Fortnite è un gioco online che arriva sul mercato nel 2017 e ha subito un grande successo. Tim Sweeney né è il geniale inventore. Chi ha figli o nipoti adolescenti ne è venuto a conoscenza. Nel mio caso è stato il nipote Alberto, oggi tredicenne, a parlarne spesso e quindi ad attirare la mia attenzione. Così ho cominciato a notare che di Fortnite si dava notizia in qualche telegiornale (per segnalare magari la grande sfida tra giocatori al South Hall of the LA Convention Center) e che cominciavano ad essere pubblicati articoli su quotidiani e riviste. I servizi erano spesso nelle pagine finanziarie e al gioco in sè venivano fatti pochi cenni. In alcuni articoli si faceva menzione piuttosto dell'esibizione di qualche rapper sulla piattaforma del gioco, in altri ad alcuni politici che ipotizzavano l'uso della piattaforma per eventi di propaganda. Non ho ancora sentito parlare di arte, ma sono certa che artisti e mostre non tarderanno a fare la loro comparsa nel gioco. Un articolo riportava che il business del gioco nel mondo supera quello della musica e del cinema messi insieme. Wow! Fortnite non solo è un fenomeno per ragazzi, ma una vera e propria rivoluzione ludica.
Tanto per avere qualche parametro economico, nel 2012, cinque anni prima dell'uscita di Fortnite la compagnia di Sweeney era stimata 825 milioni di dollari. Mister Fortnite comunque è un eterno ragazzo che ama giocare e camminare nei boschi: fondatore e ceo di Epic Game ha dichiarato di aver costruito il suo quartier generale nel Nord Carolina, a 4.600 chilometri lontano dalla Silicon Valley, per offrire ai suoi dipendenti “una migliore qualità della vita”. Recentemente i media di tutto il mondo hanno scritto della “guerra” che Tim Sweeney ha scatenato contro Apple (e il suo ceo Tim Cook) per il monopolio di App store.
Ma questo anomalo miliardario ha acquistato, per salvarla, un’area boschiva sulle montagne della Carolina del Nord, sua terra d'origine e d'elezione. Si tratta di un bosco di quasi 40.000 acri (circa 8 ettari) e, nell'ultimo decennio, ha speso altri milioni di dollari per sostenere progetti di conservazione di aree verdi.
E i boschi, come i parchi, spesso nati grazie alla passione di generosi e accorti milionari, con il tempo possono diventare pubblici o anche semplicemente aperti al pubblico. Potrebbe accadere al Bosco di Fortnite quello che recentemente è successo in Sicilia, dove il Parco di Villa Tasca (6 ettari che circondano la storica dimora dei Conti Tasca d’Almerita, a metà strada tra Palazzo dei Normanni di Palermo e Monreale) è stato aperto ai visitatori al simbolico prezzo di 3 euro al giorno.
Comprare boschi per salvarli sembra essere una tendenza promossa da comitati e associazioni ambientaliste ma anche da qualche miliardario (come Sweeney) che intende far ritorno alla natura come fosse la sua azienda, anzi, la sua casa.