Fotografia Europea 2019: relazioni, alterità e anche buchi neri

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di Redazione, 6 anni fa
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Reggio Emilia, 16 apr. (askanews) - Un progetto per provare a raccontare il viaggio di una sonda cinese lanciata nel 1989 in gran segreto per raggiungere l'Orizzonte degli eventi, ossia il bordo estremo di un buco nero, e guardare cosa c'era al di là. Francesco Jodice lo ha presentato a Reggio Emilia nell'ambito del festival diffuso Fotografia Europea 2019, in stupefacente coincidenza con la prima vera immagine mai diffusa di un reale buco nero, che campeggiava sulle prima pagine dei quotidiani di tutto il mondo. Potere dell'arte, verrebbe da dire, della visione, e, in un certo senso più specifico, proprio della fotografia. Che nella kermesse emiliana quest'anno si concentra sul tema dei Legami.
"I legami - ha spiegato ad askanews Alessia Benevelli, della comunicazione di Fotografia Europea - vengono affrontati da vari punti di vista: da quello interpersonale, familiare, uomo-donna, ma anche da un punto di vista delle relazioni all'interno delle società, sempre più complesse nel mondo contemporaneo, come pure di quelle degli emirati arabi, dove convivono diverse culture".
L'intero progetto si articola su numerose mostre, conferenze, workshop, spettacoli. Tra i grandi nomi proposti in questa edizione il leggendario maestro di stile Horst P. Horst, ma anche un protagonista più recente, come Larry Fink, che ha scelto nel proprio archivio una serie di scatti dedicati proprio alle relazioni tra gli esseri umani. E che presentando la propria mostra ha fatto anche una sorta di "confessione metodologica".
"Talvolta - ha detto alla stampa - le fotografie sono così forti che ti vengono portate via, non ti appartengono più, non sono più collegate a te, e può succedere anche che io poi sia influenzato dal mio stesso lavoro precedente".
Paese ospite quest'anno a Reggio Emilia è il Giappone e molto interessanti sono tutte le sezioni dedicate ai ragionamenti sugli ambienti urbani, con lavori di Vincenzo Castella, Michele Nastasi o Pierfrancesco Celada. Ma al cuore di Fotografia europea pulsa anche una riflessione sulla tecnologia.
"La prospettiva verso i nuovi mondi, non solo territoriali - ha aggiunto Alessia Benevelli - è approfondita anche attraverso il rapporto tra uomo e intelligenza artificiale, quindi mondi intesi come tecnologia e rapporto tra l'essere umano con esse".
In questo senso resta memorabile il progetto di Justine Emard, che ha messo in relazione un ballerino e un robot, con un risultato praticamente impossibile da dimenticare e che anche il curatore Walter Guadagnini ha indicato come immagine simbolo di Fotografia europea 2019.
Un ultimo accenno va fatto, doverosamente, alle immagini della cinese Pixy Liao che con il progetto "Experimental Relationship" ha raccontato un legame sentimentale in modo indimenticabile e straniante. Come la buona fotografia dovrebbe sempre essere.