Stop-Violence-Against-Women-1Visibili al Teatro Camploy fino al 2 dicembre, le installazioni realizzate in occasione del 25 Novembre, Giornata Internazionale per l'eliminazione della Violenza sulle Donne.

Sarà visibile fino al 2 dicembre "Voce all'Arte", la sezione allestita in occasione della Maratona Madri contro la Violenza, organizzata per il 25 Novembre, Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, nel foyer del Teatro Camploy, nell'ambito del progetto curato da Maria Teresa Ferrari e promosso dalla Commissione Pari Opportunità della Provincia di Verona, presieduta da Antonia Pavesi, e da Telefono Rosa, in collaborazione con l'Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Verona, con il sostegno di Banca Popolare di Verona e Fondazione Cattolica.

Già viste da centinaia di persone che hanno partecipato alla Maratona, ma anche dagli spettatori di queste serate al Camploy, le installazioni vogliono continuare a tenere viva l'attenzione sul tema perché dopo il 25 Novembre, giornata di riflessioni e spunti, si passi all'azione per un sostanziale cambiamento.

All'ingresso, una "selva" di targhette da obitorio con i nomi delle oltre 200 vittime di femminicidio degli ultimi due anni. Una realizzazione congiunta di Iaia Zanella e Giancarlo Beltrame. Nel foyer, l' installazione di Iaia Zanella, Anime. Un simbolico armadio diventa contenitore di Anime: gli abiti bianchi appesi sono attraversati da un filo rosso che ricorda i corpi violati delle vittime di femminicidio. Sullo sfondo, contrasta la morte la poesia di un cielo azzurro, dipinto a tutta parete da Sergio Piccoli. Completano l'installazione le foto tratte dall'album "Francesca's Hell - Tribute to Francesca Woodman (1958-1981)", raccolte in un video realizzato da Giancarlo Beltrame, visibile poco più in là, ispirato all'opera e alla vita dell'artista suicida.

Infine, la forte e inedita videoinstallazione SVAW! 2/013 – Stop Violence Against Woman. Scuotono, spaventano, inchiodano lo sguardo le immagini che scorrono veloci su un telo bianco, usato come schermo per la videoproiezione, curata da Giancarlo Beltrame. Quattrocento fotografie sono state montate e cadenzate da un mixaggio di suoni, musiche e rumori manipolati proprio come le immagini della MobileArt. Una musica angosciante, che non dà tregua, fissa un percorso immaginario nel corpo violato della donna, che rende l'atrocità di gesti che feriscono l'integrità fisica, psichica e spirituale. Per il secondo anno consecutivo la comunità internazionale dei mobileartisti ha accolto l'invito, lanciato nei social network Facebook e Flickr, di partecipare al progetto "Madri contro la Violenza". Novanta i fotografi che da ogni parte del mondo (Usa, Europa, ma anche India, Messico, Brasile, Russia, ecc.) hanno inviato le proprie immagini create esclusivamente su smartphone o tablet.

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