mercante_teatro_romano_2013Non poteva iniziare con uno spettacolo più allegro e disturbante, questo 65° Festival Shakespeariano al Teatro Romano di Verona. Il mercante di Venezia, in prima nazionale con la regia di Valerio Binasco e Silvio Orlando nella parte di Shylock, è infatti una delle pièce più intriganti del grande Bardo inglese: in bilico tra la commedia e la tragedia,

accusata pure di antisemitismo e segnata da una costante vena di oscurità latente, il Mercante si rivela infine un'opera straordinariamente attuale e coinvolgente. La Popular Shakespeare Kompany ha voluto restituirla al pubblico veronese in tutte le sue sfumature e contraddizioni, tra le quali emerge immensa la figura dell'ebreo usuraio (Shylock, appunto) che chiese in pegno una libbra di carne umana al mercante Antonio.

In parallelo a queste tinte cupe, l'ironia domina lungo tutto lo spettacolo: non mancano le scene al limite del farsesco, e il pubblico ride spesso (e di gusto). Il tutto arriva quasi al punto di sfociare in caciara, ma (come nota Binasco) "è una caciara amara". Perché infine, se si vuole leggere tra le righe, lo spaccato della società che ci viene offerto non è tra i più lusinghieri: i personaggi sono in larga parte fatui e privi di spessore morale, tutti in balia delle capricciose fluttuazioni di sentimenti mai realmente maturi. Il vero eroe risulta essere proprio il grande nemico, che da mostro diviene presto vittima, e il vero "mostro" nella storia è forse il denaro stesso, o il desiderio di possesso, che imbrigliano nelle loro reti anche gli spiriti più accesi.

Il naturale affiatamento tra gli attori si esalta negli scambi di battute più giocosi, e si conferma nel perfetto meccanismo dei cambi scena, amalgamati in un ritmo sciolto e incalzante. Tra le interpretazioni, inutile dirlo, spicca quella di Silvio Orlando, che lavora su pronuncia e portamento, offrendoci uno Shylock freddo ma intenso, il cui spessore umano si esalta proprio nell'amoralità. Beniamini della platea divengono presto anche i due ruoli più comici, Nerissa e Lancillotto, tesi come marionette aggrappate a fili invisibili, cui rispondono le interpretazioni di Milvia Marigliano e Sergio Romano.

Una nota particolare va dedicata all'allestimento delle scene, estremamente semplici e pressoché minimaliste. La scelta dipende dalla necessità di concentrare quasi tutta l'attenzione del pubblico sul gioco degli attori e sull'intreccio dei dialoghi. Il largo fondale dorato, un monocromo sbrecciato e intensamente materico, allude certo all'ambientazione decadente veneziana, ma richiama anche la simbologia del denaro, vero motore – e demone – dell'intera vicenda. Un ruolo fondamentale giocano infine le luci, spesso intense e a tratti abbaglianti, in contrasto con le tinte cupe della vicenda, ma anche in perfetta sintonia con la sua anima più sguaiata. Perché, come ci conferma lo stesso Binasco, il Mercante è anche "una grande favola, e una festa del teatro. Cioè della speranza". Simone Rebora

Il mercante di Venezia di William Shakespeare
fino al 6 luglio al Teatro Romano di Verona
Oblomov Films – Fondazione del Teatro Stabile di Torino
in collaborazione con Estate Teatrale Veronese
regia di Valerio Binasco
con Silvio Orlando
uno spettacolo della Popular Shakespeare Kompany
musiche originali Arturo Annecchino
scene Carlo De Marino
luci Pasquale Mari
costumi Sandra Cardini
regista assistente Nicoletta Robello
direttore di allestimento Ronni Bernardi
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