sabato 6 giugno 2015, ore 18.30 Galleria La Giarina
Omaggio a Francesco Conz - Performance Concerto
su azioni e partiture di George Maciunas, George Brecht, Philip Corner, Yoko Ono,
Mieko Shiomi, Giuseppe Chiari, Ken Friedman,
Ben Vautier, Alison Knowlesed altri artisti Fluxu rivedute, adattate e performate da Mauro Dal Fior
per toy pianos, palloncini, giornali, acqua, palloncini, ventilatore, pubblico, flauto, chitarra preparata, coriandoli, monete eccetera
Poesia Sonora di Mauro Dal Fior per Pallamondo omaggio a Francesco Conz: World Music CONZert
La serata, introdotta da Patrizio Peterlini, direttore della Fondazione Bonotto, è un omaggio a Francesco Conz (Cittadella, 1935 - Verona, 2010), fondamentale figura di editore e collezionista di quella che è ritenuta l’ultima Avanguardia del Novecento. Il suo Archivio a Verona è stato un punto di riferimento per tutti gli appassionati e studiosi di neoavanguardie. In oltre trent'anni di attività ha ospitato i più importanti artisti internazionali come Joseph Beuys, Hermann Nitsch, Allan Kaprow, Daniel Spoerri, Lawrence Ferlinghetti. Ha lasciato un grande patrimonio di documenti, opere, fotografie, libri, alcuni ancora da pubblicare come il poderoso "La Livre. An Homage to Ezra Pound", progetto che ha coinvolto dal 1987 più di sessanta artisti delle avanguardie poetiche internazional
La galleria La Giarina che, a partire dal 1991 con la prima mostra "Fluxartisti" fino all’ultimo evento in ordine di tempo del
dal 11 aprile e prorogata fino al 13 settembre 2015, Palazzo della Gran Guardia
La mostra "Arte e Vino", promossa dalla Città di Verona e da VeronaFiere con il Museo Statale Ermitage e prodotta insieme a Villaggio Globale International (società partner in Italia del Museo Statale Ermitage), farà da filo conduttore tra il Vinitaly (22 – 25 marzo 2015) e il padiglione targato Vinitaly dedicato al vino e all'olio, con il quale VeronaFiere si presenterà all'Expo di Milano (1 maggio – 31 ottobre 2015). "Arte e Vino nei secoli" per potenziare e sviluppare la promozione di una eccellenza del made in Italy: il vino diventato ambasciatore di territori e di valori italiani nel mondo.
A cura di Annalisa Scarpa e Nicola Spinosa, in esposizione opere di artisti che, nei secoli, si sono confrontati con il vino, le sue realtà e le sue simbologie: dal Rinascimento al Settecento, dall'Ottocento fino alle opere moderne del XX secolo.
Opere di artisti italiani e di artisti stranieri che hanno avuto uno stretto rapporto con l'Italia, per affinità culturale o per avervi soggiornato. Qualche nome? Giovanni Bellini, Arcimboldo, Luca Giordano, Caravaggio, Guido Reni, Annibale Carracci, ma anche Lucas Cranach, Peter Paul Rubens, Ribera, Nicolas Poussin, Jacob Jordaens... Fino a Boccioni, Depero, Guttuso.
7 marzo - 4 aprile 2015
Già i primi disegni del giovanissimo Renzo Marinelli (1922-2003) testimoniano quello che sarà il motivo della sua futura ricerca artistica, che abbina una tensione etica con una estetica, una necessità di discorso linguistico con una di discorso sociale.
E seppure, per forza di cose, il lavoro di Marinelli possa risentire di un'atmosfera fondamentalmente provinciale, i suoi quadri dei primi anni '50 sono perfettamente in linea con quanto si va sviluppando a livello nazionale, ossia con quella rappresentazione del reale che distorce picassianamente la natura delle cose rappresentate. Sono gli anni leggendari e irripetibili della galleria Ferrari e dei suoi straordinari protagonisti: Arduini, Chiecchi, Degani, Girardello, Martinelli, Meloni, Olivieri, Rampinelli, Veneri, ecc. E proprio nei primi anni '60 troviamo un Marinelli che pare portare avanti a modo suo un discorso tutto interno all'Informale (tra Afro, Birolli e Vedova): una pittura, la sua, scaldata da uno sguardo che letteralmente s'immerge nel paesaggio fino a perderne ogni identificazione, ogni riconoscibilità e a portare la materia stessa a farsi paesaggio, visione.
Ma c'è anche un Marinelli che lentamente rende la pittura un fatto plastico, tangibile: una reale costruzione ottenuta con intarsi lignei precisi, indicativi, a volte ironici. E' come se l'artista, dopo aver osservato il fondo (l'intimità) del paesaggio, volesse "mettere
Il 28 marzo si inaugura la mostra personale di Luisa Raffaelli presso la Galleria La Giarina di Verona che presenta fotografie, video e installazioni dell’artista impegnata in una ricerca al confine tra arte e antropologia.
Disobbedendo alle linee guida del pensiero contemporaneo, che, in fondo, impone di non sognare troppo, Luisa Raffaelli gioca, al contrario, con le proprie utopie. L'interesse specifico del suo immaginario è centrato sulle condizioni ambientali e abitative, nonché sul loro governo attraverso razionalità e costruzione che codificano il rapporto tra spirito e natura, tra l'uomo e il proprio ambiente e, ancora, tra soggetto e soggetto.
Nelle zone periferiche, campo nevralgico degli esperimenti di Raffaelli, le possibilità si moltiplicano, la lontananza dal controllo centrale diminuisce il grado di sicurezza, ma gli eventi diventano più imprevedibili e fecondi.
A partire da cellule abitative che innescano il momento genetico della struttura, Raffaelli sviluppa un composito tessuto extraurbano che integra nella sua evoluzione tutto il materiale utile alla sopravvivenza, allo scopo di soddisfare i bisogni elementari di una cittadinanza ibrida.
La lucida utopia urbanistica di Luisa Raffaelli si misura, così, con la necessità di equilibrare le tensioni