Martedì 6 marzo al teatro Camploy spettacolo Mishelle di Sant’Oliva della compagnia di Emma Dante,
autrice palermitana riconosciuta tra le migliori interpreti della drammaturgia contemporanea italiana, nel 2002 e nel 2003 vincitrice del Premio Ubu come miglior novità italiana.
"teatro di vita" essenziale e carico di emotività è esploso sui palcoscenici italiani e internazionali nel 2000, quando con la sua compagnia Sud Costa Occidentale (fondata nel ’99) vince il concorso "Shownoprofit 2000" con lo spettacolo Insulti, cui segue la vittoria, nel 2001, del primo premio dell’ottava edizione del concorso "Premio Scenario" con mPalermu, spettacolo di rara intensità e poesia, emozionante e coinvolgente. Sempre nel 2001 vince il premio "Lo Straniero" assegnato da Goffredo Fofi, come giovane regista emergente. Nel 2002 la Dante vince il premio Ubu Miglior Novità Italiana sempre per mPalermu, e lo rivince nel 2003 per lo spettacolo Carnezzeria centrato sulla storia di una famiglia di perdenti, una di quelle famiglie che la Dante definisce " carne da macello", che vive senza tregua, e con strana fierezza mista a rabbia, i suoi legami morbosi, le sue leggi, le sue credenze, l'incapacità di comprendere la modernità dei tempi che viviamo.
Dopo mPalermu e Carnezzeria, nel 2004 Mishelle di Sant’Oliva conclude la trilogia di spettacoli che raccontano la città in cui Emma Dante è nata e vissuta, Palermo, e una regione, la gente che vi abita, la cultura del Meridione. Sul palcoscenico si rappresenta la livida e tagliente quotidianità di quei rapporti familiari difficili e dolorosi che generano conflitti, odi, amore celato, disperazione e incomprensione. Un padre e un figlio da anni si parlano senza riuscire a guardarsi in faccia, chiusi nel loro appartamento palermitano, persi nel ricordo della donna che li ha abbandonati lasciandoli alle prese con le proprie debolezze, la moglie e madre che era stata un tempo la fulgente “prima ballerina dell’Olympia di Parigi” e che a Palermo era arrivata inseguendo qualche improbabile sogno d’amore. Mishelle di Sant’Oliva è uno spettacolo forte e coraggioso, caratterizzato dal tema dell'attesa e del ricordo, capace di portare con violenta dolcezza nell’intimità di una casa, di scaraventarci nel profondo del gioco al massacro tra padre e figlio che nasconde una violenza macabra e morbosa, negli abissi di un rapporto cui appartiene l’ingombrante e dolorosa assenza di colei che lega i due protagonisti ad un passato che ogni giorno tentano di far rivivere, attraverso il riaffiorare, a tratti sconvolgente, dei ricordi. Sulla scena pochi elementi nel buio di una stanza che nasconde segreti e paure, pregiudizi nei confronti dell’omosessualità e finto perbenismo, ma anche tenerezza e ricerca della comprensione e dell’amore, fino al tentativo di riconciliazione sciolto nell’abbraccio tanto cercato. Sono i corpi in canottiera e pantaloni, grassi o vecchi, di una bellezza impossibile, a riempire la scena, assieme al chiacchiericcio pieno di battute e sfottò, di risate sguaiate e gesti reiterati.
Emma Dante consuma un altro sacrificio, un altro amaro affondo nell'inferno – pubblico e privato – della famiglia, dell'amore sognato e fuggito, della vita che deve sempre e ancora essere vissuta. Francesco Guida interpreta il figlio, un “femminiello” candido e seducente nella sua fisicità traboccante, miscela di pudore e sfrontatezza, che ogni sera si traveste, si trucca per dare sfogo alla sua gioia cupa, si getta nel passeggio in Sant'Oliva, la piazza delle prostitute, ma solo dopo aver baciato castamente il padre. Interpretato da Giorgio Li Bassi, il padre è capace di alternare sprazzi di folle vitalità che scaturisce dal ricordo della donna amata, a una cupezza senza speranza.
L'obiettivo di Emma Dante è ancora una volta puntato su un sud pieno di violenze, passioni, fantasie, sulle contraddizioni che rendono estremi i sentimenti e le situazioni. Il suo è un teatro che nasce dalla spazzatura come dai riti, dalle risate e dagli stupri, dal dolore urlato e dalle facce grottesche di una popolare Via Crucis, un teatro che miscela modernità e arcaismo, sacro e profano. In particolare questa pièce in dialetto emoziona, coinvolge e turba lo spettatore a cui la Dante propone un’esplorazione tagliente dei “segreti di Palermo” e dell’ambito familiare, offrendo un nuovo saporito quadro di stampo felliniano, un nuovo tassello capace di raccontare il melodramma del nuovo teatro siciliano, fatto di mito, tragedia e contemporaneità.
Altri prestigiosi riconoscimenti ottenuti da Emma Dante sono:
- nel 2004 il Premio Gassman come migliore regista italiana.
- nel 2004 il Premio della Critica (Ass. Naz. Critici del Teatro) per la drammaturgia e la regia.
- nel 2004 il Premio Donnadiscena. Premio nazionale regia.
- nel 2005 il Premio Golden Graal miglior regia per lo spettacolo Medea.
La rassegna L’altro teatro si avvale anche della collaborazione dell’AMIA. Nelle serate di spettacolo vendita biglietti al Teatro Camploy (tel. 045/8008184-8009549). Prevendita presso gli sportelli di Unicredit Banca (numero verde 800323285) e BOX OFFICE (via Pallone12/a, tel. 899199057). Prezzi 8 e 6 euro.
Informazioni al numero 0458077201, sul sito www.comune.verona.it, e scrivendo a spettacolo@comune.verona.it.
Data inizio: 02-03-2007
Data fine: 06-03-2007