Monte_Sparavieri_2_luglio_2006_Un_libro_in_cammino_passeggiata_sui_luoghi_raccontati_da_Carlo_e_Giani_StuparichCon questa estesa intervista, VeronaLive dà il via a un'indagine sulle realtà associative in città, per conoscerne più nel dettaglio la storia, gli scopi e l'organizzazione. Uno spaccato dell'associazionismo veronese, che vorrebbe anche essere uno strumento utile per la reciproca conoscenza, e per stimolare possibili sinergie future.

L'associazionismo veronese. Parla Giuseppe Sandrini, presidente di Alba Pratalia

Alba Pratalia è un'associazione che «ha per obiettivo la tutela e la valorizzazione della natura, dell'ambiente e dei beni culturali. Dedica un'attenzione particolare alla cura e alla salvaguardia del paesaggio e al recupero e alla divulgazione di aspetti trascurati del patrimonio storico, letterario, artistico ed etnografico». Partiamo con un po' di storia: quando nasce e per iniziativa di chi?

Alba Pratalia è nata nel 2005, per iniziativa mia e di alcuni amici (in particolare Aldo Ottaviani, fotografo). Il nome allude allo stretto rapporto che intercorre tra la scrittura e il paesaggio. Alba Pratalia ha due aspetti: uno è quello della produzione editoriale (senza fini di lucro, ma inquadrata con l'ISBN), e poi c'è l'aspetto associativo, forse il più difficile da far decollare, perché bisogna coinvolgere tante persone. Il nostro tentativo è stato di coinvolgerle sempre attraverso i libri, e con una serie di iniziative che abbiamo nominato "Un libro in cammino". Il primo libro che abbiamo fatto è molto emblematico: La strada di Podestaria di Giani Stuparich. È un libro che conteneva già tutti gli elementi di Alba Pratalia: scrittura epistolare, paesaggio, Storia con la "s" maiuscola e storia umana, ma anche la possibilità di costruire un itinerario. Questo è quello che vogliamo fare: far riconoscere l'importanza (e anche la necessità di tutela) di certi luoghi, attraverso la letteratura e una visita guidata, con uno storico che li racconta e un attore che legge i testi. E poi ci teniamo a diffondere questi libri il più possibile, spedendoli in tutte le biblioteche, anche quelle non comandate dalla legge.

Attualmente quanti sono i soci? Quali sono i loro campi di specializzazione?

Abbiamo un fotografo e un professore universitario (il sottoscritto), ma anche persone come Francesco Bletzo, che è un libraio antiquario, e un personaggio poliedrico. I soci, attualmente, sono circa 55: molti sono semplici simpatizzanti, e direi che le persone coinvolte attivamente nell'organizzazione sono circa una decina.

Qual è il rapporto con le altre associazioni in zona? Avete avuto particolari occasioni di collaborazione?

Non molte. Direi che forse questo fenomeno è più facile nelle associazioni che si occupano di assistenza e all'interno del Volontariato. Noi eravamo partiti dal Volontariato, ma la Regione non ci ha confermato nel registro, perché ha ritenuto - diversamente da quanto pensiamo e speriamo - che le nostre iniziative non comportassero un reale intervento sociale o ambientale. È così che siamo passati alla promozione sociale. E devo dire che, da questo punto di vista, la promozione sociale è un po' abbandonata: mancano punti di riferimento e non c'è tendenza a fare rete. Noi cerchiamo comunque di coinvolgere le altre associazioni, per esempio inviando i nostri libri o partecipando alle loro iniziative.

Passiamo invece al rapporto con il comune e le principali istituzioni. Potete dirvi soddisfatti del loro supporto? Ci sono degli aspetti su cui avete percepito qualche carenza?

In genere abbiamo avuto rapporti con la Provincia di Verona e con le Comunità Montane dei luoghi a cui erano legati i nostri libri. Per le nostre prime iniziative abbiamo avuto l'interesse degli enti pubblici, ma in seguito non molto. Forse, con l'aiuto delle istituzioni, certi appuntamenti avrebbero potuto essere ripetuti, ma è una cosa difficile. Il nostro problema è darci una vita associativa più articolata. Poi, a volte, è difficile trovare la giusta sensibilità. Ma è anche vero che questi argomenti non sono all'ordine del giorno a Verona.

L'ultimo prodotto di Alba Pratalia è il libro 1869. Ruskin a Verona, accompagnato da una serie di eventi in città.

Ruskin era venuto una dozzina di volte a Verona, ma in quel caso si fermò a lungo, e ci lasciò delle lettere mai pubblicate interamente. Abbiamo avuto la presentazione alla Gran Guardia, grazie all'impegno del nostro socio Paolo Gazzi, poi abbiamo fatto la visita guidata alle Arche Scaligere e alle Mura di Verona, e adesso parteciperemo al Tocatì. Nel weekend del 21 e 22 settembre prossimi, è previsto un itinerario nel centro storico, per vedere Verona con gli occhi di Ruskin. Un modo un po' ludico di guardare alla città, collaborando con altre realtà (in questo caso, ben più grandi di noi).

Quale accoglienza hanno ricevuto le vostre iniziative?

L'accoglienza è stata sempre molto buona. In genere una cinquantina di persone sono sempre venute a ogni incontro (e a Podestaria anche qualcuno di più). Ma il problema è farsi conoscere. Per esempio quando abbiamo fatto la visita alle Arche Scaligere c'erano solo trenta posti disponibili, ma io ho ricevuto un numero di richieste enorme. Purtroppo non potevamo sostenere un impegno simile: la guida era disponibile per un giorno solo.

Siete attivi prevalentemente sul territorio o anche al di fuori?

Generalmente siamo più legati al Veneto: e con Ruskin siamo tornati proprio su Verona. Ma l'idea iniziale era quella di fare dei libri legati in primo luogo alla montagna. Fin dall'inizio c'era il progetto di fare La Verna di Campana. E nel 2010, a cent'anni dalla data probabile del viaggio del poeta, siamo riusciti a organizzare in quattro giorni il cammino da Marradi al Santuario della Verna, assieme al Gruppo Alpino Cesare Battisti (sezione CAI), con un gruppo di 35 persone.

Ci può fare qualche anticipazione sulle vostre iniziative future?

In questo momento non abbiamo ancora preso decisioni. Stiamo riordinando le idee dopo il progetto su Ruskin. Un mio sogno (ma è molto personale) sarebbe quello di poter curare un libro senza scriverci una parola. Perché finora sono sempre stato io ad occuparmi della cura e scrittura dei nostri libri, ma anche del lavoro di impaginazione e grafica. Un altro obbiettivo sarebbe migliorare un poco gli aspetti organizzativi: per esempio dovremmo implementare il sito internet, inserendovi almeno uno storico delle iniziative. Ma è difficile trovare dei volontari per fare lavori così tecnici.

Chiudiamo con qualche domanda più tecnica. Qual è la natura della vostra associazione (Fondazione, Non-Profit, Onlus)?

È una APS (Associazione di Promozione Sociale). Non è una formula conosciutissima: prevede la presentazione delle proprie iniziative innanzitutto ai soci. Anche questa prevede l'iscrizione in un Registro Regionale. Lo statuto è comunque quello di un'associazione non-profit. Inoltre abbiamo inserito la clausola del lavoro volontario dei soci: non sarebbe obbligatoria per questo tipo di associazione, ma noi ci teniamo molto.

Quanto spesso e dove vi riunite?

La sede, come succede per tante associazioni, è la casa del presidente. Abbiamo l'assemblea annuale (di legge) e le riunioni del comitato direttivo (me, Ottaviani e Bletzo), che sono davvero molto informali!

Come reperite le risorse per finanziare i vostri progetti?

L'associazione ha potuto pubblicare i suoi primi due libri anche grazie ai contributi degli enti locali. Poi abbiamo messo in piedi un meccanismo "virtuoso", per cui con le vendite di un libro ci paghiamo la pubblicazione del successivo. Ad esempio, l'ultimo libro di Ruskin è interamente autofinanziato dall'Associazione. Il libro che ci sta dando più soddisfazioni, oggi, è la raccolta delle lettere e fotografie della poetessa Antonia Pozzi (si dice che sia in programma un film su di lei). È stato anche segnalato dalla giuria del Premio ITAS del Libro di Montagna (Trento). E ricevere premi come questo, oltre che una grande soddisfazione, è pur sempre un aiuto finanziario!

- Simone Rebora

http://www.albapratalia.it/

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