Martedì 27 febbraio  ore 20,45

in scena una rivisitazione di “Amleto” scritta da Lella Costa, Giorgio Gallione e Massimo Cirri, protagonista una Lella Costa un po’ Sarah Bernhardt e un po’ Buster Keaton.

 

 

 

VERONA - Proposto da IRMA Spettacoli, va in scena al Teatro Nuovo da martedì 27 febbraio (inizio alle 20.45) a domenica 4 marzo “Amleto” di Lella Costa, Giorgio Gallione e Massimo Cirri, settimo appuntamento del Grande Teatro, stagione di prosa organizzata dall’Assessorato allo Spettacolo del Comune di Verona. Protagonista assoluta dello spettacolo sarà Lella Costa che approda ancora una volta a questa rassegna dove si è conquistata fin dalla prima apparizione l’amore e la simpatia del pubblico. Questa volta Lella Costa proporrà una speciale rivisitazione di uno dei personaggi più “difficili” e complessi del teatro shakespeariano: Amleto, un enigma e contemporaneamente un’icona, una sorta di controverso simbolo… di tutto e di niente, dell’Essere in assoluto e della sua negazione, del filosofo e del pazzo, del vendicatore e della vittima, dell’amante e del disamorato, insomma di ogni possibile contrapposizione. Non a caso “Amleto” costituisce la tragedia più “tragica” del teatro e la sua conclusione è una vera ecatombe. Muoiono tutti, buoni e cattivi, superando le più trucide e ineluttabili determinazioni del Fato greco. Non poteva sfuggire alla vena umoristica di Lella Costa un tale eccesso di drammaticità che contiene in sé, come qualsiasi eccesso, gli elementi più immediati dell’ironia e persino della comicità. Fresco di debutto, lo spettacolo arriva a Verona quasi vergine di recensioni e di critiche ufficiali. Tra le poche finora uscite, ecco alcune considerazioni che riescono a dare con una certa immediatezza il senso dello spettacolo: «Lella Costa racconta, recita, rivive i personaggi dal di dentro, ma nel contempo li smaschera, sottoponendoli alla caricatura, alternando approfondimenti critici, divagazioni, osservazioni, sdrammatizzando il pathos con il lessico della quotidianità. Laerte è “un bel ragazzone attaccato alla Tuborg”, Polonio “un qualunquista che rompe sempre i cosiddetti e sta ad origliare dietro gli arazzi”, Rosencrantz e Guildenstern sono “due portaborse”, Gertrude è una “mamam” ingessata, Claudio usa il viagra e forse Amleto, reduce da un Erasmus di filosofia a Wittenberg, ha qualche problemino edipico e avrebbe bisogno di un po' di Prozac per la sua depressione» (così “BresciaOggi” dello scorso 15 febbraio in occasione di un’anteprima dello spettacolo).

Due ore di divertimento assicurato dunque ma, come sempre nei “recital” di Lella Costa, niente è gratuito e occasionale. Tutto viene anzi calibrato dall’intelligenza di una lettura tutt’altro che superficiale del testo shakespeariano.

Scrive Giorgio Gallione, regista e coautore dello spettacolo: «”Si nasce tutti pazzi e alcuni lo restano" dice il poeta. L'intellettuale e il pazzo sono dai tempi di Shakespeare figure totem della drammaturgia e dell'arte, in perenne equilibrio tra eccentricità e malattia. Convenzioni teatrali che rappresentano la diversità e lottano contro "la pestilenza della consuetudine". Spesso proiezioni satiriche del drammaturgo o veicolo delle sue idee divergenti, i fool usano parole e intelletto per ridicolizzare valori e norme e giocano in maniera eversiva con la pazzia, per spesso precipitarvi dentro loro stessi. Così le parole di Amleto si intrecciano a quelle dei matti Feste, Touchstone e Freccia, del fool di Lear, ma anche delle pazze Ofelia e Giulietta. È nato così un Amleto 'fool immersion' raccontato, evocato e riletto alla luce dei mille altri Amleto possibili, un'opera sulla risata e sul potere, filtrata dalla sensibilità sorridente e profonda di Lella, un po' Sarah Bernhardt e un po' Buster Keaton».

Un campo dunque vasto e affascinante per Lella Costa, mossa, come sempre, da un’incontrastabile voglia di riportare tutto alla realtà dei nostri giorni, alle “follie” del nostro secolo, alle “disavventure” di un’umanità che fatica a ritrovarsi anche perché incapace non tanto di autocritica quanto, soprattutto, di autoironia.

Non si può negare che di follie, vere o finte, in “Amleto” ce ne siano davvero tante e, in fondo, l’unica finta o, forse sarebbe meglio dire “voluta” e razionalmente determinata, è proprio quella del protagonista. Ci sono poi quella, indotta, della fragile Ofelia, quella omicida e assetata di potere dello zio fratricida (forse la più attuale fra tutte), quella sessuale della madre, quella eroica e stupida di Laerte, quella rinunciataria e schiavizzata di Polonio, quella vile e fedifraga di Rosencrantz e Guildenstern: un panorama sempre meno visionario e sempre più realistico, aggiornabile senza difficoltà al nostro quotidiano di uomini del terzo millennio.

Dopo la “prima” di martedì 27, lo spettacolo – che si avvale delle musiche di Stefano Bollani, dei costumi di Antonio Marras, delle scene di Guido Fiorato e delle luci di Marco Elia – sarà replicato tutte le sere alle 20.45 fino a sabato 3 marzo. L’ultima replica, domenica 4 marzo, è invece alle ore 16.

Giovedì 1a marzo alle ore 17.30 (l’incontro è posticipato di mezz’ora rispetto al solito orario), Lella Costa incontrerà il pubblico nel foyer del Teatro Nuovo. L’ingresso è libero.

Servizio biglietteria al Teatro Nuovo (tel. 0458006100). Biglietti anche tramite circuito UNITICKET (numero verde sportelli Unicredit Banca abilitati 800323285), CALL CENTER (tel. 899111178) e BOX OFFICE, via Pallone12/a, tel. 899199057. Biglietti on line su www.comune.verona.it e su www.geticket.it. Prezzi da 24 a 9 euro.

Il Grande Teatro, organizzato in collaborazione con Arteven e con la Fondazione Atlantide, si avvale del contributo della Provincia di Verona e di Unicredit Banca d’Impresa.


nella foto Lella Costa al Foyer del Teatro Nuovo foto Antonella Anti Studio Click


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

comunicazione IL GRANDE TEATRO

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Data inizio: 26-02-2007
Data fine: 04-03-2007
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