Teatro Camploy
mercoledi 21 febbraio 14 dicembre ore 20.45
Gli uccelli
di Aristofane
nell’originale rilettura della compagnia Lombardi-Tiezzi

La vicenda degli Uccelli, commedia scritta da Aristofane oltre 2.400 anni fa, ha per protagonisti Pisetero ed Evelpide, due ateniesi che lasciano la loro città divorata dalla corruzione e sull’orlo del crollo definitivo, per andare in cerca di un luogo senza seccature dove trascorrere in pace il resto della vita. Lo trovano nel mondo degli uccelli, una patria dolce e materna, senza leggi né violenza. Intrisa di comicità surreale e lirica e di un sarcasmo liberatorio e fantastico, questa commedia dissacra tutti i miti di allora come di oggi e si rivela un’opera colma di spirito di contestazione. Già Pasolini aveva individuato in Aristofane, nonostante l’ideologia aristocratica e conservatrice del commediografo greco, l’autore “più moderno di ogni moderno” per il suo rivendicare la necessità della gioia, della concretezza, dei piaceri del corpo e del godimento della natura sognando la creazione di una società libera e felice dove gli uomini possano vivere nel migliore dei mondi possibili.

Ma i sogni s’infrangono quando Pisetero ha l’idea di costruire la città di Nubicuculia, posta a mezz'aria fra la città degli uomini e quella degli dèi, per impedire che i fumi dei sacrifici degli uomini arrivino su fino agli dèi che di questi fumi si nutrono. La città viene costruita, gli dèi ovviamente si arrabbiano e l’idea di cambiare il mondo si rivela impossibile. La vicenda diventa, nella regia di Tiezzi, pretesto per una disincantata rappresentazione di un viaggio personale e teatrale dentro la civiltà, i riti e i miti di ogni tempo, con la presa di possesso, da parte di Pisetero ed Evelpide, di quello spazio scenico nel quale, nel corso dei secoli, si sono raccontate le vicende, le speranze e i mutamenti del cuore degli uomini. E dove si sono rappresentati e discussi il cambiamento, la ribellione, l’utopia di mondi migliori, l’idea stessa di libertà. Mentre si ride di cuore, si pensa alla verità dei significati che emergono dal regno di Utopia che si realizza sul palcoscenico, dove convivono, nello stesso momento, realtà e sogno. È allora il teatro con i suoi infiniti umori e linguaggi a rappresentarsi, e tutti gli stili teatrali concorrono alla rappresentazione, in un continuo trascorrere da uno stile teatrale all’altro, in una Nubicuculia che non rappresenta tanto lo spazio della politica quanto quello del teatro: una sorta di “nowhere land” (il “nessun luogo” per eccellenza dove tutto è permesso e nulla è lecito) capace di dar corpo a tutte le utopie. L'emblematico testo di Aristofane, nella traduzione di Dario Del Corno e soprattutto nella drammaturgia di Sandro Lombardi, si snoda con ironia come un immaginario cabaret politico che discende direttamente dal teatro didattico di Bertolt Brecht di cui Tiezzi ha messo in scena nella scorsa stagione un’interessante rivisitazione di Antigone. Lo spettacolo porta decisamente il segno di Brecht, dalle luci alla recitazione antillusionistica e all'uso metaforico e stilizzato dei costumi che Giovanna Buzzi ha creato scegliendo di lavorare metaforicamente su dettagli che rivelano le ambiguità dei personaggi. Forte, per via di battute e doppi sensi, è anche il richiamo alla rivista mentre si avverte qua e là il Totò di Uccellacci e uccellini di Pier Paolo Pasolini. Il coro, che era presente nella maggior parte delle commedie antiche, qui sussurra o fischietta a mezza voce ballate di Brecht-Weill ma anche Mozart, i Beatles e note dell’Internazionale inventando inoltre parole che si rifanno ai fonemi degli uccelli. Aristofane, sfruttato in tutto il suo sfrontato impatto comico, viene così sospinto verso una sorta di “leggerezza” cabarettistica, che non rinuncia però al necessario rigore intellettuale.

In scena Sandro Lombardi (Pisetero), Alessandro Schiavo (Evelpide), Massimo Verdastro (Upupa), Silvio Castiglioni (Corifeo) il chitarrista Aleksandar Karlic e il coro formato da Leonardo Capuano, Marion D’Amburgo, Clara Galante, Ciro Masella e Debora Zuin.

La rassegna L’altro teatro si avvale anche della collaborazione dell’AMIA. Nelle serate di spettacolo vendita biglietti al Teatro Camploy. Prevendita presso gli sportelli di Unicredit Banca (numero verde 800323285) e BOX OFFICE (via Pallone12/a, tel. 899199057). Prezzi 6 e 8 euro.

Informazioni ai numeri 045/8008184-8009549, sul sito www.comune.verona.it, e scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..


nella foto Sandro Lombardi foto Antonella Anti Studio Click  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

comunicazione L’ALTROTEATRO

enrico pieruccini e alice castellani, tel. 0458077417

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Data inizio: 19-02-2007
Data fine: 21-02-2007
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