Costantina Fiorini inizia a dipingere prestissimo come autodidatta e si diploma all’Accademia di Belle Arti di Venezia negli anni ’80, approfondendo in particolare l’iperrealismo e l’opera pittorica di Klimt e Schiele. Negli anni a seguire tocca tutte le tecniche pittoriche sviluppando una particolare predilezione per la pittura ad olio, per l’acquerello e per l’acrilico. Oltre ad essere una fine ritrattista, predilige da sempre la raffigurazione della natura (paesaggi, flora, fauna) in uno stile realistico ma molto personale. Il suo tratto distintivo è sicuramente il calore che sa trasmettere, frutto di una altissima preparazione tecnica, peraltro sempre in aggiornamento, e di un estrema spontaneità al tempo stesso. Dopo una lunga esperienza come illustratrice per note case editrici nazionali (Demetra, Giunti) approda all’insegnamento per alcune Università del Tempo Libero di comuni della provincia di Verona.
Dal 1a al 4 Settembre Villa Balladoro di Povegliano Veronese ospiterà le opere di Costantina Fiorini, attualmente docente di acquerello e pittura acrilica presso l’Università del Tempo Libero di Povegliano.
Costantina Fiorini propone alcune sue opere ad acquerello ed alcuni trompe-l’oeil a tecnica mista per far conoscere la propria opera pittorica. Lunghi anni di pratica e studio hanno dato vita ad uno stile molto personale che risulta, agli occhi dello spettatore, subito accattivante: da ogni opera traspare infatti una grande maestria tecnica
dall' 8 luglio al 15 settembre
Quadri in apparenza freddamente
e rigorosamente anonimi: in realtà costruiti da una follia gestuale ossessiva.
Tele definite da righe orizzontali parallele che invadono lo spazio e che a
loro volta sono attraversate da una serie di finissimi e impercettibili tratti
verticali.
Interventi che “si vedono solo da molto vicino, migliaia su ogni riga, decine di migliaia su ogni quadro” (Panza di Biumo). Le opere di Max Cole (Kansas, 1937) a puro livello contemplativo sembrano limitarsi all’interazione tra linearità e superficie, a nero su bianco o nero su grigio, ma quel rituale che si ripete a ritoccare le linee rende la pittura carica di una sensorialità delicata ed evocativa. Per cui si può dire paradossalmente che l’intento dell’artista è sì riduttivo, ma anche “impressionistico”, in quanto mira a restituire al lavoro, oltre l’attualità e la manualità, la scoperta di una delicata intimità (un po’ come accade, seppure con altre soluzioni percettive, anche in un’altra artista americana, e cioè Agnes Martin): a contare non è il risultato formale, ma l’attività procedurale che la forma tiene in sé (e mostra) fino all’esito finale.
La Mostra illustra giochi, giocattoli ed oggetti ludici, caratterizzati tutti dal fatto di essere rielaborazioni di materiali naturali quali legno, osso, piume, conchiglie, ecc. I giochi presentati sono ricostruzioni di oggetti che, fin dai tempi più remoti, hanno appassionato e coinvolto fanciulli ed adulti.
Le vetrine sono suddivise in base ai diversi tipi di piante ed animali con cui sono costruiti gli strumenti ed i giocattoli esposti, e corredate da adeguate didascalie, fotografie, schede botaniche, schede zoologiche.
Sono inoltre, evidenziati tramite un opportuno apparato iconografico anche gli spunti archeologici e storici che emergono frequentemente nel percorso espositivo, trovando immagini correlate in ambito storico artistico.
A completamento del discorso scientifico sono stati inseriti anche alcuni giochi od applicazioni ludiche, come le lanterne magiche, che indagano aspetti curiosi della fisica.
Per tutto il periodo della Mostra è possibile usufruire di un servizio di visite guidate appositamente ideate per scolaresche o gruppi/associazioni.
La Fondazione Domus per l’arte moderna e contemporanea, propone le proprie opere di Giorgio Morandi inserite in un contesto ampliato che prefigura un possibile futuro assetto della collezione.
Venti dipinti: le rarissime Bagnanti, cinque paesaggi, un autoritratto, tredici nature morte costruiscono un tessuto che riassume il discorso poetico del pittore dal 1915 al 1960.
La mostra, occasione rara per ammirare alcune opere di uno dei maggiori artisti del XX secolo, è promossa dalla Fondazione Domus in collaborazione con il MART, Museo d’Arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto.
Ingresso libero e catalogo gratuito.
Per informazioni e visite guidate gratuite;
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – 045/8057433
Inaugurazione sabato 26 agosto alle 18.00.
Nei padiglioni 20-21 dell’ex Arsenale.
La mostra, a cui parteciperanno venti artisti selezionati da una commissione composta da galleristi, critici, docenti, «dà la possibilità ai giovani che si cimentano nell’arte figurativa e astratta, nella fotografia, nella grafica, nei video e nella scultura di trovare uno spazio per poter esporre le proprie opere» afferma la curatrice Alessandra Molon.
Uno spazio particolare, all’interno della manifestazione, sarà riservato alla sezione “Outsider Art”, che verrà presentata venerdi 1 settembre alle 18: un progetto di Daniela Rosi, dedicato ad opere realizzate negli atelier all’aperto, in luoghi di cura in cui i pazienti hanno dimostrato particolari doti espressive e che sono stati seguiti in questo esperimento dagli studenti del biennio di specializzazione di pittura dell’Accademia di Belle Arti Cignaroli.
L’associazione “Spazio ai Giovani” darà invece vita a un laboratorio con l’obiettivo di riscoprire gli edifici e i luoghi della città che possono essere riqualificati e riutilizzati. La manifestazione, che proseguirà fino al 2 settembre, può contare su un ricco calendario: domenica 27 agosto l’autrice Luisa Bicego presenterà il suo libro “Il mondo è una filastrocca” con l’accompagnamento musicale di Luca Bicego mentre mercoledì 30 agosto, alle 18.30, è in programma un aperitivo-concerto dei Bossa Nova Messengers; venerdì 1 settembre sarà presentato il nuovo
Il Museo d’Arte Donnaregina di Napoli, MADRE, ha in programma l’allestimento di una grande mostra retrospettiva sul lavoro di Jannis Kounellis, uno di maggiori protagonisti dell’arte italiana del secondo dopoguerra, dal 22 aprile al 04 settembre 2006.
L’esposizione, curata in stretta collaborazione con l’artista dal direttore del Museo Eduardo Cicelyn e dal capocuratore Mario Codognato, aspira a ricostruire i quasi cinquanta anni della sua prestigiosa carriera attraverso opere ed installazioni provenienti da musei, fondazioni e collezioni private di tutto il mondo e sarà accompagnata da un voluminoso catalogo illustrato e con saggi critici ed apparati bio-bibliografici in italiano ed inglese.
Nell’occasione è stato anche deciso di raccontare il sodalizio venticinquennale di Jannis Kounellis con la città di Napoli, attraverso la presentazione dei lavori più importanti esposti presso la galleria di Lucio Amelio tra il 1969 e il 1994 Kounellis lavora a Roma dalla fine degli anni Cinquanta e la sua prima esposizione ha luogo nel 1960 presso la Galleria La Tartaruga. Nei dipinti di quel periodo delinea parole, lettere, numeri, segni direzionali che campeggiano su superfici monocrome accogliendo i segnali visivi del contesto urbano nell’ambito dei linguaggi pittorici.
Nel 1968 partecipa alla rassegna “Arte Povera + Azioni Povere” presso gli Antichi Arsenali di Amalfi. Nel 1969 presenta la celebre opera con dodici cavalli vivi alla