inaugurazione sabato 6 ottobre alle ore 18.30
7 ottobre 2007 – 3 febbraio 2008
La mostra, promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo – Centro Nazionale di Fotografia, curata da Enrico Gusella, presenta più di 160 immagini in bianco e nero tra cui molte opere inedite, realizzate da Giovanni Umicini nella città del Santo dai primi anni cinquanta ai giorni nostri.
Il lavoro fotografico di Umicini (Firenze, 1931) rientra nel filone definito Street photography, o “poesia della vita”: attraverso l’obiettivo fotografico, l’autore entra in sintonia con la vita dei suoi soggetti e li indaga cogliendo gli aspetti più intimi dell’animo umano.
Proprio per questo la ricerca di Umicini può essere definita di carattere interiore, oltre che storica, in quanto, partendo da strade e luoghi cittadini, egli fornisce un quadro preciso e dettagliato di carattere antropologico.
Grazie al suo occhio attento e scrupoloso, l’artista riesce a cogliere il contrasto affascinante tra la figura umana e l’architettura impersonale dei luoghi fotografati, tra una condizione mentale e l’ambiente asettico.
Nell’opera di Umicini c’è una capacità straordinaria di entrare nelle situazioni quotidiane e di coglierne l’essenza vitale, unita alla forza dell’intensità emotiva ed espressiva con cui rappresenta la città di Padova e i suoi simboli, la Basilica del Santo, Prato della Valle, il Caffè Pedrocchi
inaugurazione sabato 12 gennaio ore 17,30
Personale, opere pittoriche.
La Galleria d'Arte dell'Associazione Culturale "Spazio Sei" che vede promotore Giancarlo Zanini. Un nuovo spazio, un punto d'incontro per gli appassionati di arte moderna e contemporanea della città.
In programmazione mostre di Virginio Ferrari, Raimondo Lorenzetti, Paladino-Balestrini, Floriano Guizzardi.
25 november 2007 – 30 march 2008
The exhibition Vinicio Vianello: il design del vetro is devoted
to one of the most interesting artists of the ’fifties and ’sixties
and a leader of Italian “planning culture”. Installed in the
spaces of the Sala Boggian in the museum of Castelvecchio,
the show is part of the activities promoted by the cultural affairs
department of the city council, and by the direction of
the city monuments and art museums, together with the Carlo
Scarpa joint committee. Vianello, like Lucio Fontana an
exponent of Spatialism, worked in Venice where he collaborated
with the Cavallino gallery, but his career ran counter to
officialdom and artistic trends in general: he cannot be labelled.
He shared with Fontana an interest in avant-garde
research and in experimenting with all possible materials in
order to discover new shapes and artistic forms. It was due to
this experimentation and close interest in a dialogue between
the arts that, in 1950, Vianello began to try out new
constructions and techniques in the sector of glass and industrial
design, with the help of various master glass-makers
from Murano. This interest was to stay with him throughout
his life and was to lead him to an involvement with ceramics,
glass, light fittings, design objects, and
10 - 30 gennaio 2008
personale
Ingresso libero
Nella foto, Andreina Robotti ritratta davanti al grande affresco nel soggiorno della sua abitazione in Viale della Repubblica
Cenni biografici
Nata a Iseo (Brescia) il 31/07/1913. Con il nome di Andreina Antonioli, ha passato l’infanzia e la gioventù a Siena, dove ha frequentato l’Accademia di Belle Arti e ha imparato a conoscere Duccio, Simone Martini, Lorenzetti e dove ha conosciuto e sposato Pietro Robotti diventando per tutti Andreina Robotti. E’ morta a Verona il 31/12/1996.
Principali mostre personali
1950 - Verona - Hotel San Lorenzo
Una mostra d'architettura che si propone di far riflettere il pubblico sul tema dell'abitare, allestita nella struttura di via Mazzini, rinnovata proprio con lo scopo di ospitare manifestazioni, mostre e progetti di tipo culturale.
Organizzata dalla Consulta Giovanile del Comune di San Bonifacio in
collaborazione con l'Associazione Architettando di Cittadella (PD) e
con il patrocinio dell'Ordine degli Architetti Pianificatori,
Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Verona per “aprire una finestra
che possa permettere ad ogni visitatore, più o meno esperto,
di avere una visione reale ed effettiva della risposta che
l’architettura può offrire al tema dell’abitare; di
osservare come le idee divengano progetto e poi realtà; di
comprendere come anche il tema dell’abitare sia soggetto ad
un’evoluzione che si muove nel tempo e secondo le esigenze
dell’uomo”.
orari di
apertura:
venerdì dalle 16.00 alle 22.00;
sabato dalle 15.00
alle 22.00
domenica dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle
ore 20.00.
La Consulta, inoltre, offre l’opportunità di
prenotare visite guidate, per scuole o comitive, il sabato mattina.
Schede informative: abiti d’epoca e automobili di riferimento
1 ) periodo di riferimento: 1880
E’ uno dei più ammirati lo splendido abito di manifattura inglese, composto da corpino e gonna in raso e velluto di seta color vinaccia, bottoni in madreperla, stecche di balena e ganci. Il corpino è steccato internamente, i riporti decorativi in velluto sono applicati su spalle, polsi e spacchi posteriori.
La gonna “a cloche” è costituita da pannelli alternati di tessuti sovrapposti. Nella parte superiore frontale è arricchita da pannelli di seta drappeggiata, con filze orizzontali a motivo “bouillonées”, volant e cannoncini piatti sul fondo. All’interno della giacca è cucita una piccola etichetta con la scritta “A.Worthington”, probabilmente il nome della fortunata proprietaria
Auto: VELOCIPED – triciclo brevettato da Karl Benz nel 1886 e considerato la prima vettura al mondo con motore a scoppio
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2 ) periodo di riferimento: 1900
Abito da passeggio di manifattura francese (1900-1907)
L’abito è formato da corpino e gonna in panno di lana in due tonalità di viola, con decorazioni in merletto e velluto di seta. L’abbottonatura del corpino è asimmetrica, parte dal centro e termina sul collarino verso il lato destro, dal che si evince che la proprietaria dell’abito fosse mancina.
Gonna svasata a due teli, chiusura posteriore mediante automatici
7 - 17 dicembre 2007
Da un tempo lontano arrivano i volti classici di dee mediterranee e quelli di antenate archetipiche, ritratti che emergono dal buio, dalla notte, dall'ombra.
Presentazione di Paola Azzolini.
nella foto l'Artista
foto Antonella Anti
17 novembre 2007 - 27 gennaio 2008
“Le città invisibili” è la mostra che riporta a Verona l’artista egiziano vincitore del Leone d’Oro alla Biennale di Venezia del 1995 per il Padiglione Egitto, ormai di casa a Palazzo Forti con la sua suggestiva installazione La dimora del poeta che occupa la “Sala dell’Orgia” affrescata con un artificioso trompe l’oeil ottocentesco.
L’artista, nato a Il Cairo, da trent’anni cittadino italiano, coniuga le suggestioni e i colori dell'arte orientale con le più avanzate tecniche compositive delle avanguardie occidentali. Sette sono le installazioni site specific ideate per questa mostra, da La città e i profumi a Le Porte di Samarcanda a La barca “Ulisse”, una canoa sospesa su un mare di sale, per approdare a Origine del mondo, omaggio all’omonimo capolavoro di Gustave Courbet.
Strutture in metallo sottilissime, ampolle di vetro leggerissimo sospese nel vuoto, garze semitrasparenti che lasciano intravedere la luce sono i materiali con cui l’artista costruisce queste sette città, luoghi a metà tra la filosofia dell’intimo e la vita brulicante dei suk, felice incontro tra il taglio sulla nuda pietra dell’antico Egitto e il segno irruente dell’arte contemporanea. Lavori che restituiscono l’uomo alla sua dimensione più autentica, rintracciando e disegnando territori dell’anima e invitando ad assaporare lentamente l’essenza della vita. Un percorso dello spirito,
MEDHAT SHAFIK, 2000-2005
17 novembre 2007- 27 gennaio 2008
“Le città invisibili” è la mostra dedicata a Medhat Shafik con cui viene inaugurata la nuova stagione espositiva della Galleria d’Arte Moderna Palazzo Forti. Dopo il lungo impegno de “Il Settimo Splendore. La modernità della malinconia”, la rassegna conclusa a fine luglio al Palazzo della Ragione, frutto di un lavoro scientifico durato oltre 4 anni, continua e si rinnova l’attività di ricerca e di indagine della galleria attorno a quelle figure del panorama artistico internazionale che hanno saputo arricchire e rinnovare i linguaggi dell’arte. La mostra “Le città invisibili”, a cui si lavora già da un anno, curata da Giorgio Cortenova, direttore di Palazzo Forti, riporta a Verona l’artista egiziano vincitore del Leone d’Oro alla Biennale di Venezia del 1995 per il Padiglione Egitto, ormai di casa a Palazzo Forti con la sua suggestiva installazione “La dimora del poeta” che occupa la “Sala dell’Orgia” affrescata con un artificioso trompe l’oeil ottocentesco. L’artista, nato a Il Cairo, da trent’anni cittadino italiano, coniuga le suggestioni e i colori dell'arte orientale con le più avanzate tecniche compositive delle avanguardie occidentali. Otto sono le installazioni site specific ideate per questa mostra, da “La città e i profumi” a “Le Porte di Samarcanda” per arrivare a
L’Assessorato alla Cultura del Comune di Verona presenta l’album delle immagini di Giuseppe Bertucci, che documentano, dopo la catastrofica inondazione dell’Adige del 1882, la costruzione degli argini: un intervento che ha segnato per Verona un mutamento epocale, dalle straordinarie ripercussioni sociali, storiche e urbanistiche.
Saranno esposte 41 stampe fotografiche in bianco e nero, realizzate con le tecniche in uso tra fine ottocento e primo novecento, come albumine e aristotipi.
La mostra espone la principale campagna fotografica di Bertucci, realizzata a fine ‘800 su commissione del Comune di Verona e raccolta in un prezioso album conservato presso la Biblioteca Civica del Comune di Verona, che illustra la costruzione dei nuovi argini in seguito alla piena dell’Adige del 1882: muraglioni che cambieranno definitivamente il volto della città storica e del suo fiume tra il 1890 e il 1894.
La raccolta comprende 41 fotografie, delle originarie 42, formato mm.190x250 circa, montate su cartoncino: furono fatte realizzare dalla ditta appaltatrice dei lavori, e rilegate in un album con copertina di cuoio e velluto rosso intitolato “Lavori in difesa d’Adige in Verona”.
Questa stessa copia dell’album fu presentata all’Esposizione Generale d’Arte Sacra di Torino nel 1898.
Per questo paziente e preciso lavoro di documentazione e per altre immagini documentarie e