inaugurazione venerdì 20 giugno  ore 17,30


20 giugno – 7 settembre 2008

 

 “La finalità principale della mia fotografia non è di natura artistica, bensì di condividere e far conoscere volti, tradizioni e stile di vita di una popolazione semplice ma orgogliosa del proprio retaggio storico e culturale. Fotografare la gente con cui vivo ogni giorno è un modo di renderla ancor più vicina alla mia persona, catturando gli istanti di vita in cui i loro volti comunicano tra loro e con me. Sguardi, espressioni del volto e gesti fissati dalle foto mi aiutano a dare spessore e profondità alle relazioni di amicizia e alla condivisione di vita che già caratterizzano il nostro incontro quotidiano”.

Queste sono le parole dell’ autore della mostra, Pedro Pablo Hernandez, originario di Leòn (Messico), che ben esprimono la relazione tra il missionario comboniano e la gente con cui ha speso oltre dieci anni di vita. Non si ritiene un fotografo professionista, ma dagli scatti traspare un’ intensità che mostra il forte rapporto stabilito con la gente che lo ha ‘adottato’. I guji costituiscono uno  dei maggiori gruppi etnici del sud Etiopia, fanno parte della grande

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17 maggio 2008

La mostra di Dafne Boggeri ed Eva Kotátková metterà a confronto e in dialogo
due delle figure emergenti della scena artistica europea. Pur provenendo da
ambiti geografici diversi — la prima dall'Italia e la seconda dalla repubblica
Ceca — la ricerca di entrambe le artiste parte da un'analisi di se stesse, del
proprio corpo, come mezzo per entrare in contatto con il contesto e si avvale
spesso di tecniche e media diversi come la performance, la fotografia e
l'installazione.
Il lavoro di Dafne Boggeri parte sempre da un'indagine approfondita della
propria identità in relazione a quella che ci viene attribuita da una società
abituata a categorizzare e a ragionare su un processo di inclusione-esclusione.
Attraverso la contaminazione tra arte alta e cultura popolare, il suo lavoro
riesce sempre, con sottile ironia, a cortocircuitare aspetti poetici e
politici.
Se analoghe sono le premesse, il lavoro di Eva Kotátková assume spesso, però,
una dimensione più intima — non è un caso che il disegno sia una delle sue
tecniche preferite — grazie alla quale l'artista costruisce sistemi in cui
cerca sottilmente di mettersi alla prova sia in senso fisico che, più spesso,
psicologico. Oggetti quotidiani diventano nelle sue installazioni strumenti
per costruire mondi altri e per dare un senso nuovo alle cose che già
conosciamo. (a cura di Roberto Pinto)

Nella Project Room della galleria verrà presentato il video
Newcrossroads (2006) di
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7 giugno - 31 luglio 2008

In mostra una ventina di immagini fotografiche di grandi dimensioni dell'artista coreano (nato a Seoul 1966) e un video dove la pelle è al centro della ricerca.

Kim Joon ha dichiarato:“Mi interessano i tatuaggi come metafora di un desiderio nascosto o una sorta di pulsione imprigionata nella coscienza umana. Io vedo la pelle, o in alcuni casi il monitor, come un’estensione della tela.”.

Il suo interesse  per l’arte del tatuaggio risale ai tempi del college e agli anni di servizio militare a Seoul, un paese dove il tatuaggio è tuttora vietato ai civili e “indossato” solo da militari o criminali.

Nella sua prima personale in Italia, dal titolo "Tattoo dimension", le grandi foto digitali ritraggono anatomie perfette, senza volto, in pose accattivanti da magazine di moda, spesso avvinghiate in un conturbante erotismo. Come nella serie dei Duetti del 2006, da cui parte la rassegna per arrivare alle più recenti variazioni sul tema: un moltiplicarsi di membra contorte da Dea Khali, spuntano nelle foto della sezione Party (2007).

A prima vista, l’appeal di questi umanoidi è accentuato dagli splendidi arabeschi che rivestono i corpi, sotto forma di tatuaggio, spesso motivi tratti da tessuti tradizionali coreani. Talvolta sono i loghi di multinazionali globalizzate (BMW, STARBUCKS, GUCCI) a ricoprire i corpi “in affitto”, come nell’emblematica

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10 maggio – 8 giugno 2008
In occasione di questa mostra, il venerdì il Centro Internazionale di Fotografia resterà aperto fino alle ore 23 e Valeria Nicolis, autrice del testo introduttivo del catalogo, condurrà una visita guidata alle ore 21,30 inclusa nel costo del biglietto d’ingresso.

Enzo e Raffaello Bassotto svolgono ricerche fotografiche sul paesaggio veronese da oltre vent’anni e, fin dai primissimi scatti, legano il loro nome alla storia della civiltà industriale veronese.

La lettura del patrimonio industriale che portano avanti utilizzando il linguaggio fotografico, è infatti coincidente con l’inizio del loro lavoro che, nel 1983, si intensifica e si articola grazie alla campagna fotografica richiesta dall’Ufficio di Pianificazione Territoriale del Comune di Verona per ottenere un primo censimento relativo alla consistenza del patrimonio industriale nel territorio.

Il materiale fotografico realizzato dagli autori nel corso degli anni è sintetizzato ora nell’esposizione al Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri, in circa 180 immagini. Si tratta di un vero e proprio inventario che non svolge una semplice funzione documentaristica, ma assume, in alcuni casi, un importante valore estetico ed artistico.

Lo stato dei luoghi ripercorre l’attività di ricerca che i due fotografi hanno approfondito soprattutto negli ultimi tre anni del loro lavoro, dal 2005 al 2008, e offre ai visitatori la possibilità di conoscere e osservare la realtà
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28 maggio - 6 giugno 2008

Elena Frontero e Luisa Tinazzi




Data inizio: 26-05-2008
Data fine: 06-06-2008
Orario: 15,30 - 19,30 da sabato a giovedì
Luogo: Sala Birolli
Indirizzo: Ex Macello
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6 giugno – 10 luglio 2008
Soave (Verona) – Palazzo del Capitano

11 luglio – 3 agosto 2008
Monteforte d’Alpone (Verona) – Palazzo Vescovile

A partire da domenica 25 maggio fino al 3 agosto, nelle Aziende Balestri Valda, Cantine Vicentini, Cantina Monte Tondo e Cantina Ca’ Rugate, socie della Strada, verranno esposte le opere di Federico Paris, Nino Ventura, Mauro Patrini ed Emilio Farina, artisti che espongono al Museo degli Angeli di Segovia – Spagna.

Metalli e terracotta, dipinti e moderne istallazioni cattureranno in una sola immagine tutte le emozioni che sprigionano dalla terra e dai suoi frutti, per un’arte guidata dallo spirito geniale di questi quattro artisti italiani che esporranno, ciascuno in una cantina, una loro opera costruita ad hoc all’interno della cantina stessa. Quattro interpreti del Contemporaneo, scoperti dal geniale intuito di Lucia Bosè, fondatrice e mecenate del Museo degli Angeli di Segovia.

L’iniziativa precede quell’incontro tra arte e vino che culminerà nella mostra “Picasso & Dominguin”, un evento voluto dalla Strada del Vino Soave, in collaborazione con il Comune di Soave e il Comune di Monteforte d’Alpone.
Il trait d’union tra il Museo degli Angeli e la mostra “Picasso & Dominguin” è appunto la famosa attrice italiana Lucia Bosè, che nel 2000 decise di aprire un Museo dedicato

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