CHIOSTRO DI S EUFEMIA
17·18·19·20·21·22·23·24 Giugno - Ore 21.30
Teatro Armathan
Cercasi suicida
disperatamente
di David Conati
Regia di Marco Cantieri e Marco Amadori
25·26·27·28 Giugno - Ore 21.30
Quarta Parete
Ritratto di un pianeta
di Friedrich Dürrenmatt
Regia di Chiara Tietto
1·2·3·4·5·6·7·8·9·10 Luglio - Ore 21.30
La Pocostabile
Il medico per forza
di Molière
Regia di Lucia Ruina e Mario Peretti
12·13·14·15·16·17·18·19 Luglio - Ore 21.15
G.T.V. Niù
L’anfora
di Achille Campanile
Regia di Chiara Tietto
20·21·22·23·24·25·26·27·29·30·31 Luglio
1·2 Agosto - Ore 21.15
Insoliti Noti
Un esilarante giorno
di follia
di Donato De Silvestri
Regia di Vincenzo Rose
4·5·6·7·8·9·10·11·12 Agosto - Ore 21.15
La Maschera
Frankenstein Junior
dal film di Mel Brooks
Adattamento e regia di William Jean Bertozzo
14·15·16·17·18·19·20·21·22·23 Agosto - Ore 21.00
Lavanteatro
Festa in famiglia
di Alan Ayckbourn
Regia di Renato Baldi
24·25·26··28·29·30·31 Agosto - Ore 21.00
Einaudi - Galilei
Amleto
in salsa piccante
di Aldo Nicolaj
Regia di Renato Baldi
4·5·6·8·9·10·11·12·13·15 Luglio - Ore 21.30
CHIOSTRO S MARIA IN ORGANO
Renato Simoni
Le donne di buon umore
di Carlo Goldoni .17·18·19·20·22·23·24·25·26·27 Luglio - Ore 21.15
Il Teatrino
Pene d’amor
perdute
di William Shakespeare
Regia di Maria Luisa Cappelletti
29·30·31 Luglio - 1·2·3·4·5·6·7 Agosto - Ore 21.15
La Formica
Il giardino dei ciliegi
di Anton Cˇechov
Regia di Gherardo Coltri
9·10·11·12·13·14·15·16·17·18·19·20 Agosto - Ore 21.00
GLI INCONTRI
Lunedì 16 gIugno ore 18.00
Ramin Bahrami
Ormai ne hanno parlato tutti: è il pianista-fenomeno che con il suo Bach ha infiammato il pubblico di ogni età, entrando in classifica come una pop star. In occasione dell’uscita del nuovo cd Concerto Italiano, Ramin Bahrami presenta… Johann Sebastian Bach.
Martedì 17 giugno ore 18.00
Marracash
“Mi chiamo Marracash. In realtà mi presento come Fabio quando stringo la mano alla gente, ma poi presto o tardi tutti mi chiamano così. Sono figlio di immigrati siciliani, figlio delle case di ringhiera senza i sanitari, dei viaggi in macchina interminabili, carichi come somari.” Un basso, una batteria, un microfono, una voce. Rap. Testi in bianco e nero che raccontano l’Italia dell’anti-miracolo economico e della disillusione. L’Italia delle periferie. Un mondo che sembra un film ma non lo è. Il mondo di Marracash.
Mercoledì 18 giugno ore 18.00
Lost
Nel giro di brevissimo tempo
Secondo appuntamento della manifestazione “I tesori del Baldo e
della Lessinia”, promossa dall’assessore ai Beni Ambientali della
Provincia di Verona Laura Poggi.
Méta delle escursioni saranno i colli dei ciliegi del territorio di
Tregnago con i suoi splendidi panorami sulla Val d’Illasi e sulle valli
limitrofe, passando fra ville antiche, castelli medioevali ed aziende
agricole. Come sempre, il sabato è previsto un itinerario breve della
durata del solo pomeriggio, mentre la domenica, l’escursione durerà
l’intera giornata.
sabato 14 giugno ore 15.30
Il ritrovo dell’itinerario è presso
Piazza Abramo Massalongo, valorizzata dalla presenza dell'antica Villa
Pellegrini, oggi sede del Municipio. Percorrendo le antiche vie del
borgo si potranno notare altri edifici storici come il “Legato Casaro”
e Villa Cipolla dove è nato lo storico veronese Carlo Cipolla. Si proseguirà poi per contrada Castagnini e, seguendo i segnavia della Dorsale quattro valli, si salirà per una mulattiera che ci porta alla località “La Roara”. Si raggiungerà quindi la tenuta “Chicheri” dedita alla viticoltura, per dirigersi poi verso contrada Vinco e contrada Pali Secchi, giungendo alla tenuta “Casa Rossa”, dedita alla produzione di olio. Si proseguirà verso il Castello di Tregnago per scendere poi attraverso una mulattiera e giungere al piano passando davanti a Villa Cavaggioni, un tempo Villa Franchini.
ore 21
ACOUSTIC MASADA
John Zorn (sax alto), Dave Douglas (tromba ), Greg Cohen (contrabbasso), Joey Baron (batteria)
John Zorn (sax alto), Mike Patton (voce)
A vent’anni esatti dal suo esordio a Verona Jazz e a undici dal suo corrosivo concerto in trio con i Painkiller, John Zorn torna al Teatro Romano per una serata che si preannuncia all’insegna della grande musica, ma anche del paradosso. Sul palco si alternerà in due distinti e diversissimi set alla guida del quartetto Masada (per la prima volta a Verona) e in duo col cantante Mike Patton. I Masada sono uno dei progetti più interessanti, ispirati e acclamati dell’enorme mondo zorniano. Assieme all’instancabile altosassofonista e compositore ci sono alcuni dei protagonisti della scena Downtown di New York. Negli undici cd in studio e nei nove live che il quartetto ha realizzato tra il 1993 e il 2004 si ascolta un repertorio interamente scritto da Zorn e in cui sembra trionfare un equilibrio perfetto tra melodia, armonia klezmer e il jazz di Ornette Coleman. E proprio al leggendario quartetto del jazzista nero con Don Cherry, i Masada sembrano fare un esplicito riferimento sin dall’impostazione strumentale. Una formula che tocca picchi straordinari dal punto di vista espressivo ma che ha anche
27 giugno 2008 ore 21
Aki Takase (pianoforte), Silke Eberhard (sax alto, clarinetto, clarinetto basso)
La giapponese Aki Takase, che qualcuno ricorderà nel suo concerto-tributo a Fats Waller a Verona Jazz 2004, si è imposta a partire dalla fine degli anni Settanta grazie a una spiccata sensibilità musicale e alla sua interpretazione del jazz come musica aperta e lontana da ogni facile catalogazione. Se è infatti vero che i suoi collaboratori e mentori sono stati di volta in volta Lester Bowie, David Murray, John Zorn o Fred Frith, d’altra parte lei è sempre stata capace di calarsi in atmosfere cariche di un forte melodismo (come faceva ascoltare vent’anni fa nell’ottimo duo con la cantante portoghese Maria João) o di mostrare un notevole rispetto per la tradizione che ha sempre rivisitato con originale personalità. La giovane Silke Eberhard è emersa nel corso degli ultimi anni come un’interessante nuova voce nel sempre vivo panorama del jazz creativo berlinese. Allieva e collaboratrice di Dave Liebman, con Aki Takase aveva già lavorato nell’ambito del progetto April (con Terri Lyne Carrington, Anne Mette Iversen, Ingrid Jensen e Annie Whitehead). A Verona le due musiciste presenteranno Ornette Coleman Anthology, un omaggio al grande altossassofonista texano uscito da pochi mesi per l’etichetta Intakt. Un lavoro
Stanley Cowell (pianoforte)
Stanley Cowell, pur essendo un protagonista della musica afro-americana di notevole levatura, è una figura difficile da definire. In effetti il suo stile, in grado di richiamare allo stesso tempo la tradizione pre-boppistica, McCoy Tyner e tutta la carica vitale del pianismo free, sembra essere la migliore sintesi di una carriera vissuta senza distinzioni tra la tradizione moderna e l’avanguardia. Nato nel 1941 a Toledo, in Ohio, fu incoraggiato dal grande Art Tatum, che i genitori, musicisti e appassionati di jazz, ospitarono nella loro casa per alcune settimane. Dopo gli studi con Yusef Lateef e Roland Kirk venne in contatto con alcuni dei grandi del free di Chicago e suonò con Joseph Jarman e Marion Brown. A proprio agio in qualsiasi contesto jazzistico negli anni Sessanta si stabilì a New York e venne ingaggiato da Miles Davis che lo portò con sé in un tour di due settimane. Una delle tappe più importanti della sua vita artistica è stata senza dubbio l’incontro col trombettista Charles Tolliver, con cui nel 1969 stabilì un sodalizio formidabile: i dischi registrati in quartetto dai due rimangono delle chicche del jazz moderno, in cui be-bop e sviluppo di idee innovative trovano un terreno comune e fertile. A partire dalla seconda
SANTANA LIVE YOUR LIGHT tour 2008
Carlos Santana (voce e chitarre), Tommy Anthony (chitarra e voce), Chester Thompson (tastiere), Benny Rietveld (basso), Dennis Chambers (batteria), Karl Perazzo (timbales, percussioni), Raul Rekow (congas, percussioni), Andy Vargas (voce), Tony Lindsay (voce), Bill Ortiz (tromba), Jeff Cressman (trombone)
Carlos Santana non è solo una leggenda vivente legata a Woodstock e alla saga rock dei tempi andati. Grazie ad un intuito formidabile e a un’innata capacità di rimanere in qualche modo un musicista “attuale” è sempre riuscito a ritagliarsi un’ampia fetta di mercato e di visibilità anche quando il sipario sulla mitologia rock calò definitivamente. Un esempio eloquente furono proprio i suoi due concerti in Arena nel maggio del 1984, quando si alternò sul palco con Bob Dylan. Del resto Santana è sempre stato in grado di rinnovarsi rielaborando, più che rinnegando, gli elementi del suo passato. Una continua rinascita che non ha mai perso nulla del latin-rock delle origini e che nei decenni ha mischiato il blues con la cultura esoterica dell’America centrale e dell’Oriente, con il jazz e con la moda, tramontata e risorta sotto diverse spoglie, della musica latina e chicana. Così la sua carriera ha conosciuto una rapidissima ascesa tra il 1967 e il 1970: dai locali a luci
JAMES “BLOOD” ULMER
James “Blood” Ulmer (voce, chitarra)
La presenza di Ulmer a Verona Jazz 2008 si può a buon diritto considerare un’autentica “perla” del festival. Il chitarrista e cantante James “Blood” Ulmer (St. Matthews, Carolina del Sud, 1942) è uno dei personaggi più peculiari di tutta la recente storia musicale afro-americana. Protagonista di innumerevoli formazioni a fianco di grandi del jazz come Art Blakey, Joe Henderson, Paul Bley, Archie Shepp, Larry Young o Jimmy Smith, fu soprattutto grazie a Ornette Coleman, con cui suonò a più riprese a partire dai primi anni Settanta, che mise a punto una propria cifra stilistica ben definita. Il suo carattere è perfettamente in evidenza nelle sue numerosissime prove solistiche, che poco hanno a che fare con i grandi nomi del jazz sopra citati, ma che sembrano piuttosto identificarsi con una personalità dirompente e in uno stile sempre molto aspro, a cavallo tra improvvisazione jazz, rock, funk e blues elettrico; una musica che l’ha fatto definire da Bill Milkowski “un incontro perfettamente riuscito tra Albert Ayler e Skip James”. A Verona si presenterà da solo, in un concerto che si preannuncia un’occasione rara per ascoltarlo in tutta la sua straordinaria
19 giugno 2008 ore 21
Teatro Romano - Regaste Redentore 2 Verona
Enrico Rava (tromba ), Stefano Bollani (pianoforte)
È il duo più acclamato e richiesto dai festival del jazz italiani. D’altra parte la notorietà e il successo del trombettista Enrico Rava e del pianista Stefano Bollani hanno ampiamente superato i confini della cerchia degli appassionati, e non da oggi. A Verona presenteranno il cd The Third Man, pubblicato l’anno scorso dalla prestigiosa etichetta ECM: un lavoro che è stato recensito in modo lusinghiero da tutte le testate di settore e non. Vi si ascoltano pezzi originali, una trasognata Estate di Bruno Martino e splendide interpretazioni di Antonio Carlos Jobim e Moacir Santos. Ha scritto il critico Luca Conti: «Questo è un lavoro ad alto contenuto emotivo, un viaggio nella memoria in cui Rava e Bollani lasciano riaffiorare le reminiscenze più disparate». I due peraltro non sono certo al loro primo incontro, anzi il “fenomeno” Bollani, venne scoperto proprio da Rava che più di dieci anni fa ne divenne uno dei principali sponsor. Se la storia è dalla parte di Enrico Rava, tra i pochi jazzisti italiani a farsi conoscere in Europa e negli Stati Uniti sin dalla fine degli anni Sessanta,
Le associazioni C.A.R.S. (Centro di Accoglienza e di Recupero Sociale) e Il Villaggio e A.I.A.S. della Provincia di Verona (Associazione italiana Assistenza Spastici) con l’aiuto dell’85a Reggimento Verona della Caserma Duca di Ponte Florio hanno ideato e portato a realizzazione un progetto culturale e di integrazione sociale denominato Hantiteatro, che culminerà nell'evento teatrale di sabato 14 alle 21, quando saliranno sul palco del Camploy i 40 attori, persone gravemente disabili.
nella foto un momento della conferenza stampa svoltasi alla Caserma Duca
di Montorio
foto Antonella Anti
UNA PERSONA CON GRAVE DISABILITA’ CHE FA DEL TEATRO? IMPOSSIBILE!
E invece, nella nostra esperienza (il primo spettacolo teatrale del CARS risale al 1985) ogni persona disabile è affiancata da un volontario: in questo modo “si recita in due” ed ogni coppia è in grado di muoversi sul palcoscenico, atteggiarsi, ballare ed essere attivamente una parte del meccanismo teatrale, fino a dimostrare, lo speriamo, che è possibile fare arte partendo da una condizione di svantaggio o di disabilità.
Al laboratorio teatrale abbiamo dato nome Hantiteatro perchè, al contrario del senso comune, abbiamo scelto di percorrere un cammino di sperimentazione permanente: “fare teatro” non deve solo significare “avere talento”,