La sua pittura, a tratti, così violenta e ricca di tensione in movimento, dà ampio spazio al linguaggio del colore, inteso come necessità interpretative delle forme astratte e, lo spazio nella tela, è raggiunto e organizzato secondo una sapiente disposizione dell’informe. “I colori che appaiono di volta in volta predominanti all’interno delle opere sembrano negare, ad uno sguardo più attento, la loro disposizione gerarchica, stratificandosi all’interno di un colorismo marcato, di ampio spettro che, di fatto, fa emergere l’uguaglianza dei rapporti cromatici. Il segno pittorico agisce sulla tela creando delle zone dove la tessitura cromospaziale non esclude interventi figurativi, così che
Dopo la collettiva Work in Progress la Galleria indaga il discorso sulla relazione tra individuo e ambiente con una personale dell’israeliano Assaf Gruber.
La mostra, dall’emblematico titolo “Privacy” (a cura di Elena Forin e Isin Olon), si vuole soffermare sulla relazione intima e personale con il proprio contesto, identificando lo spazio non come luogo fisico in quanto tale ma piuttosto come realtà identitaria privata e ricca di latenze che uniscono il singolo alla società.
Gruber in questo senso ci accompagna in un viaggio di scoperta dell’individuo a partire da un’opera (Home Alone) che svela una fragile ma copiosa sostanza intima umana di cui si trova traccia in episodi di senso differenti nelle altre opere esposte, che ne indagano la solitudine (Orly), la complessità delle esperienze tra società e individuo (Kikar Atarim) e la violenza in relazione al contesto esterno (Match Point, Manu and Dougie).
L’insieme che si viene a creare porta quindi all’identificazione di una mappa antropologica tanto universale quanto privata, in cui isolamento, tensione psicologica, incertezza, azione e legame sociale individuano il percorso di crescita dell’uomo moderno, che spogliato da Gruber delle proprie convinzioni, è lasciato libero di vivere il flusso delle proprie emozioni e delle situazioni in cui la vita lo pone.
In questa sua prima personale italiana
6 - 8 febbraio 2009
Elena de Ghantuz Cubbe con il suo fiabesco Mondo gatto
Il terzo appuntamento e terza edizione della rassegna WekEnd in mostra, che propone ogni mese un artista diverso nello spazio-tempo limitato a un fine settimana. Un universo delicato e fiabesco che dà spazio alla parte bambina di quest’artista romana, residente a Verona da oltre quaranta anni, che ha nel sangue un mix abbastanza insolito, con un nonno siriano e una nonna tedesca nel ramo paterno e un’intera generazione di romani doc in quella materna. Quando crea Elena libera quella parte bambina svincolata da pregiudizi ed aperta a recepire senza filtri le cose del mondo, mettendo da parte le mille sovrastrutture con cui la complessa civiltà occidentale costringe a fare i conti. Dopo Piccolo Bang, frammenti, mostra del 2007, Elena de Ghantuz Cubbe torna con nuovi lavori a confrontarsi con l’esigenza profonda di uscire, almeno tramite l’arte, dal nostro mondo e dalle sue storture, colorandolo e dandogli nuova forma, ma anche giocando con le proprie paure, questa volta legate innanzitutto alla drammatica situazione in cui versa l’ecosistema del pianeta terra, gravemente compromesso dalle azioni degli uomini degli ultimi 200 anni. Quello di un “Mondo gatto”, se vogliamo contrapposto al “mondo da cani” cui
Le light box di varie misure del giapponese Hiroyuki Masuyama non sono semplici riproduzioni fotografiche di dipinti e di acquerelli di William Turner che ha realizzato durante il suo viaggio da Londra a Venezia. Masuyama ha ripercorso le tappe del percorso e come Turner ha preso appunti visivi, solo con un medium diverso: dal disegno è passato alla fotografia. Allo stesso modo di Turner, che tornava in Inghilterra con appunti grafici e memorie di viaggio, per realizzare le sue famose opere, Masuyama porta le immagini scattate nel suo studio di Düsseldorf e le sottopone a una complessa operazione di montaggio. Le immagini di viaggio e le immagini dei dipinti di Turner, attraverso un'operazione di matrice concettuale, diventano così nelle opere del quarantenne giapponese un unicum armonioso in cui vengono superati i limiti spazio-temporali.
L’esposizione, a cura di Angela Madesani, aprirà in concomitanza con la mostra Turner e l’Italia ospitata a Palazzo dei Diamanti a Ferrara e con la mostra, sempre di Masuyama presso MLB – Maria Livia Brunelli Gallery di Ferrara.
30 gennaio - 8 marzo 2009
L’occhio che si addentra nel microcosmo non è quello dello scienziato ma quello dell’artista che ricerca forma, composizione, allusione, significato. L’obiettivo della macchina fotografica si avvicina come unico spettatore. Non è, però, il particolare esasperato che interessa il fotografo, ma ancora una visione d’insieme che coinvolge il rapporto del soggetto con lo sfondo e che costringe l’osservatore ad una modificazione delle sue abituali modalità percettive. Nella fotografia di Adelino Rossi è sempre presente uno sfondo piatto e desaturato che accoglie le ombre inconsistenti proiettate dai piccoli corpi. Esso allude ad una dimensione diafana e ultraterrena. All’interno di questo spazio innaturale i soggetti si dispongono in composizioni inaspettate o, come scrive in catalogo Luigi Meneghelli, “essi documentano quella situazione inverificabile che sta al limite estremo tra vita e morte, tra decomposizione e rinascita”.
La mostra è accompagnata da un catalogo
12 luglio 2008 - 15 febbraio 2009
Una mostra rara e raffinata, in grado di emozionare chi la visiterà, è quella dedicata a Girolamo Dai Libri, lo straordinario artista attivo a Verona tra la fine del Quattrocento e la metà del secolo successivo, quella organizzata dal Museo di Castelvecchio.
In occasione della mostra viene pubblicata la prima monografica dedicata ad un maestro che riscosse l'ammirazione appassionata di Vasari e che ottenne già a 16 anni la commissione per la Deposizione dalla Croce per l'altare della famiglia Da Lisca nella importante chiesa monastica di Santa Maria in Organo, pala che destò meraviglia per lo stile finissimo e il colorito armonioso. Caratteristiche di un classicismo misurato e sapiente che Girolamo affinò nel tempo e che gli derivavano dalla consuetudine familiare per la pittura ma soprattutto per la miniatura, l'arte nella quale eccelse e si distinse come prim'attore sulla scena veronese del Rinascimento.
Proprio la raffinata eleganza e lo squisito equilibrio formale delle sue grandi pale d'altare hanno contribuito a far si che opere di Girolamo siano esposte nei più grandi musei internazionali, dal Metropolitan al Louvre alla National Gallery, accanto ai capolavori dell'arte italiana rinascimentale.
In Italia il suo nome è ancora legato soprattutto alla fama di insuperabile miniatore, mentre a livello internazionale la sua attività pittorica riscuote grande notorietà.
Il percorso intende avvicinare il contesto delle arti esposte nella collezione permanente con l’ambito quotidiano del vivere in Africa.
Fin dai tempi più remoti e presso qualsiasi civiltà, i mercati sono stati tra le strutture primarie alla base di ogni sistema sociale, prima ancora che per la loro funzione economica. La mostra presenta la panoramica di un ipotetico mercato tradizionale africano, con elementi tipici dei contesti rurali e altri più facilmente ricollegabili a contesti urbani. In Africa i mercati svolgono un ruolo fondamentale rappresentando soprattutto un evento sociale, dove spesso le relazioni umane sono più importanti di quelle economiche. Sono le persone e non le merci a fare un mercato.
Le caratteristiche generali del percorso sono efficacemente descritte nei testi dell’antropologo Marco Aime, conoscitore ‘in diretta’ della dinamica dei mercati in Africa. Si intende in tal modo offrire ai visitatori l’opportunità di riscoprire quei significati dell’incontro e della socialità che anche in molti contesti urbani africani odierni c’è il rischio che vadano perduti.
costo biglietto ingresso al museo: 3€ intero 2€ ridotto
Inaugurazione della mostra: venerdì 30 gennaio alle ore 18.00
Al suo primo appuntamento espositivo veronese Bruto Pomodoro espone una selezione dei suoi più recenti lavori, alcuni inediti; una trentina di opere, fra tele, carte, collages, ceramiche e sculture in marmo.
L’artista milanese, partendo dall’analisi delle strutture primarie degli organismi viventi ha creato un Archetipo biologico astratto che rielabora in continuazione.
Recentemente Pomodoro ha prodotto una serie di lavori dal titolo Disgiunti, opere pittoriche all’interno delle quali l’Archetipo viene rappresentato contemporaneamente nella fase di sua massima organizzazione (fase fisica dell’Entalpia o dell’ordine) e nel suo momento di disgregazione (fase fisica dell’Entropia o del disordine), in un gioco di concentrazione e dispersione di energia dove le singole parti costitutive si aggregano e si scompongono fra squarci di luce e buio cosmico, in una rappresentazione metaforica della nascita e della morte.
Parallelamente ai Disgiunti produce i collages denominati Sagomati, realizzati con preziose carte a mano colorate ed elementi plastici lignei o in resina, dove l’interesse di Pomodoro si sposta sulla visualizzazione dei diversi piani d’intreccio dell’Archetipo non identificabili nella bidimensionalità pittorica e che trovano la loro naturale evoluzione nella scultura a tutto tondo.
Nasce così la più recente produzione scultorea, opere realizzate secondo la sapiente tecnica artigianale degli scalpellini di
inaugurazione venerdì 9 gennaio 2009 ore 17.30
9 - 25 gennaio 2009
In mostra documenti e foto sulla vita della popolazione di Verona e provincia durante i bombardamenti fino all’arrivo degli americani nella seconda Guerra mondiale. L’iniziativa è promossa dagli assessorati alle Pari opportunità e al Decentramento del Comune di Verona e dalla Regione Veneto in collaborazione con l’Associazione culturale Storia Viva. All’inaugurazione interverranno l’assessore alle Pari opportunità Vittorio Di Dio, il curatore della mostra Mauro Vittorio Quattrina e la presidente dell’Associazione culturale Storia Viva Maria Grazia Pacella.
Durante l’esposizione saranno organizzati percorsi didattici e incontri con testimoni dell'epoca, storici e autori.
foto(Arsenale ) Antonella Anti