La mostra è una realizzazione di Fondazione Forma per la Fotografia in collaborazione con la Gordon Parks Foundation e Contrasto.Gordon Parks (morto nel 2006 a 93 anni) è stato fotografo, poeta, scrittore, regista (suoi i film sul detective Shaft), attore, musicista: una personalità dallo straordinario eclettismo, che gli è valso il soprannome di “Uomo del Rinascimento”.Attraverso la fotografia, Parks ha sempre cercato di raccontare delle storie: i suoi servizi sulla rivista Life dedicati a una famiglia di neri ad Harlem, nel 1968, hanno segnato una tappa importante nel battaglia, piena di tensioni, violenza e rivendicazioni, contro il razzismo in America.La mostra presenta circa 160 immagini in bianco e nero e a colori, stampe moderne e molti vintage, realizzati con uno stile fotografico classico e potente, molto cinematografico.
In esposizione anche i suoi scatti di moda e una serie di immagini di attori – tra cui Paul Newman, Sidney Poitier e Ingrid Bergman -, di musicisti - Duke Ellington, Glenn Gould -, di scrittori come Carlo Levi e di personalità come Malcom X e Muhammad Alì.
Sono ritratti straordinari, mai in posa, che colgono nei volti la
Dal 5 luglio 2014 è aperta al Palazzo della Gran Guardia, la mostra Paolo Veronese. L'illusione della realtà, a cura di Paola Marini, direttrice del Museo di Castelvecchio e Bernard Aikema, dell'Università degli Studi di Verona a 26 anni dall'ultima rassegna su Paolo Caliari, dopo 3 anni di lavori preparatori: 100 le opere esposte fra dipinti e disegni provenienti dai più prestigiosi musei italiani ed internazionali.
La mostra monografica è la prima di tale ampiezza in Italia dopo quella memorabile curata da Rodolfo Pallucchini a Venezia nel 1939 e presenta Paolo Veronese attraverso 6 sezioni espositive: la formazione a Verona, i fondamentali rapporti dell’artista con l’architettura e gli architetti (da Michele Sanmicheli a Jacopo Sansovino a Andrea Palladio), la committenza, i temi allegorici e mitologici, la religiosità, e infine le collaborazioni e la bottega, importanti fin dall’inizio del suo lavoro. Oltre ad un’ampia scelta di capolavori dell’artista, la mostra comprende numerosi disegni di eccezionale qualità e varietà tematica e tecnica, con l’obiettivo di testimoniare il ruolo della progettazione e riflessione grafica non solo nel percorso creativo di Paolo ma anche nella dinamica produttiva del suo atelier.
Informazioni e prenotazioni:
numero verde 848 002 008
da lunedì a sabato, ore 9.00-18.00
Una quarantina di opere che attraversano un po’ tutte le fasi della ricerca di Andreina Robotti (Iseo, Brescia 1913 – Verona 1996). L’obiettivo è quello di riaprire una ricognizione critica su un’artista troppo frettolosamente dimenticata o sommariamente confinata tra gli autori naïf e gli inventori di bizzarri paradossi visivi.
Due associazioni culturali e due spazi (La Galleria Incorniciarte e l’Oratorio al Drago per Artemisia) la ospitano nella convinzione non di arrivare a certificarne le modalità espressive, quanto l’inesauribilità di un linguaggio che non pare davvero mai finito o finibile.E’ un regno segreto, un po’ fatato, un po’ stregonesco, quello che Andreina Robotti dipinge fin dagli anni ‘50: vedute colte con una manualità rapida, sempre sul punto di dissolversi o illustrazioni di passi evangelici, poco più che abbozzate, come fossero apparizioni magiche. Occhi fantasiosi, quelli della pittrice veronese, che vedono cose invisibili, che scovano e trapassano acque, salgono alberi e fiori, sorvegliano le mille vite dei boschi. Universi “spiritosi e garbati”, li ha definiti Buzzati. Ma, a partire dagli anni ‘60, tutte le figure
Domenica 27 aprile 2014 alle ore 11:00 presso la Galleria G.LOVE BANK in piazza della Pieve, 14 a S. Giorgio di Valpolicella (VR) si inaugura la mostra di Giancarlo Veneri "La Fiaba Inquieta", con presentazione di Luigi Meneghelli.
In un breve frammento poetico del 1997, Alessandro Mozzambani testimone diretto del percorso artistico di Giancarlo Veneri (Verona 1943 – 2007) parlava di un "suggeritore di testi mai scritti, di scenografie / immaginifiche, di commedie per fantasmi / eccentrici". E, osservando alcune delle opere dell'artista veronese (da No war, fatto di lance di legno colorate a Baba Yaga, sequenza stregonesca di stazioni che si rifà ad una oscura e misteriosa fiaba russa), si ha davvero la sensazione che l'obiettivo del suo lavoro sia quello di produrre una sorta di plausibilità dell'assurdo, di imprevedibilità del luogo comune, di eternità dell'istante. Un po' come in Borges o Pessoa o Calvino. E' una galleria di oggetti, quelli di Veneri, dove tutto appare diverso e frammentario, ma dove tutto è anche ininterrotto, coerente, segretamente plausibile. Egli non ricorre ad immagini improbabili e irriverenti, al rifiuto radicale di Dada. In fondo non può neppure essere considerato un avanguardista tout court. E' rimasto nel solco della tradizione, usando i suoi stessi modi, ma per colpirla dal di dentro con più
10 aprile - 10 maggio 2014 Protomoteca della Biblioteca Civica di Verona
Nella mostra dal titolo "Water Tanks in New York" sono esposte le immagini che Gianmaria Colognese, docente all'Accademia di Belle Arti di Verona, architetto e artista veronese, ha realizzato immortalando le Water Tanks, i serbatoi d'acqua posizionati sulla sommità dei tetti della città di New York, oggetti molto ingombranti che tuttavia tendono a sfuggire allo sguardo e che vengono rivisitati, in questi scatti, con una chiave di lettura del tutto originale.
La prossima estate infatti prenderà forma il "Water Tanks Project", che prevede che tutti i serbatoi ubicati nei cinque distretti della città siano avvolti da opere d'arte, realizzate da artisti celebri o emergenti, oltre che da studenti della scuola pubblica di New York. L'obbiettivo del progetto è di sensibilizzare l'opinione pubblica mondiale ad un utilizzo consapevole della risorsa più preziosa del ventunesimo secolo: l'acqua.
L'occhio curioso dell'artista, la tecnica della fotografia tradizionale, la resa della stampa su carte speciali, pongono in primo piano questo oggetto inusuale, mettendone in rilievo gli aspetti estetici al di là della sua stretta funzionalità.
La mostra di Verona è stata realizzata con il contributo di Acque Veronesi e dell'Azienda dmd di Verona ed è inoltre patrocinata dall'Ordine degli Architetti e degli Ingegneri di Verona e
Studio la Città inaugura sabato 17 maggio 2014 ore 11.30 mostra collettiva curata da Angela Madesani, con la collaborazione di Andrea Lerda.
L’esposizione si propone di indagare il complesso rapporto fra arte contemporanea e natura attraverso alcune possibili declinazioni: natura naturans come oggetto e soggetto dell’arte attraverso la sua presentazione diretta, natura come entità portatrice di una sacralità laica e, infine, natura, etica ed ecologia.
De Rerum Natura è un’approfondita riflessione da parte di un selezionato gruppo di artisti italiani e stranieri, appartenenti a diverse generazioni, che si spinge ben oltre a una semplice mostra sul paesaggio, superando inevitabilmente anche la visione portata avanti tra gli anni Sessanta e Settanta dalla Land Art.
In mostra, una quindicina di artisti, che operano con diversi linguaggi (dall’installazione alla fotografia al video al disegno), indagheranno alcune tematiche legate al rapporto uomo-ambiente-natura: dalla semplice osservazione del circostante, alla sacralizzazione della natura, dalla sua presenza fisica, sinonimo di bellezza e purezza, alla devastante realtà delle problematiche ambientali. Tutto questo all'interno di un contesto, quello odierno, in cui la natura è oggetto quotidiano di discussione, di studio e di cronaca.
Così come è avvenuto a partire dagli anni Sessanta con l'accentuarsi a livello internazionale del dibattito ecologico, anche in questo caso l'arte e il design diventano lo spunto
Artericambi è lieta di presentare il nuovo spazio espositivo in occasione della personale degli artisti Curandi Katz e dello Space Project di Marco Secondin. Rinnovamento e continuità sono le parole d’ordine che accompagnano il cambiamento di sede della galleria veronese che si è fatta conoscere in Italia e all’estero anche per le installazioni monumentali che i suoi locali avevano saputo ospitare. Oggi Artericambi accoglie una nuova sfida inserendosi nel cuore della vita cittadina per ricontestualizzare la ricerca artistica che l’ha sempre contraddistinta. Ed è proprio questo lo spirito che la caratterizza, che ha animato i progetti del passato e che farà rivivere l’antica piazzetta Cavadini in un incontro tra tradizione e sperimentazione. Una continuità dello stesso processo di rinnovamento che ha fatto di Artericambi un’istituzione ormai nota per la qualità dei lavori proposti e per la personalità degli artisti che ha accompagnato nel tempo, incentivandone le evoluzioni per lasciarsi cambiare. Se la solida rete di affezionati, collaboratori e amici costituisce la base di uno sviluppo che si è sostenuto sull’entusiasmo e sui rapporti sinceri, oggi l'inaugurazione del nuovo spazio mette l’accento sul desiderio di dar continuità a questo
Sabato 12 aprile 2014 Palazzo della Ragione
Una nuova sede per le importanti collezioni della Galleria d’Arte Moderna Achille Forti, esposte al pubblico per la prima volta insieme alle collezioni di Fondazione Cariverona e Fondazione Domus.
Il prossimo 12 aprile 2014, Palazzo della Ragione a Verona riapre le proprie porte alla città e al pubblico internazionale, non solo nella sua veste di edificio storico, ma anche come nuova sede della Galleria d’Arte Moderna Achille Forti.
Dotato di un nuovo accesso attraverso la monumentale Scala della Ragione nella Corte del Mercato Vecchio, Palazzo della Ragione diventa, insieme anche alla famosa Torre dei Lamberti, un luogo d’architettura armonico completamente visitabile.
Tra i simboli più riconoscibili della città, questo rinnovato e spettacolare complesso, frutto di una stratificazione pluricentenaria che lo ha condotto dall’antichità a oggi, andrà ad arricchire ulteriormente l’immagine internazionale di Verona come centro dell’arte e della cultura visiva.
Questa riapertura ai cittadini e al pubblico è frutto di una importante sinergia tra il Comune di Verona, la Fondazione Cariverona, e la sua altra realtà legata alla cultura e alle arti, la Fondazione Domus.
Da questo accordo programmatico scaturisce la restituzione di questo luogo, insieme alla straordinaria collezione che Achille Forti aveva donato alla città, ai veronesi in primis, ma anche a quel pubblico che raggiunge Verona,
XXII edizione
Sabato 22 e domenica 23 marzo 2014
Archeologia a porte aperte
Visite a quattro siti della città romana in occasione del bimillenario dalla morte dell’imperatore Augusto
SCAVI SCALIGERI ● ARCO DEI GAVI ● CORTE SGARZARIE.● CASTEL SAN PIETRO
Sabato 22 e domenica 23 marzo 2014 tornano le Giornate FAI di Primavera; lo storico appuntamento del Fondo Ambiente Italiano, giunto alla sua 22a edizione, farà conoscere 750 luoghi in tutta Italia molti dei quali generalmente chiusi al pubblico: parchi, monumenti, chiese, palazzi, ville, giardini…
Con questa iniziativa la Fondazione intende promuovere e diffondere sempre più capillarmente in ogni parte d’Italia la conoscenza della sua attività di tutela e salvaguardia del patrimonio artistico e naturalistico nazionale con l’obiettivo di accrescere l’interesse e la sensibilità per i monumenti e i paesaggi che il nostro paese ha il vanto di possedere.
È un servizio che il FAI offre a tutti i cittadini, anche al fine di sollecitare la diretta partecipazione di tutti coloro che, iscrivendosi al FAI, garantiscono il loro appoggio al suo importantissimo impegno.
Quest’anno in occasione del bimillenario della morte dell’imperatore romano Augusto la Delegazione Fai di Verona ha voluto concentrare l’attività sulle visite a quattro siti di Verona romana: Scavi Scaligeri, Arco dei Gavi, Corte Sgarzarie, Castel San Pietro.
Ogni sito è visitabile a
Tra peso e leggerezza, realtà e illusione, trasparenza e opacità. Eduard Habicher costruisce la sua scultura come fosse un luogo "altro", fantasmatico. Che invade lo spazio e che dallo stesso spazio si fa invadere. Alla Galleria Goethe di Bolzano, fino al 4 marzo 2014.
"Lo spazio è un dubbio: deve essere continuamente individuato, designato, conquistato.". Così G. Perec. Ebbene, la scultura di Eduard Habicher (Malles, Bolzano, 1956; vive a Merano) si pone proprio come una ininterrotta interrogazione dello spazio. Essa può accompagnarlo, riconfigurarlo, estenderlo, facendo ricorso ad un gioco combinatorio di elementi instabili, dislocati, aperti. Anche la scultura dell'Avanguardia, da Tatlin a Calder, ha provato a sfidare le leggi della gravità, ma l'ha fatto sottolineando la propria leggerezza. Habicher non ha bisogno di esibire una levità di materiali; semplicemente solleva da terra l'acciaio, il legno combusto, il vetro. La leggerezza nelle sue opere non nasce dalla materia, nasce dal movimento. E le forme definiscono più il loro divenire che il loro essere. Lo stesso discorso vale anche quando interviene la negazione di ogni fisica consistenza (come può essere l'ombra che non è mai meno reale del corpo che la proietta o il vetro che suscita autentiche trasparenze sulle pareti): sono solo stratagemmi illusivi, che non hanno nessuna intenzione di contraddire l'ordine dello
15 febbraio 2014 - 15 marzo 2014
"River. Esperimento Domestico" è il titolo dell'esposizione di Giovanni Frangi inaugurata sabato 15 febbraio 2014 alle ore 18.00 presso le sale della galleria Ferrarin Arte di Legnago.
La vicenda artistica di Frangi (Milano, 1959) da tempo si è caratterizzata per un uso e un abuso di mezzi che non sempre sono propri del suo segno più riconoscibile. Realizza, infatti, con i suoi quadri delle particolari installazioni, ama manipolare le immagini fotografiche e, nella sua ultima mostra Sheherazade al Museo Nazionale San Matteo di Pisa, ha disseminato il percorso con sculture in gommapiuma, come se fossero sassi. La necessità sperimentale è stata una costante della sua ricerca e River si propone come nuovo esperimento creativo.
Il movimento dell'acqua e la sua potenzialità espressiva hanno suggestionato la fantasia dell'artista tanto da poter considerare questa sua attrazione un fil rouge costante della sua storia creativa. Da Nobu at Elba del 2004 alle ricostruzioni di un fondale marino del View master del 2006 fino ai grandi quadri dedicati alle cascate, l'acqua è fonte costante di ispirazione. Giovanni Frangi è arrivato a considerare che la realizzazione delle sue opere ispirate al tema dell'acqua possa trovare una forza visionaria diversa rendendo reale il movimento. Non vuole più quadri statici, ma mobili. Come