Padova Aprile Fotografia torna dall’8 aprile al 4 giugno a colmare di immagini e suggestioni una sequenza di spazi storici in tutta la città. Il tema che i curatori, Alessandra De Lucia e Enrico Gusella, hanno individuato per questa nuova edizione è quello delle “Visioni quotidiane”. Ad essere raccontata dall’obiettivo di fotografi “storici” e contemporanei è infatti la quotidianità dell’uomo, singolo e specie, alle prese con lavoro, sogni e relazioni, con lo sport e l’ambiente, un uomo che riflette sulla propria immagine o che cattura, trasforma o semplicemente indaga l’immagine del mondo che lo circonda e, qualche volta, lo sovrasta.
Cinque le mostre proposte (quasi tutte “prime” nazionali) nella rassegna organizzata dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo – Centro Nazionale di Fotografia del Comune di Padova, e ospitata in sedi storiche come il Museo Civico di Piazza del Santo, il Palazzo del Monte di Pietà, il Cortile Pensile di Palazzo Moroni e un altro luogo il Sottopasso della Stua, reso consueto agli appassionati di fotografia da anni di attività espositiva.
L’individuo è certamente il punto di partenza della fotografa svizzera Germaine Martin, protagonista della mostra “Photographies”, promossa in collaborazione con il Musée Historique de Lausanne, che ne conserva il cospicuo fondo fotografico, e ospitata nel Museo Civico di Piazza del Santo. La rassegna,
inaugurazione 11 maggio dalle ore 18 fino alle 23. Takagi Masakatsu & Saeko Takagi.
In mostra due artisti giapponesi visti nella mostra (Neo-Baroque!) in occasione dell’apertura della nuova sede della galleria.
Dopo il grande successo di Neo-Baroque! la mostra di inaugurazione dell'attività di Byblos Art Gallery - che interpretando l'esuberanza contemporanea è riuscita a cogliere una vera e propria tendenza del gusto - la Galleria prosegue la sua stagione espositiva con la mostra dal titolo "Takagi".
L'11 Maggio Byblos Art Gallery presenta la prima personale organizzata in Italia dalla coppia di artisti giapponesi Saeko & Masakatsu Takagi, i quali si stanno imponendo dopo i loro successi a Londra e New York, sulla scena internazionale. Saranno in mostra una ventina di dipinti e una serie di video animazioni in digitale.
Saeko & Masakatsu Takagi hanno dato vita, attraverso la loro collaborazione artistica, a dei video di grande potenza poetica caratterizzati dalla straordinaria fusione di immagini fiabesche e musica.
I soggetti e i colori delle opere, in cui molto forte è il legame con la cultura giapponese, si ispirano prevalentemente alla natura: alberi, piante, foreste incantate, tropicali arabeschi e volti umani popolano i loro lavori in cui l'uso del colore intenso e brillante insieme alle linee arcuate ed elaborate contribuiscono a creare un'arte in cui la ricercatezza dei particolari
Inaugurazione: Sabato 20 maggio 2006 dalle ore 18.30, 21 maggio, 24 settembre 2006.
Artisti: Guido Bagini, Paola De Pietri, Gianluca Di Pasquale, Stefan Ettlingers, Andrea Galvani, Marco Neri, Matthias Meyer, Sara Rossi, Paolo Vaccari
Villa Noris, l'edificio di impianto cinquecentesco che ospita la seconda sede della galleria nella campagna veronese, fa da scenario all'esposizione di un gruppo selezionato di giovani artisti, accomunati, nelle loro rappresentazioni, da elementi architettonici o paesaggistici.
Le loro opere sottindendono, al tempo stesso, assenza e presenza dell'osservatore, variando dalla pittura alla fotografia, dalla figurazione all'astrazione. Ogni artista sermbra individuare o rappresentare una forma psichica "intuibile" più che l'oggettiva realtà delle cose.
L’esposizione, curata da Gemma De Angelis Testa (Presidente di ACACIA) e Sergio Risaliti (Direttore di Quarter, Firenze), affronta il tema universale e senza tempo del dolore e della sua rappresentazione nelle opere degli artisti contemporanei: un progetto dedicato alla condizione umana oggi.
Artisti affermati, a confronto con giovani emergenti: Marina Abramovic, Vanessa Beecroft, Maurizio Cattelan, Roberto Cuoghi, Peter Fischli & David Weiss, Marlene Dumas, Carlos Garaicoa, Kendel Geers, Felix Gonzalez Torres, Mona Hatoum, Damien Hirst, Alfredo Jaar, Kcho, William Kentridge, Anselm Kiefer, Ingar Krauss, Marcello Maloberti, Margherita Manzelli, Shirin Neshat, Tony Oursler, Adrian Paci, Miguel Angel Rios, Pipilotti Rist, Michal Rovner, Andres Serrano, Hiroshi Sugimoto, Armando Testa, Marcella Vanzo, Francesco Vezzoli, Bill Viola, Sislej Xhafa, Mark Wallinger, Chen Zen.
Il titolo, "Ecce Uomo", è stato scelto perchè richiama una riflessione sulla tradizione iconografica dell’Ecce Homo trasposto nella contemporaneità, senza per questo dissociarsi dalla potenza evocativa del significato originario. Il compito di mostrare il corpo dolorante degli uomini è affidato allo sguardo lucido dell’artista e alla sua capacità di cogliere e mettere in evidenza gli aspetti più schiaccianti della realtà ... la rappresentazione del dolore mentale, che ognuno ricollega alla propria relazione con la vita, alla propria linea d’ombra, della quale si fa portatore l’artista.
All’interno della più ampia rassegna nazionale “Le vie italiane di Mozart”, anche Verona celebra i 250 anni dalla nascita del musicista di Salisburgo.
La Biblioteca Civica di Verona, in collaborazione con il Conservatorio “E. F. Dall’Abaco” e l’Accademia Filarmonica di Verona, apre presso la Protomoteca della Biblioteca stessa, la mostra “Qui comincia il balordo italiano! Mozart e l’ambiente musicale veronese”: il percorso dell’esposizione, curata da Michele Magnabosco, illustrerà lo scenario culturale e musicale che Mozart incontrò durante i suoi soggiorni veronesi tra il 1769 e il 1773.
Saranno esposti per la prima volta alcuni rari materiali musicali custoditi dalla Biblioteca Civica; tra questi alcuni preziosi spartiti dell’epoca e libretti di opere, quali Ruggiero, cui lo stesso Mozart assistette in occasione di una sua visita.
Tra i documenti esposti sarà possibile apprezzare anche il registro manoscritto dell’Accademia Filarmonica, dove si rammenta il concerto tenuto da Mozart, allora dodicenne, alla Sala Maffeiana; degni di nota anche gli spartiti a stampa e manoscritti del Conservatorio “E. F. Dall’Abaco”, tra questi i Concerti a più istromenti di Maximilian Joseph di Baviera, esemplare unico al mondo.
In mostra l’ultimo ciclo di lavori di Luisa Raffaelli sulle metamorfosi che pur risultando perfettamente al passo coi tempi, finisce per essere assolutamente originale e unico grazie anche all’uso del bianco e nero.
La Raffaelli ha il raro merito di restituire all’immagine tecnologica un’atmosfera letteraria, un gusto antico da libro di mitologie, miracoli e metamorfosi.
L’artista attraversa, vive e sposa il tempo del tutto-è-possibile, di internet, dell’immaginario globalizzato, ma lo carica di pathos grazie a un percorso attento nel passato, ad un amore forte e deciso per la citazione colta e sottile, per quei fantasmagorici voli pindarici possibili forse solo quando le sollecitazioni erano affidate alle parole e a film senza effetti speciali. Catalogo a cura di Maurizio Sciaccaluga