Timon Monti – alias Timonti-, giovane, creativo direttore culturale ed artistico, che opera in Svizzera, in Germania ed anche in Italia è l'ideatore, l'interprete e lo scenografo di questa esposizione
Attraverso una nuova tecnica – la vectografia – Timon Monti
presenta al pubblico alcune delle opere della grande pittrice
polacca, che hanno segnato la produzione artistica del secolo scorso,
in modo nuovo, ponendo l’accento sul fresco erotismo dei lavori di
Tamara ed interpretando nuovamente il suo mito.
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le opere in mostra a Caprino (tre anche
nell’auditorium del Vittoriale a Gardone Riviera).
Tamara de
Lempicka (1898-1980) ebbe una vita indipendente e straordinariamente
vivace. I lavori che eseguì a Parigi fra le due guerre, quando
Parigi era la capitale dell’arte, catturarono l’essenza del
modernismo e dello spirito dell’Art Deco in un modo del tutto
personale e unico. I suoi dipinti riflettono la combinazione di
benessere e decadenza della Parigi negli anni Venti e Trenta. E’
tra il 1926 e il 1927 che è spesso in Italia e sul lago di
Garda, dove incontra Gabriele d’Annunzio che la chiama per un
ritratto, che non vide purtroppo mai la luce.
Il Vate fu infatti l'uomo che la De Lempicka pare rifiutò durante un burrascoso soggiorno al Vittoriale a Gardone.
Inaugurazione giovedì 5 luglio ore19 con aperitivo jazz
personale di Alice Castellani
La mostra, con cui l’artista prosegue una personale indagine sulla rappresentazione urbana avviata con la precedente Suggestioni urbane, visioni miste di città, affronta il tema dell’immaginario urbano con molteplici tecniche: un nuovo ciclo di lavori che tratta la visione della città presupponendo una riflessione su ciò che essa è, sul nostro modo di vederla e pensarla, su ciò che ci comunica e sul nostro modo di filtrare ciò che vediamo. Su ciò che pensiamo dell’ambiente urbano. Tramite pittura e nuovi esperimenti, attraverso commistioni tra differenti linguaggi artistici, la percezione interiorizzata dell’artista traduce impressioni, emozioni e pensieri suscitati da città reali o soltanto immaginate, o sognate.
Con
questo nuovo ciclo di lavori dal titolo Immaginario urbano, città
tra sogno e realtà prosegue l’indagine di Alice
Castellani, giovane artista veronese, sulla rappresentazione urbana,
affrontata da un punto di vista soggettivo che cerca di superare la
visione naturalistica, presupponendo piuttosto una riflessione su ciò
che la città è, sul nostro modo di vederla e pensarla,
su ciò che essa ci comunica e sul nostro modo di filtrare ciò
che vediamo. Su ciò che di essa pensiamo.
E’ dunque la percezione interiorizzata dall’artista ad esprimersi, tramite pittura, fotografia e nuovi esperimenti e commistioni tra differenti
Tutto nasce da un libro che non è un libro ma un progetto: Italian Renaissance creato da Kalimera, agenzia di comunicazione (www.kalimera.it) insieme a Red Publishing (www.redonline.it), casa editrice modenese.
Italian Renaissance è una sorta di collezione collettiva che vede uniti i lavori di 28 graphic designer italiani (Ackurat, Air Studio, Aspirine, Roberto Bagatti, Balena Corporation, Lorenzo Banal, Fabio Berton, Canefantasma, Deadink, Dinamo Project, Dokhaus, Emmaboshi, Eramaxima, Matteo Guidi, Happycentro+Sintetik, Kalimera, Limiteazero, Matitegiovanotte, Manuel Musilli, Otolab, Federico Pepe, Gianni Rossi, Fabrizio Schiavi, Shameless, Shindra, Claudio Sinatti, Temecula Design, Tokidoki/Simone Legno) e nasce dall’esperienza vissuta di Kalimera che simuove dall’interno nel panorama del graphic design italiano e dal confronto con quello che accade in Europa e nel mondo attorno a questa nuova forma di espressione.
Il “graphic design” in Europa è da tempo riconosciuta come una disciplina a se stante,completa, che assume nell’eccellenza lo status di una vera e propria arte arrivando ad infl uenzare quello che succede nel cinema, sulle passerelle e in Tv. E proprio dall’osservazione di annual, mostre, recensioni a livello europeo, ci siamo chiesti perché in Italia non accadesse niente di simile, ma ci fosse, per così dire, un buco che impediva ai nostri graphic designer di avere la meritata visibilità.
16 giugno – 5 agosto 2007
Ha scritto Kandinskij che bisogna “imparare dagli alberi, perché essi fanno
tesoro di ogni clima, di ogni terra, di ogni cielo”. Essi sono pieni di tempo e
di inesauribili possibilità visive: soprattutto sono figure sciolte da ogni
fissità fisica e trapassano le une nelle altre come elementi dinamici e vitali.
Ma come può l’arte far presa su questo oggetto di natura, se proprio la natura
oggi va sempre più perdendo peso, profondità, senso?
I dieci artisti
presenti in mostra non vogliono certo affidarsi ai “nidi sonori e favolosi di un
tempo o naufragare in quelle lontananze in cui la natura era incontaminata”
(Zanzotto): non ci sono nella loro opera tracce di nostalgia e forse neppure
indizi di utopia. Casomai un nuovo modo di vedere il mondo, di interrogarlo, di
interpretarlo. Del resto, il titolo della rassegna, “Epifania di un albero”, più
che a una dimensione contemplativa allude a una dimensione attiva, a qualcosa
che ha a che fare con un evento (con un fatto che succede, fluisce), cambiando
tutti i nostri abituali schemi percettivi.
L’epifania infatti si rifà alla
manifestazione di un essere occulto o spirituale. Per cui l’albero (inteso anche
nell’accezione dilatata di
9 - 23 giugno 2007Artisti presenti: Mancino-Ballarini-Tarasco-Tinto-Tagetto-Starace-Gioco-Lorrà Corradin-Marconi-Weller-Pastrello-Picenni-Raglewska-Savinelli-Gripari
In mostra lavori di bambini e opere degli artisti della galleria a cura di Anna Ballini e Ivo Marchese.
5 giovani scultori coreani
operanti a Pietrasanta (Lucca).
La mostra
vede riunite le opere Nam
Sang Su, Jeong Dekyo, Lee Bon Gyu, Chio Jihoan, Kim Joo-Hyok,
scultori di talento che usano il marmo per dare vita ai propri pensieri, e
rientra nella linea perseguita dallo Spazioarte Pisanello di agevolare i giovani
artisti.
Ultima mostra del primo semestre della stagione espositiva 2007