Teatro Nuovo dal 30 gennaio al 4 febbraio

Teatro Bellini - Teatro Stabile di Napoli
LA TEMPESTA
di William Shakespeare
con Tato Russo
regia di Tato Russo

30 gennaio
martedì 30 e mercoledì 31 ore 20.45
febbraio
da giovedì 1 a sabato 3 ore 20.45
domenica 4 ore 16.00

La Tempesta metafisica e poetica di Tato Russo di Alice Castellani

A 16 anni dalla sua prima incredibile, spettacolare ed emozionante versione de La tempesta, Tato Russo torna a riproporre l’allestimento shakespeariano che ottenne un clamoroso successo di pubblico ed entusiastici commenti da parte della critica per Il Grande Teatro, presso il Teatro Nuovo dal 30 gennaio al 4 febbraio, un vero inno alla poesia.

Lo spettacolo è un lavoro epico e monumentale, con numerosissime invenzioni registiche: dal gioco linguistico con le scene dei comici napoletani alle suggestioni coreografiche di un Ariel androgino bianco e polimorfo che si moltiplica all’infinito, dalla doppia recitazione dal vivo e registrata di Tato Russo, sulla scena nei panni di Prospero, alle clownerie delle tavole imbandite per i naufraghi, dai costumi elisabettiani al teatrino barocco sospeso in aria, al finale del ritorno per mare con una quinta che diventa vela e la pedana della rappresentazione che si alza come il portellone di una nave.

L’approccio di Russo risulta decisamente non convenzionale, elimina il prologo a mare “che da sempre ha stuzzicato la fantasia d’ogni regista a detrimento dello spessore tragico e complessivo dell’opera”, afferma il regista, per concretizzare invece la Grande Nave del Teatro, che l’ultima opera del Bardo simboleggia per il regista napoletano. “Come convogliare un mare di sensazioni tempestose in un ordinato scritto”: così Russo sottotitola il suo allestimento.

Lo spettacolo diventa una sorta di riflessione sugli strumenti e i percorsi della vita, un viaggio prodigioso verso il giudizio finale, mentre l’isola è “lo spazio della ragione e della morale, il tribunale dei delitti connessi alla frenesia del potere”, la Coscienza. Russo vede dunque l’opera forse più poetica e bella del drammaturgo inglese come “un apologo poetico e teologico che, accompagnato da uno straordinario, e sconosciuto in Shakespeare, fervore religioso e da un incommensurabile desiderio di purezza infinita in prossimità della morte, prende il gusto e il piglio di un “mystero” nella sua accezione medievale”.

Eliminare il prologo serve sia ad esprimere un crescendo di emozioni, anche visive, destinate ad esplodere nel finale, sia per favorire l’interiorizzazione della Tempesta. Imperativa è l’esigenza di espiazione, di catarsi, di ricerca di sublime armonia che si esprime in scena con meccanismi particolarmente ingegnosi ed arditi, con effetti sorprendenti e giochi teatrali che incantano. Trenta attori si muovono sulla scena ricca di immagini, luci e suggestioni, per affascinare e smuovere le onde più inquiete e recondite della psiche umana. Per il critico Ben Jonson “l'opera di Shakespeare non è di una sola epoca, ma è del tempo in tutta la sua interezza”, e questo allestimento si fa tangibile testimonianza di inquietudini contemporanee, aspirando ad una purificazione poetica ed esaltando l'aspetto profetico e messianico dell'opera, tante volte tralasciato.

Accanto al regista saranno in scena, tra gli altri, Aurelio Gatti  nel ruolo di Calibano, Hal Yamanouchi  in quelli di Ariel, Elisabetta Ventura nelle vesti di Miranda, Massimo Sorrentino che interpreta Stefano e Luigi Cesarano nel ruolo di Trinculo. Russo ha scelto attori particolari, di diversa estrazione ma tutti riconducibili al pathos dell'anima e a un intenso lavorio dello spirito, per favorire l'interiorizzazione della Tempesta che, perduto il carattere d'evento esterno e reale, diviene fatto metafisico ed emotivo, proiezione dello spirito interiore. Così Russo esplicita il ruolo del teatro come indicatore della coscienza, schermo dei problemi e moltiplicatore degli eventi, ma pure spazio di coinvolgimento emotivo dello spettatore.

foto Antonella Anti Studio Click

 





Data inizio: 29-01-2007
Data fine: 04-02-2007
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