cameriera. Ma viene sorpreso e interrotto da Masetto che va in cerca di lui per ucciderlo. Il contadino però non lo riconosce negli abiti di Leporello, e il furbo cavaliere lo inganna, lo bastona e fugge.
A Zerlina, giunta in soccorso del fidanzato, non resta che il piacere di consolarlo. Intanto Leporello e Donna Elvira sono giunti nella casa di Donna Anna, e mentre arrivano con lumi anche Don Ottavio e Donna Anna, Leporello cerca di fuggire. Ma viene fermato da Zerlina e Masetto che stanno entrando, e verrebbe ucciso se non si facesse finalmente riconoscere per il servo di Don Giovanni e, approfittando dello stupore generale, riesce a fuggire. Leporello ha raggiunto il padrone in un luogo appartato, che si scopre essere il cimitero dove si trova anche la statua del Commendatore ucciso. Irridendolo, Don Giovanni lo invita a cena, e con stupore di lui e terrore di Leporello la statua accetta.
Già dimentico dello strano invito, Don Giovanni sta allegramente cenando nel suo palazzo, servito da Leporello, mentre un gruppo di suonatori allieta la serata. Entra Donna Elvira, che tenta ancora una volta di far cambiare vita all'impenitente seduttore, ma invano. Inaspettatamente, giunge la statua del Commendatore, a chiedere a Don Giovanni di pentirsi dei suoi misfatti; egli rifiuta e viene trascinato all'inferno. A tutti i presenti — sopraggiunti per arrestare il cavaliere — Leporello narra la morte del padrone. Un coro finale ("Questo è il fin di chi fa male") inneggia alla ritrovata serenità.