Novanta
superbe opere dell’arte paleocristiana riunite alle Gallerie di Palazzo
Leoni Montanari per raccontare quella che fu una vera “rivoluzione
dell’immagine”.
Rappresentano documenti, eccezionali, del passaggio dal mondo antico
alla modernità quando le opere d’arte divennero soprattutto simboli per
comunicare, davvero a chiunque, un nuovo rivoluzionario credo.
L’iconografia già in uso vira di significato, mentre segni di
appartenenza sino ad allora nascosti venivano svelati.
Tutto ciò intorno ad una data. L’aprile dell’anno 313 quando Costantino
emanò l’Editto che riconobbe al Cristianesimo una legittimità che lo
toglierà dalle catacombe e comunque dal puro ambito domestico e privato.
Per l’arte fu l’inizio di un nuovo tumultuoso passaggio dalla classicità alla modernità, appunto.
Questo momento cruciale della Storia, ma anche della storia dell’arte,
dell’iconografia e della comunicazione viene raccontato
nell’esposizione promossa e curata da Intesa Sanpaolo nella propria
sede museale di Vicenza, le Gallerie di Palazzo Leoni Montanari, con
esempi tra i più importanti della produzione artistica tra quarto e
sesto secolo, creati in tutto il territorio dell’Impero ed in
particolare tra Roma e Bisanzio. Sono sculture in marmo e bronzo,
affreschi, mosaici, vetri dorati, avori, argenti, tessuti concessi per
questa mostra da una ventina di musei italiani.
L’ampio apparato illustrativo che accompagnerà l’esposizione delle
opere condurrà il visitatore non solo a godere della straordinarietà
dei tesori esposti ma anche ad entrare dentro quel particolare momento
storico che quelle opere fece germinare.
L'esposizione è curata da Fabrizio Visconti con Giovanni Gentili ed è
inserita in un progetto pluriennale denominato Percorsi nel sacro,
ideato e curato da Fatima Terzo con lo staff Beni culturali di Intesa
Sanpaolo. Percorsi nel sacro intende collegare le numerose iniziative
espositive degli anni recenti all'interno di una generale prospettiva
che, traendo ispirazione dalla collezione di antiche icone russe
dell’Istituto esposta in modo permanente al piano alto di palazzo
Montanari, vogliono far conoscere ad un ampio pubblico, con approccio
didattico-educativo, gli esiti migliori dell’arte originata nei secoli,
in Oriente e in Occidente, dall’avvento del Cristianesimo.
Quella paleocristiana fu un’arte al servizio della comunicazione del
messaggio, attraverso raffigurazioni semplificate o simboliche, spesso
abbandonando volutamente la cura e l’equilibrio dell’arte ufficiale
ancora legata, ormai stancamente, all’ellenismo e alla sua cultura. La
“Buona Novella” annunciata da Cristo deve essere narrata e compresa
senza inciampi perché la Salvezza promessa sia donata a ciascuno. Così
le storie bibliche dell’Antico Testamento anticipano quelle della vita
di Cristo e le figure dei patriarchi e dei profeti si affiancano a
quelle della Vergine e dei santi, nuovi amici di Dio e modelli da
seguire.
Un nuovo significato è dato alle forme antiche: giardini e pascoli,
immagini suggestive del paradiso pre-cristiano, sono adesso emblema
dell’Eden riconquistato; il pastore diviene Cristo “Buon Pastore”,
l’orante dalle braccia tese è ora l’anima beata; il Sole dai molti nomi
è Cristo, luce definitiva sorta sul mondo. Simboli criptici si
sciolgono, come il pesce che significa “Gesù Cristo figlio di Dio”,
così come a Lui si riferiscono il faro, il porto o l’ancora. Nuovi ne
nascono e si diffondono fino ai nostri giorni, a cominciare dal
cristogramma, che unisce in sé le prime due lettere del nome greco di
Cristo, Chi e Rho.
È rivoluzione, e non involuzione, anche nello stile: abbandonato il
naturalismo proprio dell’arte greco-romana, le figure si dispongono
l’una accanto all’altra nella rappresentazione delle vicende bibliche,
o si stagliano solenni nello spazio, come quelle di Cristo, della
Vergine e dei santi o dei primi imperatori cristiani e della corte,
rappresentanti in terra del consesso divino. Fino a suggerire, nelle
linee e nei segni come nei colori, l’avvento ormai prossimo dell’icona
bizantina, figlia ed erede della nuova concezione artistica.
Il percorso espositivo ha inizio con una scelta selezione di opere che
illustrano le varie modalità con cui il paganesimo tardo antico esprime
il proprio sentimento religioso, all’interno dei vari popoli e delle
variegate culture del vasto impero romano: sono raffigurazioni
mitologiche che interessano la creazione del primo uomo, Prometeo,
oppure Ercole, Orfeo, Dioniso e Mitra/Sole – come nello splendida testa
in marmi colorati proveniente dal mitreo di S. Prisca sull’Esquilino,
ora al Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo - , scene paradisiache
descritte da un paesaggio – come nella parete della Casa del bracciale
d’oro di Pompei o nell’affresco dei Campi Elisi, al Museo Nazionale
Romano – o da scene di vita pastorale – ne è esempio il bel sarcofago
dalla catacomba di Priscilla -; fino all’immagine del pastore con la
pecora caricata sulle spalle, prefigurazione di Cristo Buon Pastore.
Un passaggio ulteriore considera i nuovi temi della fede cristiana,
attraverso la narrazione delle storie bibliche del Nuovo e dell’Antico
Testamento, che pittori e scultori cristiani raccontano in forme per lo
più semplici, atte ad essere comprese da tutti. Sono messaggi fissati
nella pietra come in nobili materiali – è il caso della splendida
pisside d’avorio con scene della vita di Cristo del Museo Archeologico
di Bologna e del mosaico con le storie di Giona e dei rarissimi tessuti
orientali con l’Annunciazione e la Natività, dei Musei Vaticani - . da
cui prendono le mosse ulteriori immagini: quelle simboliche e
celebrative della maestà divina come di quella imperiale. Su vetri
dorati come su preziosissimi avori – come il celebre dittico di Murano,
del Museo Nazionale di Ravenna, o quello di Stilicone del Tesoro del
Duomo di Monza, insieme a quello detto del Patrizio della cattedrale di
Novara – si fissano le nuove immagini della Maestà di Dio e della
maestà imperiale, rimando a celebri, fastose decorazioni delle prime
basiliche cristiane come delle residenze della corte, spesso cancellate
dal tempo.
Accanto alla corte terrena, modelli e campioni della nuova fede sono i
santi, gli apostoli e i primi martiri anzitutto, spesso ritratti oranti
nella beatitudine del paradiso, secondo uno stile sempre più prossimo
al linguaggio dell’icona bizantina. Ed è proprio al nuovo linguaggio
figurativo che è dedicato l’ultimo momento della mostra, che considera
attraverso un’accurata scelta di opere d’arte – che includono
capolavori quali la testa a mosaico di S. Pietro, oggi nelle Grotte
Vaticane e il ritratto di imperatrice su tavola d’avorio del Museo del
Bargello di Firenze - le novità stilistiche dell’arte, fino a sfiorare
d’anticipo, negli affreschi con santi dalle catacombe napoletane,
l’icona.
Non è un caso, dunque, che la mostra proponga in chiusura una
selezionatissima scelta di icone, dalla Collezione Intesa Sanpaolo,
chiaramente relate, nei segni, nei simboli, nello stile, all’arte
paleocristiana, sua primitiva radice. E che una sorta di fil rouge, dai
chiari intenti didattici, ci accompagni all’interno di Palazzo Leoni
Montanari, a riassumere e a riproporre situazioni in divenire, come lo
è quest’arte in questi secoli, attraverso l’uso di immagini e segni il
cui significato si svela e si arricchisce strada facendo.
Novanta tesori d’arte, dunque, alla riscoperta di un momento decisivo
per il nostro tempo: il passaggio dal mondo antico alla modernità.
LA RIVOLUZIONE DELL'IMMAGINE.
Arte paleocristiana tra Roma e Bisanzio
Vicenza, Contra’ Santa Corona 25
dall'8 settembre al 18 novembre 2007
inaugurazione 7 settembre ore 18
anteprima per la stampa 6 settembre dalle 11 alle 15.
Apertura al pubblico da martedì a domenica, dalle 10 alle 18.
Catalogo Silvana Editoriale, a cura di Fabrizio Bisconti con Giovanni Gentili.
Informazioni e gruppi: tel. 800.578875
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www.palazzomontanari.com
Data inizio: 08-08-2007
Data fine: 18-11-2007
Orario: da martedì a domenica, dalle 10 alle 18.
Luogo: Vicenza, Gallerie di Palazzo Leoni Montanari
Indirizzo: Contra’ Santa Corona 25
Link: www.palazzomontanari.com
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Telefono: 800.578875