27 novembre 2009 - 7 marzo 2010
L’esposizione, curata da Vincent Pomarède, conservatore capo del Dipartimento di Pittura del museo francese e organizzata dal Museo Civico di Castelvecchio di Verona, è una mostra del tutto inedita, pensata appositamente per Verona e dedicata a Jean-Baptiste Camille Corot (1798-1875), ritenuto “l’ultimo dei classici e il primo dei moderni”, prodigioso creatore di universi poetici e di invenzioni plastiche, sia per quanto riguarda la rappresentazione della natura sia per la figura umana.
Il percorso espositivo è costituito da circa 100 dipinti in un arco temporale di quattro secoli, da Poussin a Picasso, distribuito in misura equivalente tra le opere del maestro francese e degli artisti a cui si è ispirato o che ha influenzato.
un particolare della mostra di Corot a Palazzo della Gran Guardia nella foto di Antonella Anti
Gli spazi del Bosco possono
essere riservati per ricorrenze , feste private , conferenze stampa ,
mostre , presentazioni , meeting aziendali e ovviamente per le scuole e i gruppi (su prenotazione).
Il museo dell’auto, della tecnica e della meccanica espone l’Alfa Romeo
RM “Zagato” accanto all’Isotta Fraschini 8/AS “Castagna” (1929), alla
Lancia Lambda (1928), all’Alfa Romeo 1750 “Castagna” (1930), alla
Lancia Astura MM del 1938 (realizzata per il pilota Luigi Villoresi) e
a tanti altri esemplari di eccezionale valore storico.
dal 13 dicembre 2006
Il Museo è la realizzazione del sogno del collezionista Marco Fittà di Arbizzano, infatti nella grande sala mostra sono visibili i giochi provenienti dalla sua collezione privata. 850 giochi e 600 libri sono il patrimonio di questa struttura museale che alla sala principale affianca sale giochi, spazi per la costruzioni dei giochi, sala convegni e bar (oltre ad una attrezzata area esterna).
La gestione è stata affidata in via sperimentale alla cooperativa "Il sogno nel cassetto".
21 giugno - 14 settembre 2008
La mostra, a cura di Mauro Fiorese ed Enrica Vigano, presenta una panoramica sulla produzione artistica di Duane Michals dal 1958 al 2008. Include le prime opere scattate in URSS durante una vacanza con una macchina fotografica presa in prestito e l’ultimo autoritratto utilizzato per la copertina del libro “The Essential Duane Michals”. La mostra si divide in quattro sezioni, che fondamentalmente caratterizzano la sua carriera e che hanno segnato, per la loro originalità, delle pietre miliari nella storia della fotografia : ritratti, autoritratti, sequenze e foto-testi.
Ritratti. Dopo l’esordio fortunato in URSS, Duane Michals decide di diventare fotografo ritrattista free-lance. Lavora per le migliori testate di New York e ritrae soprattutto personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo. Alcuni soggetti ricorrono negli anni, in particolare i membri della sua famiglia e il suo amico d’infanzia Andy Warhol. Una prova da grande ritrattista è costituita dalla serie di René Magritte, per lui un idolo incontrastato, che visitò e fotografò per alcuni giorni in Belgio, entrando veramente nel suo mondo e restituendoci una rappresentazione straordinaria del famoso pittore.
Sequenze. La prima vera rottura di Duane Michals con i capi saldi della fotografia tradizionale risale al 1966, quando introduce la tecnica delle sequenze per raccontare storie
inaugurazione sabato 21 giugno 2008 ore 18,00
con presentazione in catalogo di Luigi Meneghelli
Appena chiusa la mostra dal titolo Look around con un assaggio delle articolate ricerche artistiche di Shilpa Gupta (Mumbai, 1976) e Iman Issa (Cairo, 1979). Uno sguardo che si allarga per offrire nuovi stimoli al territorio, per ampliare l'esperienza di un contemporaneo che ormai si muove senza confini geografici. Testimonianza di un interesse che necessariamente deve tener conto di contesti emergenti per creare relazioni e collaborazioni che effettivamente possano svilupparsi nel tempo in un reciproco arricchimento di prospettive.
Shilpa Gupta, attraverso installazioni (spesso interattive), video e fotografia, cerca di portare in evidenza i limiti dell'epoca del capitalismo avanzato, dove spesso la tecnologia è usata per scopi di controllo, per porre frontiere invece che per favorire la libera circolazione delle idee. Nelle foto presentate in mostra si evidenzia l'impossibilità dello sguardo in una fondamentale ambiguità: a volte siamo noi a distogliere gli occhi da una realtà spesso dolorosa e ingiusta, altre volte è la verità che ci viene negata pur nella dilagante informazione in tempo reale.
Iman Issa, invece, si muove nel contesto delle grandi metropoli e ha realizzato numerose installazioni site-specific in spazi pubblici, tuttavia anche i suoi video e gli scatti fotografici sanno illuminare possibilità alternative per guardare