Mostra.




Data inizio: 30-09-2005
Data fine: 16-10-2005
Orario: aperto tutti i giorni, festivi compresi, dalle 16.00 alle 19.30 chiuso: lunedì
Luogo: SPAZIOARTE PISANELLO
Indirizzo: Giardino Chiesa S. Fermo - Stradone S. Fermo - 37121 Verona
Telefono: 045/8034474
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La mostra, curata da Margherita Bolla e allestita da Eleonora Boaro, ha prevalente intento didattico e presenta, come le precedenti, reperti normalmente conservati nei depositi e nella maggior parte dei casi mai visti dal pubblico. In questa occasione sarà esposta una selezione dall’ampia collezione di vetri romani del Museo, in gran parte restaurata di recente con il contributo della Regione Veneto.  I vetri antichi, e romani in particolare, hanno sempre suscitato grande interesse, per l’eleganza e la funzionalità delle forme e per la valenza estetica delle colorazioni. L’esposizione ne illustra le molteplici funzioni: recipienti per balsami e profumi, vasi per alimenti liquidi e solidi, ma anche contenitori per le ossa cremate dei defunti e oggetti di ornamento. Una sezione è poi dedicata agli oggetti scoperti in una necropoli romana scavata nel territorio veronese - a Raldon - nel Settecento, un’altra ai vetri prodotti e usati a Roma in ambito cristiano; vi è infine un accenno alla problematica dei falsi.

La visita all´esposizione è compresa nel biglietto d’ingresso al Museo. E’ stato predisposto un percorso didattico (usufruibile gratuitamente da parte delle scuole del Comune di Verona, fino ad esaurimento della disponibilità): info: 045 8000466


Data inizio: 09-10-2004
Data fine: 02-10-2005
Orario: lu. 13.30-19.30 - da ma. a do. 8.30-19.30
Luogo: MUSEO ARCHEOLOGICO AL TEATRO ROMANO
Indirizzo: Regaste Redentore 2 Verona
Telefono: 045/8000360
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Mostra



Data inizio: 17-09-2005
Data fine: 01-10-2005
Orario: da Ma. a Sa. 9.30 -12.30; 16.00-19.30 chiuso: domenica e lunedì
Luogo: INCORNICIARTE
Indirizzo: via Brigata Regina 27/A San Massimo (VR)
Telefono: 0458900212
Fax: 0458900212
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L’italo-americano Edward Rozzo è conosciuto soprattutto per la sua intensa attività didattica, sviluppata attraverso workshops e corsi riguardanti il linguaggio fotografico. E’ scontato quindi l’imprinting teorico che attraversa la sua stessa attività professionale. La sua fotografia non mira a documentare eventi (più o meno pubblici), ma a cogliere “il perchè delle cose”, il risvolto segreto dei fatti. Anzi, spesso essa sembra far prospettiva proprio sul “fuori contesto”, sull’errore, sull’incongruenza, quasi che gli elementi ripresi fuori dal loro ambito consueto possono assumere un che di stupefacente e di rivelatorio. Memorabile rimane il servizio realizzato da Rozzo al vernissage di una mostra d’arte: egli non riprendeva le luci, le mise, i quadri, ma fotografava da fuori, attraverso i vetri sporchi, mettendo a soqquadro i codici di qualsiasi reportage. Egli non sporca solo le pose, i riti, le etichette, ma l’immagine stessa: vuole parlarci delle vicende abituali, quasi braccandole, stanandole, liberandole dalle scorie in cui sono invischiate e dando loro un senso, una lingua in qualche modo originaria. Può trattarsi di “Urban Stories” o di “Tired Women”: c’è sempre un sottotitolo ombra che fa da filo conduttore a tutta la ricerca fotografica di Rozzo, ed è lacuna (termine che nel linguaggio psicanalitico sta ad indicare la mancanza, il lapsus, il difetto): ebbene è in questa incrinatura
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