Massimo_ranieri_anti_Una decisa svolta verso la tragedia e il cinismo, per il terzo appuntamento del Festival Shakespeariano. Riccardo III è scelta impegnativa, per stomaci forti, che mette in scena tutta la brutalità e la meschinità dell'essere umano nella sua folle corsa verso il potere.

Al centro, la figura del re storpio eingannatore, che nel farsi il vuoto attorno e distruggendo ogni possibile rivale, arriva infine a distruggere se stesso. Un personaggio "meraviglioso" nella sua malvagità, che cattura inevitabilmente il pubblico e costringe ogni attore a una prova ai limiti delle sue capacità espressive.

Massimo Ranieri ha infine colto la sfida, facendosi carico anche della regia. E ha messo in piedi, per questa nuova anteprima nazionale al Teatro Romano, una produzione di alto livello, sotto ogni fronte. Sono ben diciotto gli attori in scena: una situazione che si potrebbe definire ormai "d'altri tempi" – o almeno, non da tempi di crisi! Ma anche luci, scene e musiche si distinguono per raffinatezza e originalità: ogni componente dello spettacolo sembra meritare una nota a parte, amalgamandosi però in un insieme di sorprendente uniformità. Sopra tutto, c'è la musica composta per l'occasione da Ennio Morricone: una musica a tratti spiazzante, certo ben diversa dalle limpide arie a cui ci ha abituati negli anni. Cromatismi, ritmi sincopati e varie "stonature", per descriverci un ambiente fatto di inganni, tradimenti e meschinità. A questo si affiancano le scene disegnate da Lorenzo Cutuli, sulla suggestione delle atmosfere da film noir anni '50. Cupe e claustrofobiche, in un bianco e nero disseccato, che elide ogni possibile via di fuga. E a chiudere la rete, le luci disegnate da Maurizio Fabretti inquadrano scene dai tratti violenti, espressionistici, inondate da un fumo sempre più soffocante. Il cupo meccanismo si muove con forse eccessiva pesantezza, ma è proprio questo il fascino del dramma: un quadro senza alcuna prospettiva di salvezza, che si nutre di se stesso e si richiude come una morsa.

Ranieri si muove con grande agio nella parte di Riccardo. Lui, attore consumato che a volte dimentica pure di essere sceso dal palco, interpreta l'attore per antonomasia, l'uomo che nella sua sete di potere inganna, uccide, seduce, ma soprattutto assume ogni volta una maschera diversa, scelta per ottenere il suo scopo. Ranieri ha sottolineato come la sua interpretazione si svolga tutta attorno a un'unica battuta: quel "Ho paura, ho paura!" che rivela infine un'anima (fino a quel momento impossibile) in Riccardo. Ma la sua abilità si esalta nei continui voltafaccia, in quei passaggi che consentono anche alla comicità di metter piede in una tra le più ciniche tragedie shakespeariane. È ancora una volta quella "guittonaggine" tanto decantata da Ranieri: l'attore che non si prende troppo sul serio, che sa di recitare, e che proprio nell'indebolire la finzione scenica, rivela un nucleo di umanità finora insospettato. Simone Rebora

Massimo Ranieri in
Riccardo III di William Shakespeare
fino al 20 luglio al Teatro Romano di Verona
Ghione Produzioni – Artifex s.r.l. – Fondazione Teatro di Napoli
in collaborazione con Estate Teatrale Veronese – Magna Graecia Teatro Festival Calabria – La Versiliana Festival
musiche originali Ennio Morricone
traduzione e adattamento Masolino d'Amico
scene Lorenzo Cutuli
costumi Nanà Cecchi
light design Maurizio Fabretti
direzione tecnica Marco Pupin
regia Massimo Ranieri
regista assistente Roberto Bani
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